Rappresentazione dello spazio e Prospettiva

Nella storia dell'arte, la rappresentazione dello spazio è stata affrontata più volte, con risultati ogni volta diversi e sempre legati ad un preciso contesto culturale, fino a diventare la forma simbolica di un'epoca.

Lo spazio visto dagli artisti

 

Portatore di concetti logici, di significati e valori, il pensiero dello spazio ha sempre avuto una forma complessa, perché è il risultato di una somma di esperienze, sensazioni, ricordi ma anche proiezioni mentali e immaginazione. Nell'arte lo spazio può essere inteso come fatto visivo, come prodotto di azioni e movimenti di un corpo, come luogo costruito e delimitato, come dimensione senza confini, come vuoto contrapposto al pieno, come manifestazione dell'interiorità, e così via.
Ma ci sono stati dei momenti in cui lo spazio ha trovato una configurazione caratteristica che ha finito per diventare un modello, la forma culturale di un'epoca. 
Gli eventi storici, insieme al pensiero filosofico e alle scoperte scientifiche e geografiche hanno avuto un peso determinante sulla sensibilità e l'immaginazione degli artisti.

Nella pittura italiana la rappresentazione dello spazio è diventato un tema fondamentale soprattutto tra il Basso Medioevo e il Rinascimento, quando è stato interpretato con soluzioni ogni volta nuove e diverse dai maggiori artisti del momento. Giotto, Simone Martini, Brunelleschi, Masaccio, Donatello, Mantegna, Leonardo, Bramante, Michelangelo e  Raffaello hanno dato allo spazio una valore espressivo di altissimo livello.

 

Giotto e la scatola spaziale

 

Nella pittura di Giotto si compie il passaggio dalla concezione dello spazio inteso come luogo spirituale a una visione più concretamente legata all'esperienza umana. Dallo studio della pittura romana antica Giotto recupera la rappresentazione della terza dimnensione, una profondità non infinita ma limitata alla vita, all'agire dell'uomo e alla sua capacità di comprendere, limitato rispetto a Dio, ma logico e razionale. La forma più compiuta del suo modo di rappresentare lo spazio si trova negli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova. Qui ogni scena è una scatola spaziale nitidissima, concepita come un palcoscenico in cui avviene la rappresentazione e in esso si conclude.

 

 

La prospettiva brunelleschiana

 


L'invenzione della prospettiva come sistema geometrico-matematico di disegno e progettazione viene attribuita a Filippo Brunelleschi, architetto e scultore fiorentino (nato nel 1377 e morto nel 1466) considerato uno dei grandi pionieri del Rinascimento, insieme allo scultore Donatello e al pittore Masaccio. La prospettiva brunelleschiana ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione dello stile del Rinascimento. Non solo ha permesso di rappresentare in modo verosimile lo spazio tridimensionale su un supporto a due dimensioni, come un disegno o un dipinto, ma si è anche rivelato un sistema formidabile di progettazione, basandosi su dati oggettivi e razionali.

L'invenzione della prospettiva è descritta da Antonio Manetti, architetto e matematico fiorentino, nel suo libro dal titolo Vita di Filippo Brunelleschi. Il Manetti riporta la testimonianza di un esperimento avvenuto a Firenze nella piazza di fronte al Battistero di San Giovanni. Brunelleschi aveva osservato che la percezione della profondità dello spazio è dovuta ad un punto di vista corrispondente all'occhio dell'osservatore e ad un punto di fuga in cui convergono tutte le linee parallele. Tradusse quindi la sua osservazione in alcune regole applicando alcuni principi di geometria e matematica. Per controllare la sua intuizione,  Preparò una tavoletta su cui aveva dipinto l'immagine del Battistero con un foro in corrispondenza del punto di vista e uno specchio anch'esso con un foro. Ponendosi sulla porta del Duomo di fronte al Battistero, guardando dal foro sul retro della tavoletta e tendendo davanti lo specchio, poté constatare che la visione reale del Battistero era corrispondente a quella dipinta.  Il suo metodo prospettico, oggi noto come prospettiva centrale, ebbe un successo enorme, per la sua natura razionale fu diffuso in tutto il mondo occidentale e divenne base del sistema di rappresentazione visiva fino ad oggi.

