Temperie

Temperie:

s. f. inv. ‘stato dell'atmosfera, clima’ (av. 1400, Saviozzo; per il DEI, sec. XIV, J. de Bonis), ‘carattere di una particolare situazione storica o culturale in rapporto ai fatti con i quali si manifesta’ (av. 1907, G. Carducci, cit. nel Diz. enc.). Il lat. temperare viene collegato comunemente con tempus ‘tempo’ anche se ci sfugge il legame semantico, ricostruibile solo se il s. avesse avuto il sign. di ‘taglio, divisione (di tempo)’: allora il punto di partenza sarebbe l'accez. principale di ‘mescolare’, specialmente il vino con l'acqua, che ricorda le simili espressioni it. tagliare il vino e fr. couper le vin, con precise corrispondenze in gr. Da qui il senso di ‘addolcire, moderare’, applicato spesso al clima. Dal part. pres. del v. temperare in uso assoluto (‘moderarsi’), temperante(m) col der. temperantia(m) (usati da Cicerone per rendere i gr. sóphron e sophrosýne sono venuti i nostri temperante e temperanza). Altri der. d'epoca class. sono temperamentu(m), – che si riferisce alla teoria degli Antichi, sulla ‘mescolanza’ degli umori e che nel senso di ‘carattere energico’, sottintende forte, come, del resto, avviene per carattere (uomo di carattere) – e temperatura(m) (caeli) ‘giusta mescolanza (dell'aria)’.

 

A. Severi

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