Arte del Medioevo in Romagna

Caratteri generali

L'eterogeneità culturale dell'arte del Medioevo

 

Bibliografia

 

Caratteri generali

 

L'arte medievale in Emilia Romagna è rappresentata in maniera consistente, non solo da un punto di vista quantitativo ma anche per l'alta qualità di capolavori e monumenti di grande prestigio culturale.
Accanto ai casi clamorosi dei maggiori centri, come ad esempio la Ravenna bizantina, il romanico emiliano o la pittura trecentesca riminese, l'arte medievale romagnola ha saputo riportare risultati importanti anche nei centri minori. Agevolata dalla posizione geografica, dalle vie di comunicazione e coinvolta negli avvenimenti storici, la terra di Romagna ha accolto una vivace diffusione di influssi, soluzioni e tendenze artistiche che vanno a trapiantarsi anche nei luoghi più periferici, stimolando espressioni locali tutt'altro che insignificanti.

Rispetto all'Emilia, benchè diversamente orientata da un punto di vista culturale, la Romagna partecipa in quei secoli dello stesso fervore creativo. Ravenna e Rimini diventano, rispettivamente per l'alto e il basso Medioevo, due centri artistici d'avanguardia.
Grossomodo al centro di questi due poli, estendendosi tra l'Appennino e l'Adriatico l'area delle Valli del Savio e del Bidente si trova coinvolta attivamente nei processi culturali che si sviluppano tra Emilia, Toscana e Marche. Tuttavia, seppure ci possa sembrare ancora rilevante, il patrimonio artistico di età medievale di questo territorio è una parte molto piccola rispetto a quello che potremmo ancora ammiorare. In questa zona la produzione artistica non è mancata: possiamo trovare ampia testimonianza dalle antiche fonti. Piuttosto è mancata in grande misura la conservazione. Moltissime testimonianze artistiche di questi secoli sono andate perdute o si trovano in stato di grave deperimento. Soprattutto per l'Alto Medioevo, le perdite più gravi sono quelle subite dalla pittura. I dipinti che arricchivano gli interni delle poche pievi esarcali ancora esistenti sono completamente scomparsi, le più antiche e ancora rare pitture medievali del territorio in esame risalgono già al XIII secolo. Rimangono soltanto alcuni esempi di architettura e di scultura.
Tale carenza, per una buona parte è dovuta al degrado e ai troppo deboli, se non assenti, interventi di tutela o di recupero; dall'altra va rinviata a motivazioni storiche come le distruzionio belliche o gli abbattimenti e ricostruzioni dei secoli passati.

La complessità delle vicende politiche e culturali che interessano il territorio romagnolo nel Medioevo viene riflessa anche nello sviluppo degli stili artistici locali. L'insorgenza continua di fermenti e influssi diversi e spesso compresenti caratterizza soprattutto il corpus delle opere appartenenti al tratto di tempo compreso tra l'Alto Medioevo e il Duecento. Ma già dall'XI secolo e durante il Basso Medioevofino al Quattrocento, la stabilità politica relativamente maggiore e la linea storica un po' meno frantumata portano maggiore chiarezza anche sulle tappe evolutive degli stili artistici e permettono di indivuduare meglio le correnti, le influenze e le relazioni tra i vari modi espressivi chiarendo differenze e somiglianze anche nel confronto con la produzione artistica delle altre regioni.

 

 

L'eterogeneità culturale dell'arte del Medioevo



Una eterogeneità di fondo, dovuta sd un intreccio di molteplici influenze, spesso conflittuali e appartenenti a culture anche lontane tra loro, formano il nucleo generatore dell'arte medievale in Italia, soprattutto in quei territori, come la Romagna, che si pongono come crocevia di tradizioni diverse. A ciò si aggiungano i fenomeni di persistenze tradizionali, le variazioni locali e le innovazioni di scuole o singoli artisti. In linea con gli episodi storici, ogni singolo centro patecipa in maniera differente con la propria espressione culturale e con soluzioni artistiche ben caratterizzate e spesso uniche.

Viceversa però, cogliendo analogie e somiglianze tra linguaggi simili dell'arte medievale in Italia, lo storico Giovanni Previtali ha saputo raggruppare queste diverse espressioni in due grossi blocchi: l'area "romanza" e l'area "di influenza orientale e bizantina". Secondo questa visione l'Emilia Romagna si colloca a cavallo delle due aree culturali, cosicchè l'Emilia è legata, insieme ai centri della pianura padana all'arte 'romanza' , cioè alla culturaoccidentale- nordica, mentre la Romagna appartiene alla tradizione classico-bizantina dei territori un tempo appartenenti all'Esarcato. Nonostante i frequenti scambi, è possibile parlare, soprattutto per il periodo altomedievale, di un'estetica emiliana e un'estetica romagnola.

Come già rilevato da Antonio Corbara, il legame artistico con Ravenna bizantina e la matrice tardo-romana rappresentano le componenti di base dell'estetica romagnola dal V al XV secolo. Ciò determina da un lato una continuità di fondo dello sviluppo stilistico romagnolo, dall'altro una generale unità e coesione espressiva che caratterizza il territorio al suo interno. La continuità si può cogliere, inn prospettiva storica, sia in fenomeni di persistenza tradizionale che nelle assimiliazioni ed elaborazioni originali degli influssi esterni. tra gli esempi riferibile alle Valle del Savio, si può indicare, per il primo caso, la generica mancanza o presenza stentata di testimonianze romanico-lombarde sulla prevalenza delle pievi e di opere scultoree tardo-bizantine o classicheggianti.
L'unità interna, ancora più facilmente, è ravvisabile dalle presenze ripetute di analoghe soluzioni iconografiche, stilistiche o compositive, che pur nelle singole diversità fanno affiorare un'intima coerenza di gusto fra le opere romagnole.

 

A. Cocchi

 

 

Bibliografia

 

AA. VV. Arte in emilia Romagna. Electa editrice, Milano 1985

M. Calvesi. L'Alto Medioevo.  Art e Dossier n. 22, marzo 1988. Giunti, Firenze.

D. Campini. Giunta Pisano Capitini e le croci dipinte romaniche. Milano, 1966

A. Corbara, Livello e confini dell'unità artistica dell'antica Romagna in: Rubiconia Accademia dei Filopatridi - Quaderno X, Savignano sul Rubicone 1970.

A. Corbara. Invito alla esplorazione artistica dellla Romagna in: Studi Romagnoli I . 1950

G. B. Garrison Il Maestro di Forlì. in: Rivista d'Arte, 1950

O. Piraccini. Il patrimonio culturale della provincia di Forlì. Gli edsifici di culto del territorio delle Diocesi di Cesena e Sarsina. 1974

G. Previtali. La periodizzazione della storia dell'arte italiana in: Storia dell'Arte Italiana. Vol. I Questioni e metodi. Editrice Einaudi, Torino, 1979.

M. Rotili. La pittura romanica nell'Itaqlia centro-settentrionale collana: I maestri del colore. F.lli Fabbri Editori, Milano 1966.

L. Servolini. La pittura gotica romagnola. Forlì 1944

A. Tambini. Pittura dall'alto medioevo al tardogotico nel territorio di Faenza e Forlì. Comune di Faenza, 1982

 

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