 


Piero della Francesca: lo spazio perfetto

 

Lo spazio rappresentato nell'opera di Piero della Francesca, come nella splendida tavoletta della Flagellazione di Urbino o nell'indimenticabile Battesimo di Cristo, sembra la traduzione visiva di un raffinatissimo teorema in cui logica, matematica e geometria trovano la loro più alta espressione poetica. 
Piero della Francesca dà allo spazio una dimensione mentale e simbolica, dove una luce bianchissima rende chiara e visibile ogni cosa rendendo percepibile alla mente umana la sua rivela la sua essenza soprannaturale. Lo spazio di Piero è un non-luogo, dove possono convivere età e località anche lontane tra loro, fondendosi attraverso il pensiero razionale in un momento perfetto ed eterno.
Oltre che uno dei massimi esponenti del Rinascimento, Piero è stato anche un grande matematico, autore di libri sulla matematica e la geometria il primo che ha elaborato le formule sui solidi regolari in modo da tradurle in una rappresentazione prospettica.


Andrea Mantegna: lo spazio continuo

 

 

In un capolavoro come la Camera degli Sposi a Mantova, Andrea Mantegna ha realizzato l'idea di uno spazio continuo  dove la separazione tra spazio reale e spazio pittorico si annulla. Nei suoi dipinti la parete si apre per stabilire la più completa e naturale continuità tra lo spazio fisico dello spettatore e quello percepito attraverso l'illusione prospettica.

Bramante: lo spazio sferico 

 

La visione dello spazio nell'opera di Donato Bramante subisce una nuova trasformazione. Passando dalla sua attività iniziale come pittore prospettico all'architettura, anche la rappresentazione tridimensionale sembra cambiare. La prospettiva di Bramante non è più semplicemente una sezione geometrica di piani che si succedono in una finestra aperta in profondità, ma è intesa come una visione circolare in cui l'uomo è al centro. Ne sono testimoni i suoi progetti architettonici e le costruzioni a pianta centrale. Ma il senso di spazialità espresso dalle architetture di Bramante è anche associato all'impressione di dinamismo. Le sue costruzioni appaiono come corpi dotati di vita ed energia, soggetti ad un moto continuo di rotazione, mondi perfetti, come nel Tempietto di San Pietro in Montorio e nel Progetto per la Basilica di San Pietro a Roma o fenomeni in continua evoluzione che si gonfiano e si espandono verso l'esterno come nella Tribuna di Santa Maria delle Grazie a Milano.

 

Raffaello: lo spazio totale.

 

Nella pittura di Raffaello la visione dello spazio si è maturata nel corso della sua formazione e ha continuato ad evolversi per tutta la sua carriera. L'infanzia trascorsa in Palazzo Ducale a Urbino, a contatto con Piero della Francesca, Bramante e altri artisti di spicco, forse più del suo apprendistato presso il Perugino, hanno permesso al pittore urbinate di conoscere i metodi più all'avanguardia della rappresentazione prospettica. 
Un'opera giovanile come lo Sposalizio della Vergine mostra già uno stacco evidente tra la visione a piani di profondità successivi del suo maestro - il Perugino - e la sua visione di uno spazio circolare e radiale dove anche gli uomini sembrano muoversi più liberamente.

Ma è durante il suo soggiorno a Roma negli affreschi delle Stanze Vaticane, che la sua visione dello spazio arriva ad una forma matura. Il rapporto tra gli affreschi delle volte e quelli delle pareti, soprattutto nella Stanza della Segnatura, è organizzato in modo da far sentire lo spettatore al centro di un mondo e di uno spazio totale. Cielo e terra, storia e idee, pensiero e azioni umane, volontà e disegno divino si manifestano in continui rimandi da un punto all'altro delle pareti e della volta e creano una rete di intrecci che si fondono nell'ideale platonico dell'armonia universale.

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
Mappa sintetica Prospettiva brunelleschiana

I principi fondamentali della prospettiva di Filippo Brunelleschi sono illustrati in modo chiaro su questa mappa di Geometrie fluide. Esempi e immagini aiutano a facilitare la comprensione.
 

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Bibliografia

 

La nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti 1986

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E. Capretti (a cura di) Sottotraccia. Dizionario iconologico e iconografico. Edizioni Scolastiche Mondadori Arte. Casarile (MI 2009)

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C. Rusconi, C. Agostini. Piccolo lessico in Fulget Crucis Misterium. Evoluzione dell'iconografia del Crocefisso: dal mistero alla cronaca.  Edizioni Il Cerchio collana Dominus dixit, 1991.

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