Arte Ottoniana

Scene della vita di Sant'Alessio. XI sec. Affresco. Basilica inferiore di San Clemente, Roma
Scene della vita di Sant'Alessio. XI sec. Affresco. Basilica inferiore di San Clemente, Roma

 

Con l'Impero Ottoniano, tra il X e l'XI secolo, accanto alle preziose opere di oreficeria, vengono introdotte interessanti innovazioni soprattutto nella pittura e nell'architettura, con soluzioni che saranno alla base del successivo stile romanico.

 

Indice dei contenuti
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I tesori della dinastia di Sassonia

 

In seguito al disgregarsi dell'impero carolingio, con la dinastia Sassone degli Ottoni,  tra il 919 (salita al trono di Enrico I di Sassonia) e il 1024 (anno della morte di Enrico II il santo), fiorisce l'arte Ottoniana: una cultura artistica raffinata che si sviluppa fino alla fine dell'XI secolo tra la Germania, l'odierna Svizzera e l'Italia settentrionale. L'Impero Ottoniano copre infatti un territorio ben delimitato: l'area compresa tra le valli del Reno e della Mosa, Ratisbona, Bamberga, il lago di Costanza e Milano.

 


Antependium di Basilea. Prima del 1024.
Oro lavorato a sbalzo, granulazione e pietre incastonate.
Parigi, Museo di Cluny

 

Il primo impulso importante deriva da Ottone I, incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero nel 962. Prendendo esempio dalla riforma culturale promossa da Carlo Magno, Ottone I si ricollega alla tradizione classica per sottolineare la continuità con il modello culturale e politico dell'impero romano.
Lo stile dell'arte ottoniana è caratterizzato da una componente classicheggiante, vicina alla corrente Carolingia, ma sulla quale si manifesta una resa decisamente espressionistica.
Alto elemento fondamentale è l'influenza dell'arte bizantina, da cui si riprende soprattutto il gusto decorativo molto ricco e raffinato, il ricorso ai simboli di valenza religiosa e politica e gli schematismi compositivi.
Destinata agli ambienti aristocratici, l'arte ottoniana comprende oggetti molto preziosi, che comprendono molti capolavori di oreficeria, sculture in avorio e miniature prodotti negli stessi ambienti delle corti e rappresenta un gusto estremamente esclusivo. Compresa in questo è la celebre Corona del Sacro Romano impero, conservata a Vienna. Ma accanto a questi, soprattutto in area tedesca sono presenti importanti opere di architettura, scultura e pittura. 

 

 

 

Architettura

 

L'architettura ottoniana, presente con diversi monumenti in area germanica e in Italia, introduce importanti innovazioni che trasformano le tipologie, le strutture e le tecniche costruttive, anticipando le soluzioni del successivo stile Romanico. Mantiene un forte legame con l'arte Carolingia, da cui deriva elementi caratteristici, come ad esempio il westwerk, ma ne rappresenta anche un'evoluzione.

Al formarsi dello stile architettonico ottoniano contribuiscono anche numerosi spunti dall'arte bizantina e paleocristiana. Ma rispetto al senso di armonia e serenità delle chiese paleocristiane e all'espressione astratta e spirituale di quelle bizantine, l'arte ottoniana ricerca spazi resi suggestivi grazie alla sapiente orchestrazione delle luci e dei volumi.
Com'era già avvenuto con la dominazione carolingia, le grandi imprese costruttive erano in mano alla famiglia imperiale e alla élite aristocratica. Anche le costruzioni sacre erano connesse al potere imperiale e lo stile di queste chiese accanto alla ricerca di spiritualità è orientato ad esaltare la potenza dell'impero.

 

Caratteristiche delle chiese ottoniane.

 

Gli elementi di derivazione carolingia sono:

  • Le piante a sviluppo longitudinale, funzionali alle grandi celebrazioni liturgiche che prevedevano un consistente numero di fedeli.
  • La presenza di cori molto sviluppati e anche doppi, contrapposti tra loro. Numerosi prelati infatti occupavano l'area del presbiterio e nella chiesa dovevano trovare spazio anche i cantori.
  • Il westwerk: un corpo occidentale a più ordini con loggia al secondo piano e affiancato da due torri scalarie.
  • Le cripte, destinate ad accogliere il sepolcro di santi e martiri e solitamente divisa in navate.
  • L'effetto di monumentalità dell'insieme, eplicito rinvio al potere imperiale.


