L'antica Mevaniola

L'antica città romana

Gli scavi di Mevaniola

I reperti più importanti

Bibliografia

 

 

L'antica città romana

 

La città romana di Mevaniola, il cui nome indica:"piccola Mevania", era situata pesso Pianetto, un'area in cui si trovano oggi altri importanti testimonianze storico-artistiche, come i resti della Rocca medievale e il complesso rinascimentale di Santa Maria dei Miracoli.

In base ai ritrovamenti, l'antico nucleo urbano sorgeva su un pianoro lungo una strada che collegava il versante romagnolo a quello toscano dell'Appennino e  doveva occupare uno spazio di 200x 100 metri. Non sono state trovate tracce di muri di cinta. L'abitato era attraversato da una via principale ed al centro era presente un ampio piazzale: il foro, circondato da edifici pubblici. Tra questi si riconoscono i resti di un edificio a pilastri, un teatro e le terme. Fuori dalla città era situata una necropoli.

 


Resti del Teatro di Mevaniola. Fonte: www.archeobologna.beniculturali.it



Il luogo era già abitato in età preromana, almeno dal V secolo a. C. Il passaggio sotto il dominio romano di Mevaniola avvenne nel 266 ; venne abbandonato, per motivi non conosciuti, nel IV-V secolo dagli abitanti che si trasfeririono a Galeata.

 

Gli scavi di Mevaniola

 

Le ricerche archeologiche sul territorio di Galeata  iniziarono con le prime scoperte casuali del 1934, quando Monsignor Mambrini ritrovò alcuni mosaici pavimentali nella località Monastero di Galeata. Tali reperti gli permisero di identificare l'antica città di Mevaniola. Seguirono le campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza  Archeologica di Bologna.

Da ricordare sono gli scavi degli anni 1948-49, che permisero il ritrovamento di alcuni tratti di muratura e parti di pavimenti.
Più verso nord-est, nel 1951, E. Contu, diresse gli scavi che riportarono alla luce un pozzo, un piccolo canale lastricato, alcune basi in marmo e la famosa Chiave con testa di cane del I secolo d. C.

 

Veduta dei resti delle Terme di Mevaniola. (Foto: A. Cocchi)



Nel settembre del 1998 il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna, diretto dal prof. Sandro De Maria, riprese le ricerche e i lavori proseguirono negli anni successivi.
I nuovi scavi confermarono i primi risultati: a partire dal I secolo, sul posto fu costruita una grande villa romana, forse parte di un complesso di edifici. Le costruzioni si ampliarono poi in età tardoantica con strutture imponenti, padiglioni ed edifici distaccati. Purtroppo restano conservate sole le fondamenta e anche la datazione risulta approssimativa.
Proseguendo gli scavi, nel 1999-2000 a sud-est rispetto al primo sito, è stato scoperta un'altra area importante. Si tratta di un vasto edificio dalla planimetria molto complessa, con sale poligonali e absidate e vani riscaldati, forse la parte termale di un vero "Palazzo" tardoantico. Ma anche in questo caso la conservazione delle strutture non permette per ora un’indicazione cronologica puntuale, la fase più antica comunque sembra risalire al I secolo a. C. I resti dell'edificio termale  si compongono di  un anbiente rettangolare con abside e diverse stanze, un complesso sistema di canalizzazioni, vasche e tubi di piombo.
Verso sud-est si trova la cavea dell'antico Teatro, in mattoni, con gradinate.


Alcuni reperti - un elemento figurato di bronzo di età arcaica, frammenti di ceramica attica di V sec. a.C. - indicano anche la presenza di uno stanziamento preromano.  
La maggior parte dei resti d’età pienamente romana (fine del I sec. a.C.) sono molto più estesi di quanto si pensava inizialmente. Sono stati identificati: un impianto con vasche rivestite di cocciopesto, forse di carattere produttivo (scavi 1942 e 1998), una fornace per ceramiche della prima età imperiale (scavi 1999), un articolato sistema di canalizzazione delle acque della vicina collina (scavi 2000) e  un viottolo selciato.

 

 

I reperti più importanti

 

 

Chiave onoraria di Mevaniola. I sec. d. C. Ferro e bronzo. Mueo Civico Mambrini, Galeata


 

Tra i reperti più importanti emersi dagli scavi, uno dei pezzi più antichi è il Bronzetto equestre  di carattere votivo che rappresenta un guerriero a cavallo, appartenente all'età preromana e risalente al VII secolo a. C., ritrovato nell'area della Villa di Teodorico.  Un'altra opera molto antica e con funzione religiosa è l'Idoletto di Iside con in braccio Horus, di origine egiziana e risalente al VI secolo a. C.

Opera-simbolo di Mevaniola è la Chiave onoraria romana del I secolo d. C., con testa di cane, simbolo del potere della città.

Al periodo imperiale romano appartiene anche la Stele di Rubria Tertulla, una lastra di marmo che segnalava la tomba di una una giovane morta a 20 anni, ritrovata nella necropoli. Sotto la lastra è incisa una dedica con un carme in cui siviene indicata l'origine forlivese della defunta e il suo forte legame con la famiglia.
Tutti questi oggetti, insieme ad altri si trovano al Museo Mambrini di Galeata.

Nella canonica della chiesa parrocchiale di Santa Sofia si trova la Stele di Marco Satellio Marcello, commerciante di porpora, mentre nella Pieve di San Pietro in Bosco di Galeata la base che porta la dedica a Quinto Valcenna Proculo è stata riutilizzata in età medievale come Fonte battesimale.

 

 

A.Cocchi

 

 

Bibliografia e sitografia

 


AA.VV. Galeata. I monumenti. Il Museo. Gli scavi di Mevaniola. Società di Studi Romagnoli. Ed. La Fotocromo Emiliana, Bologna 1983
W. Bendazzi, R. Ricci, G. Ricci. Guida alla conoscenza della città di Ravenna. Edizioni Sirri. Ravenna 1984
E. Leoncini. L'abbazia di S. Ellero. a cura della Associazione Culturale "Don Guido Facibeni". Premiato Stabilimento Tipografico dei Comuni di Santa Sofia, 1993
H. Furmann in: Archäologischer Anzeiger. Beiblatt zub Jarbusch des Archaologischen Instituts, 1940
S. Fuchs. Galeata, Vorlaugifer Bericht in: Archäologischer Anzeiger. Beiblatt zub Jarbusch des Archaologischen Instituts, 1942
S. Fuchs. Der Palast des Theodorich in Galeata bei Forlì in: Germanien XV, 1943
G.Jacopi. Galetata (Forlì). Scavo in località Saetta  in: : Archäologischer Anzeiger. Beiblatt zub Jarbusch des Archaologischen Instituts, 1943
P. Lévéque. Le palais de Théoderic le Grand a Galeata in: Revue Archeologique XXVIII, 1947
U. Monneret De Villard. Sul palazzo di Theoderico a Galeata in : Atti della Accademia Nazionale dei Lincei, 1952, Serie ottava, rendiconti, Classe di scienze morali, storiche e filosofiche. Vol II, fasc. 1-2, genn-febbr. 1952
A. Santarelli in: Notizie degli scavi. 1882 e 1894

http://www.archeobologna.beniculturali.it

 

 
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