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Ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi

Intorno al 1506 Raffaello dipinse i ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi, entrambi alla Galleria Palatina di Firenze. Si tratta degli stessi coniugi per il cui matrimonio Michelangelo aveva due anni prima realizzato il celebre Tondo Doni.
Gli sposi sono ritratti a mezzo busto, di tre quarti con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, sullo sfondo di una veduta di dolci colline e di un vasto cielo.

Agnolo siede su una terrazza, di cui si intravede la balaustra sulla quale poggia il braccio; il viso ha lineamenti marcati e decisi, la fronte è leggermente corrucciata, il naso pronunciato, la bocca serrata. Alla forza delle linee del volto si contrappone l'andamento curvilineo del profilo delle spalle e delle braccia, che si chiudono in moto circolare verso le mani, placidamente abbandonate e ornate di gioielli. Il pittore si è concentrato sul nitore dei contorni, sulla resa materica del velluto nero del corsetto e del cappello del mercante.  Raffaello sviluppa nel tempo una particolare abilità  nella resa tattile delle cose attraverso i colori, che arriverà  a risultati altissimi soprattutto nelle opere mature. Ottiene questi effetti con un sapiente accostamento di toni caldi e freddi.
In questo caso riesce a rendere l'immagine di quell'anima aspra e schietta della mercatura fiorentina che cercava con l'inizio del nuovo secolo di assumere e dimostrare al mondo un nuovo galateo signorile.
Raffaello è molto interessato all’individuo, quindi è importante la rresa fisionomica, ma anche il carattere, la personalità .

La posa di Maddalena è chiaramente ispirata a quella della Gioconda, ma senza quel senso di ambigua inquietudine che pervade il dipinto leonardesco: Raffaello ritrae in modo realistico la pienezza delle carni e l'imperfetta bellezza della donna, cercando però di aggraziarne i lineamenti e addolcirne lo sguardo, secondo la prassi per cui i volti femminili venivano idealizzati e raffigurati più genericamente rispetto a quelli maschili. Anche qui il pittore indugia con compiacimento sulle stoffe (il raso rosso del corsetto e il broccato blu della veste, il velo che copre le spalle) e sui preziosi gioielli, segno di status sociale.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia

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G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Begamo 2006
www.francescomorante.it

 

 
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