Elementi di derivazione paleocristiana:

 

  • Lo schema basilicale per le chiese e lo schema centrale per i battisteri.
  • La costruzione basata su solidi geometrici semplici come cilindri, parallelepipedi, coni e piramidi.
  • Le grandi finestre ad arco.
  • Il deambulatorio attorno al coro.

 


Elementi di derivazione bizantina:

 

  • L'utilizzo dei matronei affacciati alla navata centrale
  • L'alternanza ritmica di pilastri e colonne
  • Capitelli scolpiti
  • Uso di sistemi proporzionali geometrici e matematici basati sui rapporti armonici e musicali.


Elementi nuovi sono:

 

  • le forme massicce ottenute dalle composizioni di solidi geometrici.
  • L'impressione di forza e solidità, dovuta all'ispessimento dei muri.
  • La presenza di doppi transetti sui due lati corti
  • L'ingresso sul fianco della chiesa.
  • Sulla crociera del transetto finale a volte si eleva una torre imponente.
  • la preferenza per i pilastri in sostituzione alle colonne.
  • Spazi suggestivi e coinvolgenti ottenuti con giochi di pieni e vuoti ed effetti di luce molto studiati.

 

 

L'Arte ottoniana in Italia


In Italia la maggior parte dei monumenti di stile ottoniano si trovano soprattutto a Milano e in Lombardia, dove tra X e XI secolo si sono concentrate le maestranze e i laboratori degli artisti che hanno continuato ad essere attivi anche nei secoli successivi, portando avanti le tecniche costruttive e sperimentando nuove soluzioni fino alle invenzioni dello stile Romanico.
L'arte ottoniana in Italia si manifesta con qualche differenza rispetto all'area germanica, poiché è più forte l'influenza dello stile bizantino e paleocristiano, ma è comunque riconoscibile per le sue forme massicce, i muri di spessore notevole, e lo sviluppo della cripta, le cui volte emergono dal livello sotterraneo provocando l'innalzamento del presbiterio.

Se nelle chiese prevale ancora la tradizionale forma basilicale con absidi e copertura a travi di legno, i battisteri ottoniani in Italia evolvono le piante centrali con maggiore fantasia. Un suggestivo dinamismo di masse e volumi con simmetrie radiali o a croce viene realizzato disponendo attorno ad un centro absidi, nicchie, esedre e pilastri, creando un continuo avanzare e arretrare delle pareti.

Nei centri minori e nelle aree di campagna in Lombardia si diffondono le pievi, chiese provviste di fonte battesimale, che svolgevano un importante compito di evangelizzazione. A queste si aggiungono i complessi religiosi formati da chiesa e battistero, alcuni dei quali molto ben conservati come la Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello, San Vincenzo a Galliano, San Vittore ad Asago Seprio, San Pietro ad Agliate.
La Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello è l'esempio più all'avanguardia di questo gruppo: con l'introduzione delle volte a crociera nelle navate minori e la cupola protetta dal tiburio, diventa un anello di collegamento tra stile Ottoniano e stile Romanico.


Tra le testimonianze pittoriche più importanti di questo stile sono le Storie di San Vincenzo ed Ezechiele affrescate nell'abside della Chiesa di san Vincenzo a Galliano tra il 1007 e il 1008. A Novara il Battistero ospita gli affreschi con scene dell'Apocalisse.
A Civate presso il monastero benedettino di San Pietro al Monte operava la cosiddetta Scuola di Echternach (formata da un gruppo di monaci probabilmente educati all'abbazia di Echternach, uno dei più importanti centri religiosi e culturali dell'alto medioevo) che ha prodotto serie di affreschi come quelli della Chiesa di San Calogero e quelli della Chiesa di San Pietro a Monte.

Roma, sotto il dominio Ottoniano è soprattutto un luogo simbolico del potere, inteso come continuità con il mondo antico. E' infatti significativo che l'incoronazione di Ottone I sia avvenuta a Roma e che Ottone III abbia scelto la città eterna come sede del suo Palazzo, oggi scomparso, costruito sul colle Palatino.
Esempi d'arte ottoniana a Roma sono piuttosto rari, ma vanno ricordati gli affreschi nella Basilica Inferiore di San Clemente, con Scene della vita di Sant'Alessio.

