Albrecht Dürer. Il cavaliere, la morte e il diavolo. 1513. Dett. Incisione su rame. Sotheby's, Londra
Albrecht Dürer è l'artista tedesco ha saputo realizzare una perfetta sintesi tra il realismo nordico di gusto analitico e il classicismo italiano, basato sulla ricerca di armonia e ordine razionale.
All'interno del Rinascimento tedesco, Albrecht Dürer è uno degli artisti più famosi, molto apprezzato per il suo straordinario talento. E' stato anche l'artista tedesco che si è avvicinato maggiormente alla pittura italiana. Nei suoi capolavori ha saputo realizzare una perfetta sintesi tra il realismo nordico, di tendenza espressionista e gusto analitico e il classicismo italiano, basato sulla ricerca di armonia e ordine razionale.
L'arte di Dürer manifesta una fervida immaginazione e uno stile inconfondibile: la grande energia, la minuzia descrittiva ravvisabili nei suoi dipinti e nelle sue raffinate incisioni si accompagnano a forme monumentali, volumi solidi inseriti in spazi prospettici costruiti rigorosamente. Un'altra caratteristica è la profonda resa psicologica, sottolineata dalla tensione e dalla forte espressività della linea di contorno.
Albrecht Dürer. Leprotto. 1502. Acquarello su carta. Vienna, Galleria Albertina.
Nella cultura europea del secondo Quattrocento Albrecht Dürer si inserisce come una figura di spicco, una personalità complessa che si manifestò presto per il suo grande talento come artista e teorico dell'arte: realizzò importanti capolavori in pittura, incisione, acquarello e importanti trattati teorici. Il grande maestro tedesco riservò grande attenzione anche alla conoscenza scientifica. Lo attestano i suoi incantevoli studi dal vero di tema naturalistico, come i celebri acquarelli dedicati agli animali e alle piante descritti con assoluta precisione anatomica e botanica.
Nato a Norimberga nel 1471, Albrecht Dürer ricevette la sua prima formazione artistica presso la bottega del padre orafo. Mosso da desiderio continuo di conoscenza, appena diciannovenne, nel 1490 iniziò a viaggiare per l'Europa. In Germania del Nord studiò la pittura fiamminga e attraversò un periodo di apprendistato nelle più importanti officine incisorie tra Norimberga e Basilea. L'arte dell'incisione a stampa rappresentava la grande novità artistica del momento e si diffuse in Europa fin dalla seconda metà del Quattrocento, accompagnando i primi libri a stampa. Le incisioni, nelle tecniche della xilografia e del bulino, sostituirono progressivamente le miniature, illustrando i libri stampati.
Nel 1494 Dürer compì un primo viaggio in Italia, attratto dalla fama degli artisti rinascimentali, fermandosi a Venezia, Padova e Mantova. Qui prese contatto con la pittura di Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano e Leonardo da Vinci. Accanto al classicismo desunto dal Bellini, soprattutto dal Mantegna acquisì la tecnica della rappresentazione razionale dello spazio attraverso lo studio della prospettiva, insieme alla resa monumentale delle figure. Fu influenzato anche dal tonalismo delle composizioni cromatiche di Giorgione e Tiziano ed è probabile anche una conoscenza diretta degli studi scientifici di Leonardo, poiché l'osservazione scientifica dal vero attraverso il disegno e la pittura divennero elementi fondamentali per la sua opera e per lo sviluppo del suo stile.
La considerazione e la stima che ricevette dai suoi contemporanei è dimostrata anche dalla cariche di rappresentanza assunte in occasione della Dieta di Augusta.
Rientrato a Norimberga dopo il soggiorno in Italia, Dürer aprì una sua bottega dove accanto ad alcuni dipinti realizzò soprattutto incisioni, molto richieste e apprezzate. A questo periodo appartengono le xilografie della serie dell'Apocalisse, del 1498, quelle della Passione e della Vita di Maria del 1500 e la celebre Adamo ed Eva del 1504.
Spinto dal desiderio di approfondire le sue conoscenze sulla prospettiva partì per un secondo viaggio in Italia nel 1505. Soggiornò a Venezia circa un anno e mezzo, poi si spostò a Bologna, a Firenze e a Roma.
Tornato in Germania si dedicò a quadri di carattere sacro, ritratti, incisioni. Trasmise ai giovani pittori tedeschi le tecniche di rappresentazione delle forme tridimensionali e le altre conoscenze da lui apprese, dando prova che l'arte è una mescolanza di abilità pratiche e attività intellettuali. Si dedicò anche a studi teorici. Scrisse diversi trattati, tra cui uno nel 1527 sulle fortificazioni e uno sulle proporzioni, pubblicato nel 1528.
Sempre a causa della sua sete di conoscenza, si trovò presso Anversa a disegnare la figura di un tricheco, che lo incuriosì per le sue insolite caratteristiche anatomiche. Ma la vicinanza all'animale già morto da diversi giorni lo fece ammalare, portandolo alla morte, nel 1528.
La sua opera acquisì grande fama e influenzò fortemente la pittura tedesca ed europea del Cinquecento.
A. Cocchi
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Tiziano Vecellio.
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Leonardo da Vinci.
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La pittura fiamminga.
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E. Bernini, R. Rota Uno sguardo sull'Arte. Vol. 2. Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, 2009
G. Dorfles, C.Della Costa, G. Pieranti. Capire l'arte. Vol. 2. Dal Quattrocento al Rococò. Atlas editore, 2020
L. Colombo, A. Dionisio, N. Onida, G. Savarese. Opera. Arte e patrimonio nel territorio. Vol. 2. Dal Tardogotico al Rococò. Sansoni per la Scuola, 2019