Questo dipinto appartiene alla serie dei ritratti reali dipinti da Goya a partire dal 1799, ed è il più importante ed impegnativo, sia per le dimensioni sia per il numero delle persone ritratte.
E' stato realizzato tra il luglio del 1800 e giugno del 1801, preceduto da una serie di studi parziali di ognuno dei personaggi.
ÃÂ molto libero e audace nella stesura pittorica a grandi macchie e strappi cromatici, che rivela la sua vicinanza a Velazquez.
E' realizzato con la luciditàdell'occhio indagatore che scruta in profondità, con una penetrazione psicologica inquietante. Come era sua abitudine, il suo sguardo implacabile ci scopre, al di sotto dell'apparenza esterna e dell'evidente somiglianza fisica, tutte le miserie morali dei personaggi, che si rivelano nudi nel profondo, sebbene rivestiti in tutta la loro pompa superficiale, e che rende ancor più il contrasto fra realtàe apparenza.
Goya fa una spietata denuncia della grettezza, della vanitÃÂ , dell'animalitÃÂ e della follia dei singoli personaggi che sembrano caricature grottesche. ÃÂ una denuncia impietosa, crudele dei vizi della famiglia reale. Soltanto i bambini, salvati dall'innocenza che Goya vede in loro, sono esclusi dal terribile verdetto.
Ma la sua è un'ironia molto sottile che poteva essere intesa solo da poche persone.
A tale effetto contribuisce un sapiente uso della luce, protagonista, insieme al colore, di questo quadro.
All'estrema sinistra, l'unica figura in ombra è quella di Goya, che si è ritratto nell'atto di dipingere su una grande tela un soggetto che non ci mostra.
A. Cocchi
Bibliografia e sitografia:
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986
O. Rossi Pinelli David e l'arte della rivoluzione francese in: Dossier Art n. 37, Giunti Firenze, 1989
AA.VV. moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000
Dossier Art n. 35, Firenze, Giunti 1989