s. f. ‘piattaforma elevata da cui, nell'antica Roma, parlava il tribuno’ (1797, D'Alb.), ‘nelle basiliche civili romane, parte absidale dove era collocato il seggio del giudice’ (1961, Diz. enc.), est. ‘nelle basiliche cristiane, abside’ (av. 1580, V. Borghini: “dove gli antichi avevano il tribunale, che noi oggi, ritenuto l'antico nome intero, chiamiamo tribuna”), ‘podio elevato per oratori, in assemblee e sim.’ (1851, Diz. pol. pop. 231), ‘spazio riservato agli uditori, o a particolari categorie di uditori, in aule e sim.’ (1851, Diz. pol. pop. 232 con gli es.: tribune de' giornalisti, tribune de' diplomatici), ‘palco fisso o provvisorio per gli spettatori in stadi, ippodromi e sim.’ (1961, Diz. enc.; ant. tribunale: av. 1535, F. Berni). Lat. tribu(m), che designava propriamente una delle quattro classi in cui era distribuito il popolo a Roma, forse da *tri- ‘tre’, se è vera l'ipotesi che la divisione primitiva fosse in tre tribù (“difficile da stabilire è la relazione tra il gr. phyle e il lat. tribus. Il problema è quello della formazione etimologica di tribus. Nella linea del loro rispettivo sviluppo, c'è presunzione di analogia, tra i due termini. Già gli antichi vedevano in tribus un insieme di tre raggruppamenti. Sarebbe dunque un composto con tri- come primo termine. Infatti, nelle tradizioni storiche indo-europee, in Grecia in particolare, ci sono noti questi triplici raggruppamenti... Non è impossibile infatti che tribus, con l'um(bro) trífu, suo solo corrispondente, contenga una forma nominale *bhu- esattamente coincidente col gr. phy- (in phyle). Non troviamo tuttavia testimonianze storiche che provino questa significazione primitiva del termine”: E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, I, Torino, 1976, p. 198). Tribu(m) fu usato anche nella Bibbia per indicare quello che con n. gr. erano dette phylái, cioè le stirpi patriarcali. Per l'acc. di tribù, oramai consolidato, B. Migliorini osserva: “L'oscillazione di Jesu fra i due adattamenti Geso e Gesù dura fino al sec. XVI. Lo stesso si dica dell'ondeggiamento fra tribo e tribù, dal lat. tribu. Dante, il Villani, il Machiavelli hanno il tribo (e così anche uno dei glossari quattrocenteschi veneziani pubblicati dal Mussafia, p. 106; invece la Parafrasi lombarda di S. Giovanni Grisostomo ha la tribo: Salvioni, Arch. glott. it. XII 438, St. fil. rom. VII 187, 218); il Sansovino, Del governo dei regni, Venezia 1567, p. 130, tenta le tribu. Qualche lessico cinquecentesco dà tribu, mentre la Crusca nelle prime edizioni cita solo tribo, sulla fede del Villani e di Dante. Il Borghini riconosce che ormai tribù predomina, quando scrive: “Resta a parlare della Tribù, anzi pur del Tribo, come questa voce pronunziavano i nostri padri, e maestri della lingua” (Dell'Origine della città di Fir. in Disc., I, p. 277; e passim Tribo). Come ha già notato il Marchesini (St. fil. rom., II, 6-7), si fa soprattutto sentire l'analogia del tipo virtù”, LN II (1940) 85. A questa vc. lat. si riconnettono in varia maniera molti der., talvolta con sign. così lontani, che non ne fanno immediatamente riconoscere l'orig. Innanzitutto tribunu(m), dapprima agg. (magistratu(m) tribunum ‘magistrato della tribù’), ripreso nel less. della Rivoluzione fr.: tribun ‘magistrato rappresentante la volontà popolare’ nel 1789, ma subito dopo anche ‘soprannome dato ai membri del partito estremista’ nel 1792, e ass. ‘demagogo, fazioso’ nel 1798, tutte accez. note all'it. tribuno. L'agg. di tribunu(m) era in lat. tribunale(m) ed in questa funz. si trova ancora nell'it. ant. tribunale (“apressandosi tucti ala heminente sedia del tribunale giudice per meglio intender”: sec. XV, A. Gallis, cit. in ZrPh XLV [1925] 509; e prima, nel sec. XIV, sedia tribunale in S. Agostino volgar.), ma fu presto sostantivato già in lat. col sign. di ‘luogo dove sedevano i tribuni’ e poi specialmente ‘seggio riservato ai giudici’ rimasto in it. La finale piuttosto rara del nom. lat. tribunal facilitò l'introduzione di una forma parallela tribuna(m) (con gli stessi sign. di tribunale(m)), che ha avuto anche dei continuatori pop. (Bosshard 312-313). A tribu(m) è legato anche l'agg. tributu(m) ‘che concerne la tribù’, presto sostantivato nel nt. tributu(m), perché l'imposta complessiva decisa dal popolo era ripartita per tribù. Un suo der. lat. è tributariu(m), it. tributare.
A. Severi