Jean Louis Théodore Géricault. La corsa di Epson. 1821. Olio su tela. Parigi, Louvre
La pittura di Gericault è percorsa da una tensione continua, una lotta appassionata contro il tempo, alla ricerca di un linguaggio pittorico libero da convenzioni e capace di trasmettere con immediatezza emozioni profonde.
Jean-Louis-Théodore Gericault nacque a Rouen nel 1791, tutta la sua carriera si svolse in un periodo di una quindicina d'anni, perché iniziò a dipingere solo dopo gli studi e morì a quasi 33 anni. Trascorse l'ultimo anno della sua vita paralizzato, in seguito a una caduta da cavallo.
I suoi soggetti preferiti erano i cavalli e anche la figura umana, lasciò parecchi studi anatomici e ritratti.
Secondo i suoi contemporanei era un artista molto disordinato, lavorava senza un programma apparente e affrontava molti generi diversi. Punto fermo per la ricostruzione della sua evoluzione stilistica sono i cavalli, tema ricorrente che denota la sua grande passione.
Géricault ha avuto una carriera brevissima e di grande intensità, con conseguenze molto forti nella pittura, perché è riuscita a provocare un mutamento profondo, stravolgendo le regole accademiche. Il suo stile è impostato su un classicismo naturalistico che richiama Caravaggio.
Dai biografi, dalle lettere e dalle testimonianze degli amici, risulta un'infanzia e un'adolescenza serena. Sembra che sia stato molto amato e sempre circondato da amici, che ne parlano come di un ragazzo semplice, modesto.
Géricault proveniva da una famiglia benestante di proprietari fondiari. Crebbe nel periodo drammatico della Rivoluzione, la sua famiglia si trasferì a Parigi nel 1797, il padre abbandonò la sua professione di avvocato per lavorare in una manifattura di tabacco. Theodore venne subito messo in un collegio. Qui ricevette un'istruzione classica, non è stato un ottimo allievo, ma si dimostrò molto portato per il disegno. il suo professore, Bouillon, un tempo allievo di David, aveva notato il suo talento naturale.
Jean Louis Théodore Géricault. Cavallo arabo grigio-bianco. 1824 ca. Olio su tela. Rouen, Museo di Belle arti
La sua formazione si è basata soprattutto sul disegno dal vero, e nelle sue opere c'è sempre un forte rapporto con la realtà .
Nel 1808, nello stesso anno in cui morì la madre, nonostante il divieto del padre, Theodore, diciassettenne, lasciò il liceo senza finire gli studi.
Alla fine dell'estate dello stesso anno si comprò un cavallo. Già eccellente cavallerizzo, capace di montare senza sella, dedicò molto tempo ad esercitarsi e per i cavalli mostrò una vera passione, partecipando a gare e spettacoli equestri. A questa decisione si affiancò quella di fare il pittore. viene descritto come un bel ragazzo, elegante, ricco, pieno di amici e di donne, a cui la vita sembrava sorridere.
Riuscì a farsi ammettere nell'atelier di Carl Vernet, pittore di una certa fama, specializzato in scene di genere. Ma anzichè seguire le indicazioni del maestro Gericault si ostinò a dipingere cavalli e scene di battaglie.
Nel 1810 lasciò l'atelier di Vernet ed entrò in quello di Pierre Narcisse Guérin, un discepolo di David. Guérin era un pittore accademico, neoclassico, rigoroso, un teorico puro, appassionato di geometria. Gericault in questo periodo lavorò moltissimo, però non fu è apprezzato dal maestro, Guerin era sorpreso dalla stranezza del suo stile, e soprattutto dai colori irreali che usava. Theodore rimase nel suo atelier solo sei mesi.
Nel 1811, riuscì a sottrarsi alla leva militare perché il padre gli pagò un sostituto e lui potè dedicarsi tranquillamente a dipingere i suoi cavalli. Passaò anche molto tempo nelle sale dei musei parigini per studiare e copiare i maestri del passato, come Raffaello, Tiziano, Poussin, Caravaggio, Rembrandt, Rubens, Van Dyck. Nel 1812 si iscrisse all'Ecole delle Belle arti e all'esame di ammissione presentò alla giuria un Ritratto equestre che venne accolto con discreto successo. Dopo questo quadro Gericault continuò a realizzare, senza uno scopo preciso, studi di cavalli e soldati.
