Teatro alla Scala


Giuseppe Piermarini. Teatro alla Scala. 1776-78. Milano. Foto di Jean-Christophe BENOIST

 

Il Teatro alla Scala di Milano è uno dei teatri più famosi al mondo, non soltanto perchè rappresenta una prestigiosa istituzione della musica, ma anche perchè è considerato il modello architettonico di riferimento per tutte le costruzioni moderne finalizzate allo spettacolo.

Il teatro di Piermarini

 

Giuseppe Piermarini. Sala del Teatro alla Scala. 1776-78. Milano

 

L'architetto Giuseppe Piermarini seppe risolvere con ingegnosità i problemi tecnici riferiti all'acustica, alla visibilità, ai percorsi e movimenti del pubblico, alle diverse esigenze di un luogo destinato alla musica e allo svago. Più che un edificio egli creò un complesso che oltre al teatro comprende il ridotto, la casa da gioco, il ristorante, le botteghe, i camerini e gli alloggi per gli artisti, laboratori, depositi e uffici.
Il Teatro alla Scala  sorge su una pianta rettangolare con l'avancorpo del portico d'ingresso e l'aggiunta di un edificio di servizio a sinistra.


Cenni storici

 

 

Martin van Meytens. Ritratto di Maria Teresa d'Austria. 1759.
Olio su tela. Vienna, Accademia di Belle Arti

 

Il teatro ha attraversato diverse vicende storiche.
In seguito all'incendio che nel 1776 distrusse il Teatro Regio di Milano, l'mperatrice Maria Teresa d'Austria convocò Piermarini per incaricarlo di progettare il nuovo teatro che doveva sorgere nell'area della soppressa chiesa di Santa Maria della Scala. I lavori vennero finanziati dall'aristocrazia milanese che considerava il teatro come luogo privilegiato ed elitario della loro vita sociale. Anche se in linea con le idee illuministe, nella seconda metà del Settecento il teatro, similmente a quello greco, doveva essere un edificio pubblico prestigioso per la città e destinato ad eventi di valore educativo, era però impensabile che fosse rivolto all'intera comunità. Le classi dominanti volevano ancora mantenere il loro status sociale ed il teatro nell'Ottocento è ancora un luogo esclusivo e simbolico, riservato alla mondanità aristocratica e altoborghese.

 

Uno dei palchi del Teatro alla Scala. Milano. Foto da Tramundi

 

I palchi erano infatti privati e venivano arredati e gestiti dai diversi proprietari come salotti dove venivano intrattenuti gli ospiti. La platea poteva essere adibita a sala da ballo e vicino al ridotto erano ospitate le sale da gioco. Fu proprio con il denaro proveniente dal gioco d'azzardo, insieme a quello delle famiglie aristocratiche e dell'alta borghesia che l'impresa venne portata a termine.

La costruzione fu realizzata in tempi molto rapidi, tra il 1776 e il 1778, in uno stile in cui all'apparato classico settecentesco viene associato un rigoroso criterio di funzionalità sviluppato sulle più recenti tecnologie.
Venne distrutto dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale nel 1943 e fu ricostruito nel 1946. Tra il 2002 e il 2004 subì un importante intervento di restauro.


Architettura

 

Veduta aerea del comlesso del Teatro alla Scala a Milano.

 

La pianta dell'intero complesso oggi occupa un'area di forma trapezoidale, per un terzo è occupata dal teatro e nei due terzi restanti sorgono gli edifici di servizio e un ampio piazzale interno. Ai corpi ottocenteschi si sono aggiunte alcune costruzioni moderne realizzate dall'archietto svizzero Mario Botta tra il 2002 e il 2004, nel corso dei restauri.

Fin dal momento della sua ideazione, Piermarini volle privilegiare l'aspetto di pubblica utilità e ogni sua scelta venne indirizzata a creare un monumento che potesse essere di facile fruizione ed inserirsi armonicamente nel contesto urbanistico.

 

Angelo Inganni. Veduta del Teatro alla Scala. 1852. Museo teatrale alla Scala, Milano.

 

La sistemazione originaria era diversa rispetto a quella odierna, infatti il teatro si trovava lungo una via stretta e poteva offrire solo una vista angolare. L'ingresso poteva essere raggiunto lateralmente dalle due porte aperte a destra e a sinistra e la facciata venne quindi concepita per essere vista di scorcio. Oggi invece sotto ogni arco si apre un ingresso e l'edificio si trova di fronte ad una ampia piazza. Di conseguenza è cambiato anche l'aspetto della facciata che, vista di fronte, risulta appiattia, perdendo l'effetto ritmico degli aggetti e rientranze che osservato lateralmente è più vivace.

 

Giuseppe Piermarini. Teatro alla Scala. Veduta laterale dell'ingresso per le carrozze. Milano.

 

Inoltre il poertico rappresenta una delle invenzioni più funzionali di Piermarini poichè consentiva l'accesso delle carrozze in modo che gli spettatori potevano entrare a teatro senza uscire allo scoperto. Questa soluzione fu ripresa da molti altri teatri in tutta Europa.

