Tondo Doni

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Tondo Doni

Bibliografia

 

Intorno al 1504, probabilmente in occasione delle nozze tra Agnolo Doni e Maddalena Strozzi, Michelangelo eseguì a tempera su tavola la Sacra Famiglia con San Giovannino (detto anche Tondo Doni, del diametro di 120 cm.) il primo dipinto certo a noi pervenuto.
Nonostante il tema tradizionale, e la ripresa da quello analogo proposto da Leonardonei cartoni e negli studi eseguiti a Firenze tra il 1499 e il 1508, l'interpretazione è completamente nuova.
Si tratta di un vero e proprio manifesto del linguaggio pittorico dell'artista e opera di riferimento per i pittori del Manierismo.

Domina nel quadro la presenza fisica potente delle figure che hanno forme massicce e consistenti, sviluppate in forme dinamiche.
Nel Tondo Doni numerosi elementi - stilistici, formali e cromatici - anticipano gli affreschi della Cappella Sistina, ad esempio le caratteristiche pose basate sui contrapposti, la gamma cromatica fredda e accesa, il punto di vista dal basso.

In questa originale composizione le figure si saldano tra loro con un movimento a spirale, e gli spigoli delle gambe e delle braccia sono concatenati in un ritmo che si sussegue in modo serrato. Il gruppo si presenta compatto, solido come un blocco di marmo; straordinario è l'effetto aggettante delle figure il cui avvitamento sembra avvenire all'interno di una sfera di cristallo.
Il gruppo centrale è iscritto in una piramide e il moto che parte dalla gamba destra della Vergine sale a serpentina fino alla testa del Bambino secondo il principio esposto da Michelangelo; che "la figura sia piramidale, serpentinata, moltiplicata per uno, per due, per tre".

La concreta plasticità dei corpi di questa composizione, trattati in maniera scultorea è molto distante dallo "sfumato" leonardesco; le figure non creano nessun rapporto con l'atmosfera che le circonda; hanno contorni precisi e concrete masse plastiche che si muovono in direzioni opposte e creano lo spazio dell'azione.
Le forme sono evidenziate dai colori, freddi e straordinariamente cangianti, dati secondo i valori puri del giallo, rosso carminio e azzurro. La lucentezza innaturale e gli accostamenti stridenti rendono le superfici dure, metalliche o granitiche. Non c'è nulla della fusione armonica di Leonardo, Michelangelo punta sulla contrapposizione e sulla disarmonia.

Assolutamente inedita la figura della Madonna, senza velo in testa, tutta girata e avvitata su se stessa, con le braccia nude. Le braccia nude e muscolose della Madonna di grande risalto plastico, inedite però per una figura femminile, rivelano ancora una volta come il vigore fisico si identifichi, per l'artista, con la forza morale. Per realizzarle così, Michelangelo si è servito di un modello maschile.

Il potente dinamismo della masse contrapposte è sottolineato dalla linea, viva, mobilissima, costruttiva, che disegna i contorni, sviluppa i volumi nello spazio, segue i movimenti, anima i corpi. La linea accompagna l'occhio dell'osservatore per fagli scoprire un movimento rotante e spiraliforme che parte dalla serpentina su cui s'imposta la figura della Madonna e si conclude con un vortice nell'abbraccio dei tre personaggi.

Sul fondo, dietro il parapetto, è un gruppo di ignudi; a destra è rappresentato San Giovanni Battista bambino.

Il tema, secondo una lettura neoplatonica che trova concordi molti critici, sarebbe un'anticipazione del messaggio che più ampiamente Michelangelo svilupperà nella volta della Cappella Sistina. Qui, infatti, l'artista alluderebbe simbolicamente al succedersi delle generazioni e allo stretto legame tra mondo pagano e mondo cristiano. Seguendo tale chiave interpretativa, la Vergine e San Giuseppe, rappresentano il mondo dell'Antico Testamento ("sub lege") mentre Gesù Bambino che simbolicamente scende dall'alto (e che sovrasta anche fisicamente la Vergine) prefigura il mondo futuro, quello del Nuovo Testamento santificato dalla Grazia divina ("sub gratia"). Questo spiega anche la scelta del movimento così innatuale e "contorto" che fa la madre per prendere in braccio il figlio.

I nudi che si trovano al di là del parapetto (anticipazione degli "ignudi" della Sistina) alludono al mondo pagano antecedente Mosé e Cristo, non ancora toccato, quindi dalla Rivelazione divina ("ante legem") e San Giovannino, posto immediatamente dopo il parapetto ma con lo sguardo rivolto al gruppo sacro, simboleggia fisicamente il legame e la continuità tra le due dimensioni: pagana ed ebraico-cristiana.

Anche la costruzione spaziale e le scelte prospettiche si collegano a questi significati religiosi. Nel rapporto tra primo piano e sfondo Michelangelo usa due prospettive diverse. Il pavimento del primo piano più sollevato rispetto a quello di fondo implica l'uso di due costruzioni prospettiche diverse e sovrapposte con il punto di vista situato ad altezze diverse. Un accorgimento simile era stato usato da Masaccio nella sua Trinità in Santa Maria Novella a Firenze. Mentre Masaccio usa tale espediente per separare il mondo divino da quello umano, Michelangelo vuole distinguere il mondo pagano da quello cristiano. Il mondo pagano è lontano, non solo visivamente,ma anche nel tempo. Ed è più "basso" in senso morale e intellettuale. Più vicino è il mondo cristiano, perchè dal tempo di Cristo si protrae in avanti, verso l'attualità. E' anche più "alto" in senso morale e "sollevato" in senso intellettuale.

La luce, simbolo della dimensione spirituale e intellettiva, è diversa tra i due piani di profondità: oltre alle direzioni differenti, la luce nel dipinto differisce anche nella qualità: più offuscata e diffusa nello sfonto e più limpida e chiara in primo piano, dove mette in evidenza forme e contrasti di colore.

Così i due mondi paralleli rappresentati da Michelangelo appartengono a due dimensioni diverse: ognuna con la sua prospettiva, le sue leggi interne e la sua luce.
I pochi elementi di paesaggio presenti nell'opera sono del tutto secondari e servono per mettere in evidenza le figure umane. Al contrario di Leonardo, la natura, nelle opere di Michelangelo o non c'è, oppure è del tutto subordinata all'uomo.


 A. Cocchi 

 


 

Bibliografia:

 

E. Bernini, R. Rota Figura 1 Editori Laterza, Bari 2002
G. Cricco, F. Di teodoro Itinerario nell'arte. Vol 2, 2000
G.C. Argan, B. Contardi in: Michelangelo Dossier Art n. 9 Giunti, Firenze
C. Alchidini Luchinat, E. Capretti, K. Weil-Garris Brandt Michelangelo. Gli anni giovanili. Dossier Art n. 150 Giunti, Firenze

 

 
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