Palazzo della Torre

Nel lato occidentale della Piazza Garibaldi sorge il Palazzo della Torre dell’Orologio. L’edificio attuale è il risultato di numerose trasformazioni che si sono succedute nei vari secoli e che sono la testimonianza dei diversi momenti storici che hanno segnato la vita della città di Forlimpopoli.

 

 Palazzo della Torre. Forlimpopoli

 


Anche se le fonti per risalire alla sua struttura originaria e le caratteristiche architettoniche sono quasi inesistenti, da quelle poche notizie si desume che dapprima fu adibita come Casa del Podestà della città Guido Laçari, in seguito fu trasformata nel Palazzo Comunale.
Si può ipotizzare che la  prima ricostruzione dell’edificio sia avvenuta dopo il 1380, durante la signoria di Sinibaldo Ordelaffi.

 


Stemma della famiglia Ordelaffi.

 


Il palazzo quattrocentesco nel tempo fu oggetto di diverse modifiche di cui rimane traccia in alcune anomalie riscontrabili nelle murature attuali ma comunque difficile da ricostruire.
Nel 1520 si suppone che furono edificate le carceri sul lato che si affaccia sulla via Saffi e l’assegnazione dei locali che si trovano al piano terra, sotto il loggiato, usati come botteghe e uffici.
Alla fine del XVII secolo il palazzo si trovò in una situazione di preoccupante degrado e così si provvide a eseguire opere di manutenzione e l’immagine della Vergine e i Santi Rufillo e Agostino, protettori delle città, venne restaurata.
Nel 1751 l’immagine sacra fu cancellata e sostituita da una terracotta faentina inserita in una nicchia, raffigurante l’Immacolata Concezione.
Verso la fine del XVII secolo, in seguito all’arrivo dei Francesi, Forlimpopoli venne munita di un Catasto Urbano dal quale oggi è possibile trarre informazioni riguardo all’aspetto del palazzo pubblico. Esso era composto così: al piano terra vi erano il magazzino frumentario, l’archivio pubblico, il quartiere della Gran Guardia, l’annona olearia, il carcere; al primo piano, dieci stanze adibite a residenza municipale e ad abitazione del giusdicente. Nel 1801 i Francesi, dopo essersi impossessati della Rocca, trasferirono lì la sede del Comune.  Poi nel 1816 fu demolito il campanile che sorgeva sul lato del borgo poiché rischiava di crollare. Pochi anni dopo l’architetto Raffaele Briganti progettò la costruzione della torre e anche il rifacimento dell’intera facciata. Invece il piano superiore dell’edificio rimase sempre a disposizione dell’Amministrazione per varie necessità.
Con l’unità d’Italia il Palazzo divenne la sede dell’Asilo Infantile costruito per iniziativa di alcune signore della borghesia della città.
In seguito nel 1928 il palazzo divenne sede della Casa del Fascio, quindi furono portati nuovi interventi di restauro e di ampliamento.
La Sala del Consiglio divenne una sala per le riunioni e per il ballo; i locali del piano superiore vennero trasformati in uffici. Nel 1934 l’Amministrazione Comunale donò al Partito Fascista l’intera proprietà a patto che la restituisse nel caso che non fosse più sede del partito. Nel dopoguerra il Comune riuscì a riaverlo in possesso, dopo aver pagato un’ingente somma di denaro allo Stato Italiano.
Dal 1975 un nuovo meccanismo elettrico ha sostituito il vecchio orologio a carica manuale.

A. Cocchi

 

 
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