La Villa di Teodorico

La Villa di Teodorico

Gli scavi della villa

Bibliografia

 

La Villa di Teodorico

 

 

Una delle tappe più interessanti per il turista appassionato di archeologia è il sito archeologico della Villa di Teodorico presso Galeata, in provincia di Forlì, rarissimo esempio di arte e architettura altomedievale riferita al popolo dei Goti.
La Villa di Teodorico si trova in località Pantano, a tre chilometri dall'abitato di Galeata.

 


Mosaici Villa di Teodorico. Pantano, Galeata,

 


Per raggiungerla, da Galeata, si prende la strada statale n. 24, in direzione del Passo delle Cento Forche e Premilcuore. Quando si incontra la biforcazione si gira a destra, verso Pantano. In via Pantano, circa mezzo chilometro prima della chiesa romanica della Madonna del Pantano, si arriva alla Villa di Teodorico.

 


Villa di Teodorico, Galeata. Veduta degli scavi


Per la visita al sito archeologico della Villa di Teodorico,  attrezzato per il pubblico e utile anche per una fruizione didattica, ci si può rivolgere all'Ufficio Cultura del Comune di Galeata, tel. 0543.975411

La Villa di Teodorico a Galeata è un grande complesso architettonico costruito tra il V e il VI secolo sopra precedenti costruzioni di epoca romana.

Anche la stessa villa teodoriciana è sorta in più tappe e rivela uno sviluppo stilistico che da un'iniziale impronta tardoromana e ancora classica volge poi ad una stilizzazione e decorativismo bizantini, che trova riscontro nei coevi esempi ravennati. Sono stati fatti paragoni con il Palazzo di Teodorico a Palazzuolo di Ravenna (poco conosciuto per l'esiguità dei resti) e  al mosaico con il Palazzo di Teodorico in San'Apollinare Nuovo a Ravenna.

 

Palazzo di Teodorico. Mosaico. VI sec.  Ravenna, Sant'Apollinare Nuovo.

 

 Le parti ritrovate riguardano soprattutto la pianta del palazzo, ma alcuni reperti rivelano che gli edifici erano spesso coperti a volta ed erano presenti rivestimenti in marmo e pavimenti in mosaico.  L'analisi della planimetria però offre già importanti informazioni sulla disposizione e caratteristiche degli ambienti, strutturati secondo la tipologia di una grandiosa villa tardo-romana.

 

Plamnimetreia della Villa di Teodorico a Galeata.
Fonte: www.archeobologna.beniculturali.it

 

la Villa di Teodorico non è un edificio unico ma consiste in un insieme di costruzioni collegate tra loro con lunghi corridoi e articolate in diverse direzioni.

Nell'insieme finora scoperto si distinguono due grandi aree:

- La residenza teodoriciana

- Il quartiere termale.

La residenza di Teodorico, recuperata solo in parte, presenta un grande cortile centrale all'aperto, con il pavimento in lastre di pietra arenaria, provvisto al centro di vasca rettangolare.  Intorno al cortile si distribuiscono diverse stanze, in alcuni casi disposte secondo un ordine di simmetria.

 


Veduta di una parte delle Terme della Villa di Teodorico a Galeata. V-VI sec.
Fonte:www.archeobologna.beniculturali.it

 

Alla residenza principesca, tramite un lungo ambulacro  si collegava un sontuoso quartiere termale, luogo esclusivo dedicato all'ozio, al benessere e alla cura del corpo. Le terme occupano un'area piuttosto vasta e si distinguono in settore estivo e settore invernale, composti  di diversi ambienti riscaldati collegati  ad altri ambienti raffreddati: il laconicum, calidarium e il tepidarium, il frigidarium e numerose vasche, sale da pranzo e stanze per il riposo e per rinfrescarsi d'estate; secondo un sistema ampiamente utilizzato in età romana.
Il complesso termale presentava una struttura articolata e su due piani, interni lussuosi, illuminati da grandi finestre, rivestiti in marmo e coperti con volte sostenute da pilastri.

Oltre a qualche oggetto di arredo, quali ceramiche e vetri, spesso in stato frammentario, sono state ritrovate alcune tessere i mosaico sia pavimentale che parietale e pochi frammenti di decorazione scultorea. Tra questi ultimi, una buona parte apparteneva ad elementi architettonici scolpiti in pietra arenaria con motivi ad intreccio, secondo il gusto bizantino e collocabili ad un momento già successivo all'età teodoriciana. Da ciò si desume che l'esistenza e l'uso del palazzo abbia coperto un periodo non troppo ristretto dell'Alto medioevo.
L'insieme dei reperti testimonia una qualità e una ricchezza che doveva appartenere ad un edificio indubbiamente importante, il cui splendore è soltanto ipotizzabile.

 

 

Bronzetto equestre. 268-266 a.C. Prroveniente dagli scavi del Palazzo di Teodorico.


 
La visita può proseguire anche visitando il Museo Civico Mambrini  a Pianetto, dove sono conservati anche tutti gli oggetti e i materiali di arredo e decorazione ritrovati in questo sito.

