La Chiesa di San Ruffillo a Forlimpopoli sorse nel VI secolo, come uno degli avamposti del territorio esarcale. Venne costruita fuori dalle antiche mura cittadine e presentava un'abside verso Est con forma tipicamente bizantina: semicircolare all'interno e poligonale all'esterno. Una comunità di monaci benedettini nel 582 costruì un'abbazia accanto alla chiesa, dedicata a San Ruffillo.
Collegiata di San Rufillo. Facciata.
L'aspetto attuale è il risultato di numerose modifiche e ricostruzioni avvenute sia durante il Medioevo che in età moderna. Rispetto alle origini la chiesa conserva l'orientamento e la pianta basilicale.
In età medievale la chiesa è stata riedificata spostando l'abside più a Est di alcuni metri. Un'altra ricostruzione è avvenuta dopo la distruzione da parte del cardinale Albornoz nel 1361, in tale occasione velnne allargato anche il perimetro delle mura in modo da includere la chiesa nella città.
Nel 1819-21 fu rialzata la navata centrale e la chiesa venne allungata verso Ovest. La facciata fu interamente ricostruita con l'aggiunta del pronao neoclassico. Seguiranno i restauri del 1881-82 e quelli del 1961-63.
Collegiata di San Ruffillo. Veduta laterale.
Oggi l'esterno si presenta con facciata a capanna e nartece composto di otto colonne doriche architravate. In alto un finestrone a lunetta conclude la facciata ottocentesca.
All'interno del pronao, affiancano il portale due monumenti sepolcrali del XVI secolo: il Monumento a Brunoro I e il Monumento a Brunoro II Zampeschi.
Monumenti a Brunoro I e Brunoro II Zampeschi. Collegiata di san Ruffillo Forlimpopoli.
Sul lato Ovest sorge il campanile in stile lombardo. E' di pianta quadrata, costruito con mattoni, eccetto la base realizzata in blocchi di spungone. Gli angoli sono rinforzati da contrafforti che salgono fino alla sommità. La cella campanaria è traforata da quattro grandi bifore, la costruzione si conclude con una copertura conica.
Nonostante le numerose trasformazioni, all'interno sono ancora visibili le strutture medievali.
Collegiata di san Ruffillo. Navata centrale. Forlimpopoli.
Lo spazio, a schema basilicale, è diviso in tre navate per mezzo di otto colonne doriche e due pilastri che sostengono gli archi a tutto sesto. Lateralmente la chiesa si articola dodici cappelle. Il presbiterio è rialzato rispetto alla navata principale e si sviluppa in un'ampia abside.
Collegiata di san Ruffillo. Navata laterale. Forlimpopoli.
Passando in una cappella a destra del presbiterio e attraverso una seconda cappella retrostante, per mezzo di una scala si può accedere a una ambiente sotterraneo, dove sono visibili i resti paleocristiani della costruzione originaria e reperti di età romana, ritrovati durante gli scavi del 1961.
Numerose e pregiate sono le opere d'arte che si conservano all'interno.
Altare del Santissimo Sacramento. Collegiata di san Rufillo. Forlimpopoli.
All'interno della Collegiata di San Ruffillo a Forlimpopoli si trovano due dipinti appartenenti alla fase giovanile del pittore ravennate Luca Longhi (1507-1580), si tratta di due dipinti d'altare, eseguiti su tela, la Madonna in trono col Bambino e i santi Ruffillo e Antonio da Padova per l'altare Maggiore e la Madonna in Trono col Bambino e i santiValeriano e Lucia per la seconda cappella a destra, di fianco all'altare. Le due opere fanno parte di una stessa commissione poichè sono state richieste al giovane artista da Antonello Zampeschi, signore di Forlimpopoli, entrambe appartengono alla tipologia della sacra conversazione, dove la Madonna in trono col Bambino è circondata da santi e presentano lo stesso tipo di composizione e le stesse dimensioni di cm. 230x180. Si tratta infatti di due quadri collegati tra loro e che racchiudono anche l'intento di celebrare la famiglia Zampeschi.
