Questo dipinto fa parte di una serie di dodici tele con storie della vita degli apostoli, realizzate ciascuna da un celebre pittore dell'epoca e destinate alla chiesa di San Stae a Venezia.
Appartiene alla fase giovanile di Giambattista Tiepolo e ai suoi modi più drammatici. Il taglio compositivo è impostato sulle diagonali, i colori sono molto caldi e in prevalenza scuri, i contrasti di luce-ombra sono violenti. Tutti elementi che denotano una forte vicinanza alla pittura del Piazzetta.
A ciò si aggiunge la componente teatrale della scena: i perrsponaggi hanno espressioni e gesti esagerati, le figure solenni vengono messe in evidenza nella loro enfasi, sottolineati dai contrasti di luce abbagliante e zone buie, organizzate sepientemente come in una regia.
Questo tono aulico, declamatorio è un elemento constante della sua pittura dove i personaggi sono sempre in posa e la scena sembra più recitata che vissuta.
c'è una ricerca di teatralitàche toglie l'effetto di tragedia, ma punta su quello spettacolare e fantastico che emergeràin maniera più compiuta e uno stile più personale negli affreschi.
A. Cocchi
Bibliografia
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A. Ottani Cavina, Lezioni di Storia delle Arti, UniversitÃÂ di Bologna, 1984
P. Adorno, A. Mastrangelo. Arte. Correnti e artisti. Volume secondo Dal Rinascimento ai giorni nostri. Casa editrice G. D'Anna, Messina-Firenze 1998