Martirio di San Bartolomeo

Questo dipinto fa parte di una serie di dodici tele con storie della vita degli apostoli, realizzate ciascuna da un celebre pittore dell'epoca e destinate alla chiesa di San Stae a Venezia.
Appartiene alla fase giovanile di Giambattista Tiepolo e ai suoi modi più drammatici. Il taglio compositivo è impostato sulle diagonali, i colori sono molto caldi e in prevalenza scuri, i contrasti di luce-ombra sono violenti. Tutti elementi che denotano una forte vicinanza alla pittura del Piazzetta.
A ciò si aggiunge la componente teatrale della scena: i perrsponaggi hanno espressioni e gesti esagerati, le figure solenni vengono messe in evidenza nella loro enfasi, sottolineati dai contrasti di luce abbagliante e zone buie, organizzate sepientemente come in una regia.
Questo tono aulico, declamatorio è un elemento constante della sua pittura dove i personaggi sono sempre in posa e la scena sembra più recitata che vissuta.
c'è una ricerca di teatralità che toglie l'effetto di tragedia, ma punta su quello spettacolare e fantastico che emergerà in maniera più compiuta e uno stile più personale negli affreschi.

A. Cocchi


Bibliografia

F. Pedrocco. Tiepolo. Dossier Art n. 115. Giunti, Firenze 1996.
G. Piovene, A. Pallucchini. L'opera completa di Tiepolo. Classici dell'arte Rizzoli. Milano, 1966
G. Romanelli. Il teatro della luce in: Art e dossier 115. Giunti, Firenze 1996.
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986
A. Ottani Cavina, Lezioni di Storia delle Arti, Università di Bologna, 1984
P. Adorno, A. Mastrangelo. Arte. Correnti e artisti. Volume secondo Dal Rinascimento ai giorni nostri. Casa editrice G. D'Anna, Messina-Firenze 1998


 

 

 
Approfondimenti
Loading…