Le angosce e i disagi esistenziali dell'artista, vengono espressi mediante l'uso di colori violenti e irreali, immagini deformate, consumate dal tormento interiore. L'artista ha una visione della realtÃÂ profondamente permeata dal senso incombente e angoscioso della morte. Il colore fa quasi forza a se stesso per uscire dalla tela, il volti si sfigurano per esprimere la propria totalitÃÂ , le persone e le cose perdono consistenza "reale" per infuocarsi di elementi simbolici.
Mano a mano entrano in scena figure umane comuni, da sole o in coppia, intente a svolgere attivitÃÂ banali, come radersi, o impegnative, come accoppiarsi. Da queste figure non traspare mai alcun segno di serenitÃÂ e armonia. Si presentano contorte, deformate, spesso bloccate in angosciose urla di dolore. Le loro forme appaiono goffe, ammassi di carne, percorsa da spasmi impotenti.
Gli scenari che le accolgono sono stanze anguste, occupate da pochi miseri oggetti di arredamento, più simili a strumenti di tortura (poltrone, divani, toilettes, ecc.). Inscatolati in questi spazi claustrofobici i personaggi di Bacon sembrano animati da un disperato desiderio di fuga. Ma la coscienza del loro destino li condanna alla sconfitta.
Questi esseri balzano allo sguardo dell'osservatore come gli emblemi dello squallore, sono i protagonisti impotenti di una societÃÂ perversa. La condizione di disagio dell'artista si amplifica, assume valore universale.
E. Visani
Bibliografia e Sitografia:
E. Bernini, R. Rota Figura 2. Profili di Storia dell'arte. Editori Laterza. Bari,2000
www.artinvest2000.com/bacon.htm
www.francis-bacon.cx