Leonardo da Vinci. Le proporzioni del corpo umano. Dett. 1490 ca. Punta metallica, penna, inchiostro, acquerello su carta. Venezia, Galleria dell'Accademia
L'uomo vitruviano disegnato da Leonardo da Vinci è l'immagine simbolo del Rinascimento, una raffinata cultura artistica secondo la quale l'uomo è al centro dell'universo.
Intorno al 1490, mentre si trovava a Milano, alla corte di Ludovico Sforza, Leonardo da Vinci disegnò su un foglio le proporzioni del corpo umano. Il disegno, oggi conosciuto come l'Uomo vitruviano è conservato alla Galleria dell'accademia di Venezia. E' stato eseguito con punta metallica, penna e inchiostro e con tocchi di acquerello su un foglio di carta bianca.
Leonardo da Vinci. Le proporzioni del corpo umano. 1490 ca. Punta metallica, penna, inchiostro, acquerello su carta. Venezia, Galleria dell'Accademia
Leonardo da Vinci, artista e scienziato, è sempre stato affascinato dallo studio dell'anatomia umana. Considerava l'uomo come una macchina perfetta, fatta di corpo e spirito, molto complessa, che andava analizzata con attenzione e studiata per capirne il funzionamento. Affermando che 'L'uomo è detto da li antichi mondo minore' egli concepiva il corpo umano come microcosmo perfetto e così completo da essere un modello anche per l'architettura: 'Come dice el nostro Vitruvio, a sua similitudine dobiam proportionare ogni edificio'
Durante il soggiorno milanese Leonardo trovò l'ambiente giusto per approfondire le sue conoscenze. Si applicò allo studio dell'anatomia attraverso la dissezione dei corpi e disegnando ogni parte e affiancò a queste analisi lo studio delle proporzioni. Molti scritti e disegni testimoniano che Leonardo in quel momento riprese gli insegnamenti ricevuti dal suo maestro Verrocchio a Firenze.
Leonardo da Vinci. Anatomia femminile. Penna, inchiostro bruno, acquerello su cartoncino. Windsor, Royal Library
Prese in esame anche libri e trattati degli studiosi che in passato si erano dedicati a questo tema. Uno dei libri più famosi ai suoi tempi era il testo latino di Vitruvio, il De Architectura, scritto nel I secolo dopo Cristo. Questo testo era già molto noto in passato, ripreso già da Plinio il Vecchio ancora in epoca romana e riscoperto nel Rinascimento da artisti come Leon Battista Alberti, autore di diversi trattati, tra cui il De Re Aedificatoria.
Leonardo non conosceva il latino ma potè analizzarne i contenuti grazie all'aiuto di un altro artista: Francesco di Giorgio Martini che divenne suo amico e collaboratore durante la sua permanenza a Milano alla corte di Ludovico il Moro.
Francesco di Giorgio Martini. Palazzo della Signoria. 1486-1551. Jesi
Foto Di Parsifall - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=88601451
Francesco di Giorgio Martini era un architetto, teorico dell'architettura e ingegnere militare che aveva lavorato in tutta Italia e in quel momento si trovava al servizio degli Sforza. Quando nell'estate del 1490 fu inviato insieme a Leonardo a Pavia per controllare i lavori del Duomo di quella città aveva già scritto il suo Trattato di Architettura e affrontato il tema delle proporzioni.
Francesco di Giorgio Martini. Una pagina del Trattato di Architettura civile e militare. 1470 ca. Torino, Biblioteca Reale.
Durante il viaggio, i due si scambiarono le loro osservazioni e Francesco lasciò a Leonardo una copia dei suoi scritti insieme alla traduzione in volgare dei Dieci libri di Architettura di Vitruvio.
Leonardo riprese gli insegnamenti dello scrittore romano, operò delle correzioni in base alle sue personali conoscenze sull'anatomia e sulla geometria e arrivò a disegnare questa famosa figura. Si era infatti reso conto che, rispetto ai corpi maschili da lui studiati da vero, le indicazioni di Vitruvio non erano esattamente corrispondenti e gli errori andavano corretti. Osservando le proporzioni reali dei corpi e riportandole nei suoi disegni ne trasse una figura ideale. Si accorse che puntando un compasso sull'ombelico con l'apertura fino alla punta del piede si poteva ottenere un cerchio comprendente tutta la figura con braccia aperte verso l'alto e gambe divaricate. Inoltre la stessa figura umana con braccia aperte e piedi uniti poteva essere iscritta in un quadrato con le diagonali passanti per il pube. Quindi ne derivò che la figura umana può essere disegnata nelle sue perfette proporzioni applicando la geometria e servendosi di un compasso e una squadra: un sistema più preciso, ma anche più semplice e immediato rispetto all'uso del modulo indicato da Vitruvio.
Oltre a questo. all'interno del disegno di Leonardo si trovano anche alcuni importanti significati simbolici che rinviano alla filosofia neoplatonica e sono molto presenti nell'arte rinascimentale.
Il quadrato, per gli artisti del rinascimento, è spesso interpretato come immagine del mondo terreno. Infatti i suoi quattro lati sono intesi come le quattro direzioni dello spazio, i quattro punti cardinali. Il quadrato è anche un simbolo di razionalità umana, per le sue proporzioni elementari e perfette, il rapporto 1:1 dei lati, gli angoli identici e le linee verticali e orizzontali, le diagonali disposte a 45 gradi.
Il cerchio è inteso come la più perfetta di tutte le forme, è l'immagine dell'Universo ed è associato alla perfezione assoluta di Dio. Disegnato sulla figura umana allude anche al principio religioso dell'uomo disegnato a immagine di Dio contenuto nella Bibbia.
La figura dell'uomo vitruviano di Leonardo è quindi la manifestazione visiva della centralità dell'uomo inteso come microcosmo (il corpo umano) che rispecchia il macrocosmo (l'universo), interpretazione rinascimentale dell'uomo come 'specchio dell'universo' espressa dai filosofi greci.
Questo disegno venne talmente apprezzato che fu utilizzato come illustrazione nelle edizioni del trattato di Vitruvio curato da Fra Giocondo , stampato a Venezia nel 1511 e in quella a cura di Cesare Cesariano, stampata a Como nel 1521.
Illustrazione a stampa del Trattato di Architettura di Vitruvio
a cura di Cesare Cesariano. Stampato a Como nel 1511
A. Cocchi
Leonardo da Vinci.
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Enciclopedia dell'arte Garzanti, 1986
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
P. Adorno, A Mastrangelo. Dell'arte e degli artisti. Vol. 2 Il Rinascimento. Casa editrice D'Anna. Milano, 2005