 


La facciata

 

Giuseppe Piermarini. Facciata del Teatro alla Scala. Milano

 

La facciata ha comunque un aspetto molto caratteristico e da essa derivano molte altre facciate di teatri ottocenteschi. Molto rigorosi e semplici sono i rapporti proporzionali con l'altezza corrispondente alla metà della larghezza e la tripartizione sia verticale, con il settore centrale aggettante rispetto alle ali più arretrate e sia orizzontale con il susseguirsi dei tre ordini.

Rispetto ai due ordini superiori, vivacizzati dalle coppe di colonne o di paraste, le ampie finestre e i timpani, il pianterreno risulta spoglio, mentre il rivestimento di granito di Baveno, rosa-grigio, lavorato a bugnato e gli archi a tutto sesto sui robusti pilastri sottolineano l'aspetto di forza e di sostegno, riprendendo una tradizione rinascimentale. Particolarmente innovativa è l'invenzione del portico per le carrozze che permetteva agli spettatori di scendere dal veicolo senza esporsi all'aperto, considerando che la stagione degli spettacoli si svolgeva prevalentemente d'inverno.
Le ampie trabeazioni sottolineano lo sviluppo orizzontale e la distinzione dei tre ordini in cui alle diverse funzioni corrisponde anche l'aspetto diverso, pur nella coerenza d'insieme.
La distinzione delle diverse parti è evidenziata anche dai colori: più scuri nel bugnato del pianterreno e negli elementi strutturali e più chiari nelle superfici intonacate degli ordini superiori.

 

Giuseppe Piermarini. Teatro alla Scala. Dett. del piano nobile.

 


Il piano nobile rappresenta il livello più elegante, con le grandi porte-finestre timpanate alternate alle coppie di colonne corinzie e i delicati festoni a stucco.
La facciata si conclude in alto con il grande timpano centrale che ospita bassorilievi a stucco realizzati da Giuseppe Franchi su disegno di Piermarini.

L'ultimo ordine è quello dell'attico, la cui altezza è la metà di quella del primo piano, ma viene ripresa la medesima scansione delle finestre rettangolari e coppie di paraste. La maggiore semplicità è dovuta alla mancanza di fregi, capitelli e timpani. 

 

Giuseppe Piermarini . Teatro alla Scala. Dett. dell'attico e timpano di facciata.

 

Il grande timpano in alto conclude solennemente l'edificio, mettendo in risalto la parte centrale e la simmetria dell'insieme. Nel frontone è rappresentata la scena mitologica del Carro del Sole inseguito dalla Notte. Il coronamento si sviluppa sui due lati con una balaustra su cui si appoggiano alcuni vasi fiammati.

 

Gli ambienti interni

 

Il Ridotto del Teatro alla Scala di Milano


Anche la distribuzione degli ambienti interni seguiva una logica precisa.
Il primo piano, o piano nobile ospita il Ridotto, un salone in cui gli spettatori potevano incontrarsi e svagarsi. Il Ridotto era affiancato da diverse salette di gioco dove oggi è allestito il Museo del Teatro alla Scala.

 


Una delle Sale da gioco del Teatro alla Scala, oggi parte del Museo del Teatro.

 

In corrispondenza del portico sottostante si apre un ampio terrazzo con parapetto a balaustra.
In corrispondenza dell'attico si trova il Ridottino, la sala dove si incontravano i borghesi.

 

La sala

 

Giuseppe Piermarini. Pianta della sala. Teatro alla Scala.

 

Per la sala Piermarini scelse una pianta a ferro di cavallo in modo da poter contenere un maggior numero di spettatori e garantire la migliore acustica e visibilità anche dai palchi laterali.

 

Giuseppe Piermarini. Spaccato della sala. Teatro alla Scala


Piermarini riservò grande attenzione alla sonorità, progettando la sala del teatro come una grande cassa armonica, abbassando la curvatura del soffitto con bacchette di legno appese alle capriate del tetto rivestite poi di intonaco sul soffitto. Anche i palchi rispettano tutte le regolre per garantire la migliore propagazione dei suoni. Sono distribuiti a raggiera intorno alla cavea ovalr e sono costruiti in legno, agganciati alle pareti laterali della platea, dotati di alti parapetti.
Nella sala si distribuiscono quattro ordini di palchi più un quinto ordine riservato ai borghesi. La platea era destinata alla servitù.

 

A. Cocchi.

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
Giuseppe Piermarini e il Teatro alla Scala. Mappa concettuale

Giuseppe Piermarini è il primo architetto neoclassico in Italia, esponente della potenza degli Asburgo a Milano e in Lombardia.
La mappa concettuale introduce lo stile architettonico con brevi descrizioni sulle opere principali e cenni biografici sull'artista. Particolare attenzione è riservata al Teatro alla Scala, capolavoro dell'architetto umbro e insuperabile modello di edificio destinato allo spettacolo.

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Video

 

 

Videolezione di storia dell'arte a cura del Prof. Enrico Fava. Da You Tube

 

 

 
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