Palazzo Pretorio di Galeata

Cenni storici e caratteri generali

Estrerno

Interno

Bibliografia

 

 

 

Cenni storici e caratteri generali

 

Nel centro storico di Galeata, seguendo i portici di via Ferdinando Zanetti si giunge al Palazzo Pretorio, detto anche Palazzo del Podestà, sede del governo comunale e residenza dei podestà cittadini, magistrati forestieri che si occupavano dell'applicazione delle leggi e del controllo della città.

 

Marzocco. 1437. Pietra arenaria. Galeata, Palazzo Pretorio.

 

La costruzione risale agli inizi del XV secolo, quando la Repubblica Fiorentina ne fece la sede della Podesteria di Galeata, che comprendeva diciannove piccoli comuni. Da un antico documento risulta che nel 1426 vi risiedeva il podestà Zanobi del Pino da Firenze, personaggio molto criticato da Niccolò Machiavelli nelle sue Istorie fiorentine per aver ceduto senza combattere il castello di Caleata ai Visconti.
Un terremoto, avvenuto nel 1584, causò seri danni alle strutture e nel 1636 il Palazzo venne ricostruito dalle fondamenta.
Nel 1890 fu destinato a sede del municipio e venne restaurato. Durante i lavori furono apportate delle modifiche, vennero realizzate le tre finestre ad arco incorniciate con piedritti e ghiera in bugnato gentile. Nella parte inferiore della facciata venne dipinta una decorazione a finto bugnato, poi rimossa dai restauri eseguiti dopo il 1938.

Il palazzo ha una pianta a L piuttosto tozza nella quale si incastra il rettangolo del cortile. Si sviluppa su due piani, ha forme essenziali e compatte, un aspetto sobrio e severo che è il risultato di diverse ricostruzioni e cambiamenti rispetto alle forme originali.
Un terremoto, avvenuto nel 1584, causò seri danni alle strutture e nel 1636 il Palazzo venne ricostruito dalle fondamenta.
Altre importanti modifiche si aggiunsero nel 1890, quando fu destinato a sede del municipio. Nella parte inferiore della facciata venne dipinta una decorazione a finto bugnato, poi rimossa dai restauri eseguiti dopo il 1938.

 

 

Esterno

 

Palazzo Pretorio di Galeata. XVII sec.


Nel suo aspetto attuale la facciata al pianterreno presenta un portico con tre ampi archi a tutto sesto impostati su pilastri di pietra quadrangolari con angoli smussati. Il portico veniva utilizzato per legarvi i cavalli e per le esecuzioni pubbliche. Al piano nobile le tre finestre ad arco incorniciate con piedritti e ghiere in bugnato gentile sono state realizzate durante i restauri del 1890.
In alto, un cornicione molto sporgente in legno, secondo l'uso toscano, conclude il palazzo.
Secondo la consuetudine, ogni podestà cittadino lasciava il proprio stemma affisso alla facciata del palazzo pretorio, ma nel caso di Galeata oggi rinmangono solo quattro stemmi, poichè la maggior parte di essi sono stati distrutti per vandalismo durante una manifestazione popolare nel 1848. Altri tre, ancora visibili in alcune foto del 1934, sono scomparsi.

A destra dell'arco centrale spicca la scultura del Marzocco fiorentino con lo stemma del Comune di Galeata, in cui si legge la data 1437. L'opera, collocata sulla facciata del palazzo nel 1642, è il simbolo dell'appartenenza di Galeata al Granducato di Toscana ed è realizzata in pietra arenaria.

Sul lato destro si unisce al palazzo l'alta Torre Civica, anch'essa costruita nel 1636.

 

Interno

 

All'interno, i diversi ambienti sono collocati seguendo l'asse longitudinale della pianta e consistono in un corridoio d'ingresso con atrio, scala, otto stanze di dimensioni diverse più il cortile, affacciato sul lato posteriore. Gli ambienti interni ospitano l'Archivio Storico, che conserva documenti che vanno dal 1480  al 1945, la biblioteca storica di Mons. Domenico Mambrini e il Centro Studi di Archeologia di Galeata.

 



Veduta del cortile con i reperti del Museo Civico Mambrini

 

Appena varcato l'ingresso, al pianterreno un corridoio attraversa il palazzo per tutta la sua lunghezza, offrendo l'uscita sul cortile dalla parte opposta e girando ad angolo sull'atrio, a sinistra conduce alle scale che portano al piano superiore. Nell'atrio del palazzo, una nicchia ospita l'affresco della Madonna dell'Umiltà e sant'Antonio da Padova, del XVII secolo. Sui due lati del corridoio e dell'atrio si dispongono cinque sale (sala A,B,C,D,E). Anche se probabilmente sono state modificate, le stanze del pianterreno dei palazzi dei podestà erano utilizzate come ambienti di servizio funzionali all'amministrazione pubblica.

 

Veduta del cortile con i reperti del Museo Civico Mambrini


Il cortile rettangolare è uno spazio aperto circondato da un muro di cinta.
Al primo piano, di fronte alla scala si apre il salone d'onore (sala G) che copre quasi la metà dell'area del palazzo e confina con la Torre civica. Comunicante con esso si trova un'altra grande sala quadrata (sala F), mentre a sinistra rispetto alla scala vi è ricavata una stanza più piccola. Nelle sale del primo piano si svolgevano le riunioni governative e veniva esercitato il potere esecutivo e giudiziario.

Il Palazzo Pretorio di Galeata fino a pochi anni fa ospitava il Museo Civico Mambrini, fondato da Mons. Domenico Mambrini della prima metà del Novecento, poi trasferito nel Convento dei Padri Minori a Pianetto. Oggi nel palazzo ha sede l'Archivio Storico, che conserva documenti che vanno dal 1480 al 1945, la Biblioteca storica di Mons. Domenico Mambrini e il Centro di Studi Archeologici di Galeata.

 

 

A. Cocchi

 

 

Bibliografia e sitografia:


AA.VV. Galeata: I monumenti, il museo, gli scavi. Società di Studi Romagnoli. La Fotocromo Emiliana, Bologna 1983.
AA.VV. Galeata. Centro Culturale Polivalente, Comune di Galeata. Edizioni Minerva, Bologna 1988
E. Leoncini. L'abbazia di Sant'Ellero. A cura dell'Associazione Culturale "Don Guido Facibeni" Grafica Studio Elle 1993
E. Leoncini. La quattrocentesca Chiesa di Santa Maria dei Miracoli di Pianetto. Nuova Tipografia Forlimpopoli
F. Faranda. Il Convento e la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Galeata. Nuova Alfa editoriale, Bologna 1987

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