 

A. Cocchi

 

 

 

Oreficeria Ottoniana

 


Antependium di Basilea. Dett. Prima del 1024.
Oro lavorato a sbalzo, granulazione e pietre incastonate.
Parigi, Museo di Cluny

 

In Europa, l’oreficeria conobbe un enorme sviluppo in seguito alla caduta dell’impero romano e alla successiva dominazione dei popoli barbari, i quali avevano una diversa visione dell’arte: essi, infatti, in relazione al loro nomadismo, tendevano a trascurare la pittura, la scultura e l’architettura, mentre si dedicarono all'arte dei metalli e dell’oreficeria, poiché ormai l’oro era l’unico valore economico certo.

 


Madonna dorata. XI sec. Legno di tiglio rivestito in oro.
Essen. Cattedrale.



Riguardo ai modi di rappresentazione, l’arte dei barbari è anticlassica e decorativa. Si utilizza soprattutto la deformazione in chiave espressiva e non vengono seguiti i canoni proporzionali della tradizione classica. Viene sviluppato uno stile altamente ornamentale in cui la linea è uno dei principali elementi, essa caratterizza la maggior parte dei prodotti artistici delle popolazioni barbariche che ormai dominavano l’Europa. Accanto al linearismo è presente il colore, espresso dalle gemme preziose e dagli smalti, ma anche dalle superfici trattate con complesse e decoratissime lavorazioni: come il cloisonnè, la filigrana la granulazione, lo sbalzo. Il risultato è quello di opere originali, dove il tradizionale horror vacui si traduce in una raffinatissima e ricca decorazione.
Durante l'VIII secolo le popolazioni barbariche si accostano al gusto classico e riprendono le antiche tecniche artistiche e culturali.  Ciò accade soprattutto durante la dominazione di Carlo Magno, il quale crea la Schola Palatina, che si rifà chiaramente alle antiche scuole dei Greci.
Le conseguenze della mutata situazione culturale si riscontrano nei prodotti artistici: sotto il dominio di Carlo Magno, infatti, le composizioni nei rilievi in oro e argento si trasformano da geometriche a figurative, e la figura dell’uomo riacquista la sua importanza e le sue proporzioni.

 


Maestà di Sainte-Foy. Statua-reliquiario in oro e pietre preziose. s
ecc.IX-X. Conques, Abbazia di Sainte-Foy

 



Nel X secolo, alla civiltà Carolingia succede quella degli imperatori Ottoni, che si sviluppa in Germania. Questa eredita dalla civiltà precedente le tecniche artistiche, che in seguito si uniscono a quelle dei vari popoli sottomessi, in particolare a quelle dei Longobardi: infatti, la Lombardia è la regione italiana dove è stato ritrovato il maggior numero di oggetti d’oro risalenti a quel periodo.

 

L'oreficeria ottoniana rappresenta il vertice più alto, in termini di qualità, dell'oreficeria altomedievale. Ciò è dovuto non soltanto all'evoluzione della perizia tecnica dei maestri orafi, ma soprattutto all'intensificarsi dei rapporti tra l'Occidente e Bisanzio, e riflette quella sorta di sinergia culturale in armonia con la politica di unificazione dei due imperi, invano perseguita con il matrimonio tra Ottone II e la principessa bizantina Teofano.
Lo stile ottoniano, rispetto alla visione più sobria e classicheggiante dell'arte carolingia, intreccia alle riminescenze classiche il simbolismo e le raffinate soluzioni bizantine, ed elabora una versione più espressionistica e decorativa.
L'oro, materia preziosa simbolo di potere terreno "imperiale" si fonde con il significato "divino" della tradizione bizantina, esprimendosi nelle opere di alta oreficeria dei maestri ottoniani.
Tra i capolavori più noti, si ricordano le statue rivestite d'oro di Sainte Foy a Conques, il Tesoro della Cattedrale di Essen, la Pala d'oro e il celebre Evangeliario della Cappella Palatina di Aquisgrana, e a Milano la Corona del sacro Romano impero, realizzata per Ottone I di Sassonia.
 

 

Le tecniche dell'oreficeria Ottoniana

 

Alcune delle tecniche per lavorare i metalli usate dai maestri ottoniani hanno origini molto antiche, risalenti addirittura agli antichi Egizi.

