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Scodella con patate

Al confronto con il quadro di soggetto analogo, il Cesto con patate, del 1885, in questa natura morta dipinta ad Arles nel marzo 1888, emerge il progresso sorprendente di Van Gogh, avvenuto nel giro di poco più di due anni.
Allo studio in ocra e nero della versione precedente, in questa Scodella con patate si sostituisce un'immagine quasi opposta, con una tavolozza molto luminosa, ricca di colori accostati a contrasto. Anche in questo caso si avverte una forte consistenza fisica, ma se prima prevaleva una resa più tattile che visiva, come se tutto fosse sentito al buio o nella penombra, qui si aggiungono, più potenti, i dati visivi: il colore e la luce. Perciò la percezione sensoriale viene intensificata, la presenza degli oggetti viene sentita in maniera più ampia, plurisensoriale.
E' molto interessante anche lo sfondo, realizzato con queste pennellate a intreccio, come una stuoia. Tra questi due quadri c'è un periodo breve, ma intenso, importantissimo, in cui si compie la trasformazione da una visione all'altra. Sono gli anni in cui il pittore riprende i suoi spostamenti, prima va ad Anversa, e poi andrà a Parigi.

 

 
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