Nei documenti e nelle cronache medievali la costruzione di un edificio importante, come una cattedrale o un'abbazia, è spesso associata al committente promotore e non all'architetto.
Affreschi, rilievi e miniature mostrano spesso i committenti o i donatori rappresentati davanti all'edifico o mentre offrono un modellino della costruzione alla divinità . Nei documenti i committenti sono indicati dai verbi "fecit", "construxit" o nomi come "aedificator" o "fabricator", che non significa propriamente "costruttore", ma "colui che ha voluto la costruzione".
La costruzione delle chiese in età romanica e gotica è mossa da finalità che superano quella propriamente artistica. L'importanza di tali imprese, ha sempre rivestito un significato politico, di propaganda ideologica e sociale.
Esistono tipi diversi di committenti:
il committente-ideatore che definisce forme e caratteristiche secondo le sue idee e il suo gusto imponendole agli esecutori dell'opera.
Il committente-finanziatore che fornisce solo i capitali per la costruzione senza intervenire nell'ideazione.
A volte il committente può essere insieme sia ideatore che finanziatore.
Altre volte le opere sono commissionate da gruppi di persone facoltose, da confraternite, dal clero e dai sovrani. In età comunale le commissioni possono essere appoggiate dai notabili e rappresentanti della città .
Gli esponenti dei ranghi più alti del clero, in genere dotati di potere e vasta cultura figurano spesso come coommittenti.
Dagli antichi documenti risultano molti nominativi di illustri vescovi o Abati. Nell'XI secolo, Bernardo, vescovo di Hildesheim, dirige la costruzione dell'Abbazia di San Michele. Un nome spesso citato nella ricostruzione di numerose chiese è quello di Guglielmo da Volpiano, che diresse anche la costruzione della Rotonda di Saint-Benìgne a Digione. Il vescovo inglese Aethewold è un Theoreticus arcitectus che si dedica alla costruzione e ricostruzione di monasteri, mentre Il vescovo di Osnabruck, Benno, si occupa di opere edilizie durante l'XI secolo. In Italia una delle figure più note è quella dell'Abate Desiderio, che ha ideato la costruzione dell'Abbazia di Sant'Angelo in Formis.
E' anche facilmente immaginabile che il dialogo tra committenti ed esecutori potesse essere a volte sinergico, a volte conflittuale. In età gotica molte discussioni saranno smussate grazie all'impiego di disegni, che permetteranno in partenza di evitare abbattimenti e rifacimenti.
Infine, a partire dal XII secolo, in molte città vengono istituiti appositi organi di controllo e addetti alle costruzioni: le "Operae", dotate di riconoscimento giuridico e organizzarte in modo gerarchico.
A. Cocchi
Bibliografia e sitografia:
E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull'arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell'arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008
M.M.Elia Città e lavoro intellettuale, in Storia dell'arte Italiana . Vol. 1 Questioni e metodi. Giulio Einaudi Editore, Torino 1979