Luca Longhi. Madonna col Bambino e i santi Valeriano e Lucia. 1528.
Olio su tela. cm. 230x180. Forlimpopoli, Chiesa di San Ruffillo.
La Madonna col Bambino e i santi Valeriano e Lucia firmata dall'autore sul gradino in basso a sinistra con la data 2 maggio 1528 è il primo dei due quadri eseguiti per lo Zampeschi.
Al centro, seduta su un trono posto su un basamento di marmo e con ai piedi un tappeto, la Madonna è rappresentata con il Bambino sulle ginocchia, fiancheggiata da sav Valeriano a sinistra e Santa Lucia a destra.
In primo piano e in scala ridotta rispetto alle figure sacre è rappresentato Brunoro I Zampeschi, padre del committente, morto nel 1525. Brunoro I è rappresentato inginocchiato in preghiera per ricordare che voleva donare alla chiesa l'altare di santa Lucia, costruito poi dal figlio dopo la sua morte. Sullo sfondo, dietro ai personaggi, si scorgono alcuni brani di paesaggio.
Il dipinto, prima opera nota del pittore, eseguita all'età di 21 anni, mostra com l'artista, con una tecnica già pienamente padronbeggiata, abbia fissato uno schema compositivo preciso insieme ad alcuni elementi stilistici fondamentali che verranno da lui ripresi e sviluppati elle'attività successiva.
Questo primo lavoro del giovane Longhi è quindi indicativo degli ottimi risultati iniziali della sua carriera artistica. E' subito già evidente l'inclinazione sentimentale e alcuni aspetti un po' ingenui caratteristici di una fase giovanile, ma è evidente anche la strutturazione già impostata secondo un certo equilibrio compositivo.
Luca Longhi. Madonna col Bambino e i santi Ruffillo e Antonio da Padova. 1530.
Olio su tela. cm. 230x180. Forlimpopoli, Chiesa di San Ruffillo.
Nell'abside della chiesa, dietro all'altare Maggiore si trova la Madonna in trono col Bambino e i santi Ruffillo e Antonio da Padova, realizzata ndue anni dopo all'all'altro dipinto, come attesta la data 15 aprile 1530 indicata in un cartellino in basso a sinistra, vicino alla firma del Longhi.
Anche in questo caso viene proposto uno schema compositivo triangolare con al centro la Madonna affiancata dai due santi: Ruffillo a sinistra e Antonio da Padova a destra. Il trono sorge su un alto basamento ricoperto da un tappeto e contenuto in un'edicola con un'abside semicircolare.La struttura architettonica presenta una decorazione policroma a grottesche su sfondo dorato. La Madonna sostiene il Bambino rappresentato in piedi in atto benedicente e con lo sguardo rivolto allo spettatore.
In primo piano e di dimensioni più piccole è effigiato il committente dell'opera Antonello Zampeschi, nella stessa posizione di Brunoro I che compare nell'altro dipinto. Il signore della città è raffigurato in armatura, con l'elmo appoggiato a terra. L'identificazione del personaggio è confermata anche dallo stemma che compare in basso sull'orlo del dipinto: le due spade d'argento incrociate su campo azzurro con la stella d'oro è infatti l'emblema degli Zampeschi.
Oltre alla vicinanza stilistica con la vicina pala con santa Lucia, si colgono riferimenti molto forti anche con lo Sposalizio mistico di Santa Caterina realizzato dal Longhi nel 1529 e ora conservato nella Pinacoteca di Ravenna. Sono infatti presenti le stesse componenti sceniche e compositive e una simile esecuzione tecnica. Secondo lo studioso Piraccini, rispetto all'opera ravennate, però nella pala con san Ruffillo si presenta già un momento di evoluzione poichè appare più forte la vicinanza alle opere romagnole di Francesco Francia Marco Palmezzano.
A. Cocchi
AA.VV. La rocca di Forlimpopoli, Comune di forlimpopoli, 1990
T. Aldini. La Chiesa Collegiata di San Rufillo in Forlimpopoli. Nuova Tipografia. Forlimpopoli 1989
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