Castello di Corzano

I ruderi del Castello di Corzano si stagliano sul piccolo paese di San Piero in Bagno, un patrimonio artistico radicato nel cuore degli abitanti.
Le prime notizie su questo monumento appaiono nelle Descriptio Romandiole, fatte stilare dal cardinale Anglic Grimoard de Grisac, fratello del papa Urbano V.

Il castello, o meglio, al tempo ancora castrum, ci appare posto su un colle circondato da una cinta di mura, con un’alta e forte rocca che domina l’intera Valle del Savio e posta a guardia delle vie di comunicazione. Corzano non è altro che una delle tante rocche che costellano e delimitano il territorio dei conti Guidi, dominatori della regione nel tardo 1300, e che difendono i piccoli borghi posti ai loro piedi, nel nostro caso Burgus Sancti Petri, che poi diventerà  San Piero.
Corzano vive un periodo relativamente tranquillo fino al 1400, quando, dopo aver sconfitto le truppe fiorentine ad Imola, un comandante di Ventura al soldo del duca di Milano, Agnolo della Pergola, decide di assediarlo.
Dopo varie peripezie, Corzano viene conquistato e il comando del castello passa nel 1433 ai Gambacorti. Nel Cinquecento il castello, e soprattutto il borgo sottostante, sono una comunità  laboriosa in continua espansione, e particolarmente famoso è il suo mercato, aperto a tutti gli scambi. Ma nel 1527 arriva in queste terre il Borbone, comandante dei Lanzichenecchi, diretto verso Roma, e passando per Corzano lo assalta per rifornirsi di viveri. Dai documenti dell’epoca, sembra che la rocca non sia stata distrutta, ma soltanto danneggiata, e con poche spese la si potrebbe restaurare. Difatti nel 1538 tal mastro Brandanio viene pagato per riassestare la rocca. Negli anni successivi però il castello perde la sua importanza e prima viene usato come magazzino, poi viene completamente abbandonato, poiché ormai S. Piero si era dotato di un castello suo.

Corzano subisce un lento declino, fino ai giorni nostri. Sono rimaste soltante poche rovine oggi, oltre alle gallerie del castello, prive di qualsiasi valenza artistica.
Ciò che conta, quando si parla di Corzano, non è la bellezza del castello o lo stile in cui è stato costruito ma è il suo rapporto con ognuno degli abitanti di quei luoghi, un rapporto intrinseco e inscindibile. Il castello infatti è sempre stato vicino ai sampierani, custodendoli dall’alto per più di 8 secoli, silenzioso e immobile. In quelle mura rovinate e abbandonate si riconosce l’origine di ciò che è ora S. Piero, la sorgente del patrimonio culturale e popolare degli abitanti.
E la rocca resterà  lì, ferma e incrollabile, e continuerà  a rievocare un mondo passato che si lega indissolubilmente col presente.

A. Castigliego


Bibliografia e sitografia

Giulio Fallani, Appennino romagnolo, edizioni Multigraphic, Il laboratorio, 1990, Firenze
- Francesco Santucci, Storia della Val di Bagno, editore Il ponte vecchio, 1999, Cesena
- M.A.Lippi Mazzi, Corzano tra storia e leggenda, stabilimento topografico dei comuni, 1976, Santa Sofia
- Don Giovanni Vecci, Corzano e l’Alta valle del Savio, edizione fuori commercio, 1991, Sarsina
- Alfredo Bellandi – Roberto Greggi – Giuliano Marcuccino, Corzano: dal castello al santuario, editore centro di studi storici Bagno di Romagna – San Piero in Bagno, 1996, Cesena
- Pier Giovanni Fabbri, La Val di Bagno in età  medievale e moderna, edizioni centro studi storici Bagno di Romagna, 1991, Forlì
-, Rocche e castelli di Romagna, edizioni Alfa, 1971, Bologna

 

 
Approfondimenti
Loading…