La Rocca di Cesena nella storia

La Rocca Malatestiana nacque come fortezza militare in difesa della città  di Cesena ed era collegata con il Palazzo dei Malatesta, attualmente Municipio della cittadina.

La prima rocca, quella  “antica” si trovava sul colle Becca Vento ma venne distrutta da una frana. Successivamente venne costruita più a valle la seconda, chiamata Rocca Vecchia nota come Rocca dell’Imperatore poiché vi soggiornò Federico Barbarossa. La Rocca Vecchia venne distrutta nel 1377 dall’esercito dei Bretoni, guidati dal Cardinale Roberto da Ginevra, che saccheggiarono e incendiarono l’intera città .
Nel 1380 incominciarono il lavori di costruzione di una nuova rocca, quella Malatestiana, grazie al progetto di Galeotto I di Malatesta, che la rese un punto strategico per la difesa della città . Nel 1432, dopo la morte di Galeotto Roberto, a Cesena subentrò Domenico Malatesta Novello, al quale si devono attribuire le grandi opere che hanno caratterizzato la storia della città . In particolare nel 1441 Novello si dedicò assiduamente ai nuovi lavori per il rafforzamento della Rocca e per l’allargamento della cinta muraria cittadina.
Dopo la morte di Novello, Cesena ritornò sotto la dominazione pontificia e la fortezza malatestiana fu completamente rinnovata, adeguata ai sistemi difensivi legati all'introduzione delle nuove armi da fuoco. I lavori della rocca Nuova furono diretti dagli architetti Matteo Nuti da Fano, allievo di Leon Battista Alberti e autore anche della splendida Biblioteca MalatestianaCristoforo e Francesco Baldini da Ferrara, e furono suddivisi in due parti, la prima dal 1466 al 1470, quando era pontefice Paolo II, la seconda dal 1475 al 1477, regnante Sisto IV .

Nel 1500 Cesare Borgia, chiamato “il Valentino”, instituì Cesena come capitale del Ducato di Romagna, centro del suo potere. Nel 1502 giunse in città  Leonardo da Vinci, al quale Borgia aveva conferito l'incarico di rilevare ed aggiornare le fortificazioni delle città  della Romagna conquistate. Di ciò ci restano i rilievi della cinta muraria, con annotazioni sulle due rocche, e il disegno dei rastelli che proteggevano la porta principale di accesso alla rocca Nuova. La Rocca Nuova di Cesena conserva interessanti e particolari soluzioni difensive che furono adottate in tutta Italia nei primi anni del Cinquecento.
Fino alla fine del 1700 la Rocca mantenne la sua funzione di fortezza militare, ma dopo l’epoca napoleonica, attraverso lavori di modifica, venne trasformata in carcere sia all’interno del Maschio e della Femmina, sia nella Torre del Nuti così chiamata dal nome dell'architetto Matteo Nuti che la progettò.
La Rocca rimase carcere fino al dicembre del 1969 e solo nel 1970, quando il castello tornò al Comune, vennero eliminate alcune strutture della prigione. Nel 1974 venne collocato nella Femmina il Museo della Civiltà  Contadina che fino al 1988 rimase l’unica parte visitabile dell’intero complesso.

Nel 1989 la Rocca si è proposta all’attenzione di cittadini e turisti e nel giugno del 2003 sono stati riaperti i camminamenti interni alle mura e il Maschio.
    

L. Bartoli, S. Fioravanti, F. Manca, S. N. Mennella (alunni del Liceo Classico Monti, Cesena)

 

 
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