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Moltiplicazione dei pani e dei pesci

La scena della Moltiplicazione dei pani e dei pesci fa parte del ciclo di affreschi dipinti da Giovanni Antonio Bazzi, detto Sodoma nel Monastero di Sant'Anna in Camprena tra il 1503 e il 1504.
La scena si apre dietro a un portico con tre archi in cui Sodoma distribuisce uno spazio continuo, rigorosamente prospettico. Gli influssi perugineschi, assimilati al momento del suo primo soggiorno in Toscana, si rivelano nella composizione chiara ed equilibrata, in cui anche la moltitudine di personaggi che si raduna dietro a Gesù si dispone in modo ordinato. Sullo sfondo, in un paesaggio aperto, dilatato in larghezza e in profondità , i profili delle colline si perdono a vista d'occhio e degradano di tonalità  di versi sempre più chiari e azzurrini, inghiottiti da una percepibile foschia.
Anche la dolcezza in certi atteggiamenti delle figure e lo stagliarsi degli alberi con le fronde dipinte a mo' di ricamo ricordano i modi di Perugino.
Non mancano i richiami classici, soprattutto nella presenza di monumenti fin troppo conosciuti come il Colosseo e l'Arco di Costantino, che compaiono sullo sfondo.
Secondo alcuni studiosi, riferiti alla formazione milanese di Sodoma è invece la costruzione prospettica, che rinvia al Bramante e altre soluzioni e accorgimenti pittorici e tecnici che avvicinano la sua pittura all'ambiente lombardo.
Questo vale soprattutto per lo studio delle ombre, sviluppate in gradazioni chiare e trasparenti, in una ricca articolazione di mezzi toni, in cui sembra che il Bazzi abbia trasportato in affresco le ricerche pittoriche che già  aveva sviluppato su altri dipinti precedenti. Tra questi sono particolarmente significativi nel rivelare le radici lombarde dell'artista opere come le diverse versioni del tema della Pietà , tra cui quella di Santa Maria dell'Orto a Roma, il Compianto e il Salvator Mundi.
Nonostante il filtro dalla pittura umbra di Perugino e del Pinturicchio, anche questi affreschi riportano le tracce di quei suggestivi effetti e ricerche sulla luce portati avanti in maniera diversa da Leonardo, Zenale, Bramante e Bramantino nella Milano di Ludovico Sforza. Sembra riferirsi a quell'ambiente culturale anche l'inserimento di alcuni personaggi più "caratterizzati", dai visi segnati e dalle sembianze caricaturali. Vicino alla donna col velo, in netto contrasto col suo profilo classicheggiante, Sodoma inserisce una faccia più scura, dai lineamenti marcati e un'espressione così preoccupata da renderne i tratti in chiave grottesca. In questo stesso dettaglio si nota bene anche la tecnica pittorica: un tratteggio fitto di pennellate sottili e costruttive per rendere in pieno i volumi.

A. Cocchi


Bibliografia

R. Bartalini. Le occasioni del Sodoma. dalla Milano di Leonardo alla Roma di Raffaello.  Donzelli Editore, Roma, 1996
S. J. Freedberg. La pittura in Italia dal 1500 al 1600. Nuova Alfa Editoriale. Bologna, 1988
R e M. Wittkower. Nati sotto Saturno. La figura dell'artista dall'antichità  alla Rivoluzione francese. Giulio Einaudi Editore, Torino 1996
M. Sennato (a cura di) Dizionario Larousse della pittura italiana. Gremese editore, Roma 1993
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti.

 

* immagini in Bianco e nero tratte da: R. Bartalini. Le occasioni del Sodoma. cit.

 

 
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