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Stile e produzione

Giorgione non fu pittore di grandi opere pubbliche, eppure la sua portata innovativa venne percepita già  dalla committenza locale veneziana, raffinata e amante di un'arte colta e ricca di rimandi allegorici.
Vasari lo collocò tra gli artisti iniziatori della Maniera moderna, subito dopo Leonardo, cogliendone i dati stilistici essenziali: «sfumò le sue pitture e dette una terribil movenzia [cioè un eccezionale senso di movimento] alle sue cose, per una certa oscurità  di ombre ben intese [cioè per un chiaroscuro realistico] ».

La pittura tonale rappresenta la vera rivoluzione pittorica di Giorgione. Riguarda infatti l'uso del colore e l'intonazione sentimentale e intima, già  evidente in una delle sue prime opere la Pala di Castelfranco del 1500-1504.
Le opere profane, realizzate a partire dai primi anni del Cinquecento, non seguono i canoni ben delineati dell'arte sacra. Le scene rappresentate sono spesso difficili da interpretare, ritraggono personaggi immaginati dagli autori, a volte volute dai committenti. Tali committenti, inoltre, tengono per loro i quadri, nel chiuso degli ambienti nobiliari. E' così che, lontano dall'ufficialità  della Chiesa e dei luoghi pubblici, le opere si disperdono, vengono vendute, cedute ad altri proprietari. A ciò s'aggiunga, nel caso di Giorgione, l'alone quasi mitico che circonda la sua figura e che lo ha tenuto "prigioniero" nei secoli. Molte informazioni relative all'opera giorgionesca e di altri autori coevi provengono da un fortuito ritrovamento.
All'inizio del secolo scorso, viene rinvenuto e pubblicato un libretto di appunti, redatto nel Cinquecento, inizialmente chiamato "Anonimo Morelliano" - dal nome dello scopritore abate Morelli - e poi attribuito a Marcantonio Michiel. Questo nobile veneziano, appassionato d'arte, descrive ciò che vede nei salotti nobiliari, splendide tele collezionate dai patrizi veneziani: Giorgione è tra i pittori da lui menzionati.
Alcuni documenti pubblici rendono ragione di pagamenti per opere di Giorgione: nel 1507 riceve 20 ducati per un "telero", grande dipinto su tela; nel 1508, per l'opera svolta nel Fondaco dei Tedeschi, 150 ducati, cifra stabilita da una commissione formata da Giovanni Bellini, Vittore Carapaccio, Lazzaro Bastioni, Vittore di Matteo.

Elemento fondamentale della sua pittura e originale è il paesaggio, trattato con libertà  e verità  nuove. I suoi paesaggi introducono una visione aperta e serena. Sono superfici ampie e distese, che non costituiscono più soltanto uno sfondo per la scena, ma diventano l’espressione di uno stato d’animo, creano un’ambientazione, un’atmosfera particolare, magica e poetica. Sono paesaggi interiori.
Inoltre Giorgione introduce la pittura tonale: un nuovo modo di comporre il quadro basandosi sui colori che è diverso sia dai contrasti cromatici realizzati da Raffaello, sia dai contrapposti di Michelangelo e sia dallo sfumato di Leonardo. Il colore sviluppato sulla base di una dominante e le sue variazioni di tono diventa la struttura del dipinto. Il colore costruisce le forme e lo spazio, in quanto viene usato nella sua valenza costruttiva e spaziale. Ma serve anche a creare una dimensione emozionale, un’atmosfera, attraverso le proprietà  psicologiche e direttamente espressive delle varie combinazioni cromatiche.
L’utilizzo della pittura tonale è anche il mezzo più adatto per esprimere il “sentimento della natura" che permea tutte le opere del Giorgione. Osservando la natura, varia il tono dei colori sotto i cambiamenti della luce dovuti al tempo atmosferico. Nella modulazione tonale crea i passaggi da un tono all’altro con una dominante complessiva (es: scala del verde) scomposta nelle componenti (giallo e blu) in cui si fondono e si compenetrano tutte le forme del quadro.

A. Cocchi


Bibliografia.

A. Gentili. Giorgione. Dossier Art n.148. Giunti. Firenze, 1999
V. Lilli. L'opera completa di Giorgione. Classici dell'arte Rizzoli.  Milano, 1966
Vasari, Vite, 1568
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Vivere l'arte. A cura di C. Fumarco e L. Beltrame. Vol. 2 Dal Rinascimento al Rococò. Bruno Mondadori Editore, Verona 2008
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P. Adorno, A. Mastrangelo. Arte. Correnti e artisti vol. II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III. Fratelli Fabbri Editori
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G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Begamo 2006

 

 
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