 

Gli scavi della villa

 

Nei pressi di Galeata, (un comune della Valle del Savio in provincia di Forlì) in località Pantano, nei poderi La Poderina-Saetta un’équipe dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma guidata da Siegfried Fuchs e Friedrich Krischen nel 1942, in collaborazione con la Soprintendenza alle Antichità di Bologna, ha eseguito una campagna di scavi per cercare i resti del palazzo che Teodorico vi avrebbe fatto costruire agli inizi del VI sec. d.C.  In quell'occasione fu individuata parte di un grande complesso architettonico, con aree e vani annessi, interpretato come il Palazzo teodoriciano, costruito a sua volta su precedenti edifici romani.  L'identificazione con la proprietà di Teodorico si è basata sia su un testo medievale, la "Vita di Sancti Hilari galeatensis", dell'VIII secolo, contenente la leggenda di Sant'Ilario - o Ellero - e del suo incontro con il re dei goti Teodorico,  e sia su antiche testimonianze secondo le quali Teodorico si trovava a Galeata con i suoi esperti per riparare l'acquedotto traianeo che doveva portare l'acqua del fiume Bidente a Ravenna. I due archeologi tedeschi hanno pensato che i resti fossero riferiti al palazzo di caccia del sovrano, ritenendolo un eccezionale esempio di architettura gota trapiantata in Italia. In realtà si è potuto poi constatare che si tratta di una struttura tipicamente tardoromana.

Le ricerche si interruppero a causa della guerra e ripresero solo nel 1968, in modo poco accurato, poi l'area vene interrata e segnalata con un cippo.

Nel 1998 ripresero gli scavi condotti in collaborazione dal Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, con la direzione del Prof. Sandro De Maria e guidati sul campo dal Prof. Riccardo Villicich. I nuovi interventi hanno permesso di capire che i resti ritrovati nel '43 sono solo una parte di una grande villa costruita tra la fine del V e l'inizio del VI secolo. Si è  constatato che per le caratteristiche, le dimensioni e la fastosità degli appartati decorativi si trattava di una villa principesca tardoromana, mentre per la datazione e le coincidenze storiche sembra certo che si tratti proprio della Villa di Teodorico. Con il proseguimento dei lavori sono stati riportati alla luce i resti di un vasto complesso, comprendente diverse costruzioni e un grandioso impianto termale. La parte più prestigiosa della residenza reale è stata ritrovata solo in parte poichè una zona è stata distrutta in seguito all'esondazione del fiume Saetta  mentre  un'altra parte è probabilmente rimasta sotto alla strada del Pantano.

Durante gli scavi più recenti sono state anche individuate diverse fasi costruttive dimostrando che il luogo è stato frequentato per parecchi secoli, dall'età preromana fino ad oltre il IX secolo. Sono stati recuperati frammenti di ceramica della tarda ètà del ferro, tracce di ville di età romana repubblicana e di età imperiale, che rappresenta la parte più consistente, segue la costruzione  teodoriciana e poi sono state eseguite modifiche posteriori.

I lavori si sono conclusi nel 2010 quando è stata inaugurata l'area temale della Villa di Teodorico. Le ricerche hanno riportato alla luce resti di epoca romana e strutture di età teodoriciana. All'età teodoriciana risalgono numerosi oggetti di stile bizantino, goto e longobardo. Tutti i reperti ritrovati in seguito agli scavi oggi sono conservati nel Museo Civico Mambrini a Pianetto, presso Galeata.

 

 

Video da You tube con la notizia degli scavi trasmessa da Rai 3.

 

 
Oggi il sito archeologico, segnalato da in cippo di pietra, è aperto alle visite di turisti, appassionati e studiosi ed è attrezzato per una fruizione didattica. Per infornmazioni e visite ci si può rivolgere all'Ufficio Cultura del Comune di Galeata, tel. 0543.975411

 

A. Cocchi

 

 

Bibliografia e sitografia




AA.VV. Galeata. I monumenti. Il Museo. Gli scavi di Mevaniola. Società di Studi Romagnoli. Ed. La Fotocromo Emiliana, Bologna 1983
W. Bendazzi, R. Ricci, G. Ricci. Guida alla conoscenza della città di Ravenna. Edizioni Sirri. Ravenna 1984
E. Leoncini. L'abbazia di S. Ellero. a cura della Associazione Culturale "Don Guido Facibeni". Premiato Stabilimento Tipografico dei Comuni di Santa Sofia, 1993
H. Furmann in: Archäologischer Anzeiger. Beiblatt zub Jarbusch des Archaologischen Instituts, 1940
S. Fuchs. Galeata, Vorlaugifer Bericht in: Archäologischer Anzeiger. Beiblatt zub Jarbusch des Archaologischen Instituts, 1942
S. Fuchs. Der Palast des Theodorich in Galeata bei Forlì in: Germanien XV, 1943
G.Jacopi. Galetata (Forlì). Scavo in località Saetta  in: : Archäologischer Anzeiger. Beiblatt zub Jarbusch des Archaologischen Instituts, 1943
P. Lévéque. Le palais de Théoderic le Grand a Galeata in: Revue Archeologique XXVIII, 1947
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A. Santarelli in: Notizie degli scavi. 1882 e 1894
http://www.archeobologna.beniculturali.it

 

 

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