di E. Maccherozzi
I personaggi dell’opera
Eracle: Mitico eroe greco; figlio di Zeus e di Alcmèna, nacque a Tebe.
Iolao: Figlio di Ificle e quindi nipote di Eracle, spesso gli fece da accompagnatore e cocchiere. Iolao gli permise di uscirne vincitore: ogni qual volta l'eroe decapitava una delle teste, lui cauterizzava il moncone con il fuoco, di modo che non potesse più rigenerarsi.
Carcino: Grosso crostaceo che viveva con l’Idra. Cercò di aiutarla nel combattimento con Eracle, ma non riuscendo nel suo intento, ferì Iolao. Per vendetta, Eracle lo schiacciò. In seguito Era lo fece diventare la costellazione del cancro.
Il mito
Nascosta nelle acque fangose di una palude vicino a Lerna, dimorava una creatura spaventosa con ben nove teste, di cui quella centrale si diceva fosse immortale era considerato un mostro imbattibile e terribile.
L’avvicinamento dell’Idra da parte di Eracle nella sua seconda fatica, fu tutt’altro che facile: finché rimaneva nascosta nelle acque paludose, il mostro poteva attaccare sempre di sorpresa, grazie alle teste che manteneva nascoste dalla melma. Eracle dovette costringere l'idra ad uscire dalla palude e vi riuscì bersagliandola a dovuta distanza con frecce infuocate. Una volta emersa, l'affrontò con la spada. Ma ogni qual volta le tagliava una testa, ne ricrescevano altre due al suo posto. Fortunatamente, Iolao lo accompagnò in questa impresa, e grazie a lui ne uscì vincitore. Questi scopri che cauterizzando la ferita la tesat non rnasceva così aiutò l’eroe a servirsi di tronchi ardenti per bruciare il moncone di ogni testa prima che avessero il tempo di crescere. Infine, tagliata la testa immortale, Eracle la schiacciò sotto un pesante masso, di modo che non potesse più nuocere a nessuno.
Così l’Idra fu uccisa ed Eracle si valse del suo sangue per avvelenare la punta delle sue frecce che, da quel momento, produssero ferite inguaribili.Purtroppo il veleno dell'Idra fu anche causa della morte dell'eroe, in quanto la moglie Deianira, siccome stava per essere abbandonata dal marito innamoratosi di Iole,acceta il sangue del centauro Nesso ferito a morte da eracle con una fraccia bagnata col sangue velenoso dell’idra. Per mantenere l’eroe sempre legato a sé, la sposa,doveva immergere una veste di Eracle nel sangue di Nesso e poi fargliela indossare. Non appena il poveretto la indossò fu preso da un tormento fortissimo: era la bile dell’idra che aveva infettato il sangue del centauro. Si gettò allora in una catasta di legna accesa.
Anche Omero accenna fuggevolmente alla morte di Eracle, ma senza fornire particolari.
Più eloquente invece è la tragedia di Sofocle (496-406 a. C.) intitolata Trachinie troviamo questo mito anche nella Teogonia di Esiodo, nell’Eneide di Virgilio e nelle Metamorfosi di Ovidio.
Enrica Maccherozzi