Nel 1813 aprì il suo studio, vicino a Montmatre. realizzò altre opere ed esposene nei salons parigini, ma la critica non fu benevola. L'insuccesso gli pesava molto, incrinando il suo equilibrio psicologico, ma Gericault continuò ostinatamente nella sua attività disordinata.
Nel 1814, all'improvviso decise di entrare come moschettiere al servizio del re Luigi XVIII. Ma con la disfatta di Napoleone nel marzo 1815 e la fuga del re in Belgio venne sciolto il suo reggimento e finì anche l'avventura militare di Gericault.
Seguì un periodo difficile, caratterizzato da un affare sentimentale drammatico (divenne l'amante della moglie di uno zio) e Gericault cominciò ad avere momenti di depressione, finché abbandonò l'atelier. Riprese a studiare i classici, come Raffaello, Poussin e Michelangelo, realizzò un numero imprecisato di piccole sculture in terracotta, di cui ne rimane una soltanto e alcuni quadri.
Nel 1816 soggiornò in Italia, a Firenze e a Roma, per approfondre la sua conoscenza degli artisti del Rinascimento. Disegnò e dipinse quello che vedeva per le vie e le piazze di Roma o nel corso delle sue passeggiate. Si recò anche a Napoli e a Paestum, poi ritornò a Parigi. Come al suo solito, Gericault si disperse e si impegnò in più direzioni contemporaneamente. Realizzò anche alcuni paesaggi e si dedicò alla tecnica della litografia con ogni genere di soggetti.
Nel 1818, in seguito alla vicenda del naufragio della nave "Medusa", Gericault decise di dedicarsi alla realizzazione della celebre composizione ispirata a quella vicenda. Gericault riaprì uno studio, si isolò frequentando solo pochi amici, e di concentrò sul suo lavoro. L'esecuzione della Zattera della Medusa, particolarmente impegnativa, durò circa un anno, ma esposto al Salon parigino non venne compreso, anzi scandalizzò i critici. Gericault non ricevette il successo che si aspettava e la delusione aggravò la sua depressione.
A Parigi venne preso in cura da un brillante e giovane medico, specializzato in malattie mentali, Etienne-Jean Georget. Grazie a lui, Gericault si riprese e su suo consiglio, nel 1820 partìer l'Inghilterra. A Londra espose nuovamente la Zattera ed ottenne un grande successo di critica e di pubblico. A Londra raggiunse una certa notorietà e ricevette una serie di commissioni. Dopo un viaggio a Bruxelles e un'altra esposizione di successo della Zattera a Dublino, nel 1821 tornò a Parigi.
In questo periodo iniziò una serie di Ritratti di alienati, probabilmente dipinti per il dottor Georget. Nel 1822 due cadute consecutive da cavallo gli causarono una frattura al midollo spinale. Continuò a lavorare finché le conseguenze dell'incidente non lo costrinsero definitivamente a letto paralizzato. Morì nel 1824, dispiaciuto di non aver dipinto abbastanza.
Ci rimane solo l'abbozzo di un grande artista, restano molti studi ed esercitazioni e non molti quadri. Nonostante il talento non raggiunse la fama durante la sua breve vita. L'importanza della sua opera venne avvertita più tardi, dagli artisti delle generazioni successive, fatta eccezione per Delacroix, che ne riconobbe immediatamente la forza innovativa.
A. Cocchi
L'arte di Théodore Gericault, principale interprete del Romanticismo francese, è spiegata in modo chiaro e sintetico in questa mappa di Geometrie fluide. Sono descritte le principali opere dell'artista, con riferimenti allo stile e alla tecnica e cenni sulla vita.
Romanticismo.
Mappa concettuale con caratteri generali dello stile ed esempi dei principali esponenti. Autore: A. Cocchi
Questa mappa può essere scaricata come documento PDF
Il Romanticismo è un fondamentale fenomeno artistico e culturale dell'età moderna. La mappa di Geometrie fluide evidenzia le caratteristiche e gli artisti principali attraverso l'esempio di alcuni capolavori accompagnati da brevi e chiare spiegazioni
Vuoi dedicare un'opera di Gericault a qualcuno? Vedi: l'opera Ritratto di alienata vista da Ugo.
E. Bernini, R. Rota Figura 2. Profili di storia dell'arte. Editori Laterza, Bari, 2002
La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti.
L'opera completa di Gericault. Classici dell'arte Rizzoli.
G.G. Lemaire Gericault. Dossier Art n. 104 Giunti, Firenze, 2005