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I gladioli

Monet realizza I gladioli  nel 1873, in cui ritrae un dettaglio del giardino di casa sua.  Rispetto alla Grenouillere e alle altre opere realizzate ad Argenteuil, il processo della divisione dei colori è andato avanti, le pennellate si sono come frantumate, ma soprattutto Monet considera ogni pennellata come singola entità , che porta con sè un valore cromatico assoluto. Anche qui l'immagine non si disperde. àˆ come avere tante singole note o voci insieme in modo da ottenere un coro.
Il risultato è un effetto di vibrazione della superficie, che sembra percorsa da un formicolio di corpuscoli luminosi.
Alla base c'è una cultura scientifica e l'applicazione della legge di Chevreul sul complementarismo dei colori. Si fonda sul principio della scomposizione  della luce nei colori dell'iride. E considera che accostando tra loro i colori fondamentali, anzichè mescolarli sulla tela, l'occhio li ricompone, sommando la loro luminosità . àˆ un effetto ottico che viene amplificato al massimo quando si accosta una coppia di complementari.
L'effetto di fusione è una sintesi percettiva dovuta alla struttura dei nostri occhi.
Per esempio, sullo sfondo, se guardiamo a una certa distanza, vediamo il violetto-lilla molto chiaro. Se ci avviciniamo si vede che il violetto non c'è, Monet non l'ha usato. Ha usato tanti toni colorati: azzurro, arancione, rosa, bianco, uno vicino al'altro. Colti insieme la nostra percezione li riassume e vediamo il violetto-lilla.
Anche le ombre sono colorate, sono blu, viola, con dei riflessi di altri colori.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia:

L. Rossi Bortolatto. L'opera completa di Claude Monet. Classici Dell'arte Rizzoli, Milano, 1966
G. G. Lemaire. Monet. Dossier Art. Giunti, Firenze 1990
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerario nell'arte vol. 3 Dall'età  dei lumi ai nostri giorni Zanichelli, Bologna 1996
G.C. Argan L'Arte Moderna 1770/1970 Sansoni, Firenze 1980
AAVV La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti 1986
G. Dorfles, F. Laurocci, A. Vettese. Storia del'arte. L'Ottocento. Vol. 3. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2005

 

 
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