La tecnica della lavorazione a sbalzo consiste nel battere con un martello e strumenti dalla punta arrotondata o di altre forme, una figura su una sottile lamina di metallo appoggiata su un panno morbido. La lavorazione viene condotta dal rovescio, in incavo, in modo che al dritto la stessa figura appaia "sbalzata" in rilievo, inclusi gli spazi interni.  Un altro tipo di sbalzo è quello su matrice, che consente una lavorazione più facile e la produzione seriale. Nello sbalzo su matrice la lamina metallica va appoggiata ad una rilievo (già scolpito) in pietra e battuta con un martellino per farlo aderire perfettamente e prendere la forma come in uno stampo. Lo sbalzo su matrice è una tecnica molto antica, e ha avuto un ruolo importante per la preparazione di matrici per la stampa.

Una tecnica che deve la sua origine agli Egiziani e che viene usata ancora oggi è quella del niello, che consiste nell’incidere una figura su una piastra di metallo chiaro con uno scalpello e nel riempire le incisioni con una polvere fine formata da zolfo, rame, piombo e argento. Nella fase successiva, la piastra viene riscaldata, affinché la polvere si sciolga  e si saldi all'interno dei solchi, lasciando una traccia nera, che mette in risalto il disegno.

La tecnica che si diffuse maggiormente in questo periodo è la filigrana, molto usata anche dagli Etruschi, che consiste nell’intrecciare sottili fili d’oro e d’argento, saldandoli per formare oggetti molto raffinati come bracciali e collane. 

 

 

Corona del Sacro Romano Impero

 

La Corona del Sacro Romano Impero è uno dei più celebri capolavori dell'oreficeria ottoniana, venne realizzata nella Germania occidentale da un ignoto gruppo di orafi per il re Ottone I, al quale fu attribuito in seguito l’appellativo di “imperatore”.

La corona è diversa rispetto a quelle delle epoche precedenti: infatti, ha una forma arcaica e una pianta ottagonale anziché rotonda, ed è costituita da otto piastre, arrotondate verso l’alto. Le piastre sono d’oro e decorate da 144 perle e da altrettante pietre preziose di forma tondeggiante.

Quattro piastre sono decorate con smalti colorati, tre di esse raffigurano scene del Vecchio Testamento, mentre l’altra riporta una scena del Nuovo Testamento.

Le formelle del Vecchio Testamento rappresentano il re Davide, Salomone ed il profeta Isaia, mentre quella del Nuovo Testamento raffigura Gesù e due angeli.
Le altre piastre, invece, non hanno nessun tipo di raffigurazione, ma seguono una composizione geometrica a griglia. La decorazione è ricchissima e riveste tutte le superfici senza interruzione con con le perle e le pietre preziose incastonate, cornici e riempimenti in filigrana e composizioni a granulazione.

G. Cassarino

 

 

G. Cassarino 

 

 

Ottone I di Sassonia

 


Ottone I di Sassonia. Manuscriptum Medioalense. 1200 ca.

 

Ottone I di Sassonia nacque nel novembre del 912 da Enrico L’Uccellatore e Matilde di Ringrlhein, in Germania.
Nel 929 sposò Editha, sorellastra del re degli anglosassoni, la quale morì nel 946.
Ottone divenne il re dei germani nel 936, dopo la morte del padre e, alcuni anni dopo, esattamente nel 955, combatté e sconfisse a Lechfeld i Magiari, una tribù ungara che compiva varie incursioni in Germania attraversando il Danubio.
Nel 951 scese in Italia e conquistò la Lombardia e, in seguito al matrimonio con la seconda moglie, Adelaide di Borgogna, si fece acclamare come Re d’Italia a partire dal 952.
In seguito ad una ribellione, ricominciò a combattere in Italia, dove venne incoronato imperatore da papa Giovanni XII nel 962.
Un anno dopo, il 6 novembre del 963, convocò a Roma i rappresentanti delle chiese del circondario per giudicare lo stesso Giovanni XII, accusato di spergiuro, incesto e omicidio.
Il papa non si limitò a respingere le accuse, ma scomunicò chiunque fosse presente al processo, imperatore compreso; in seguito a ciò, Ottone lo depose e mise al suo posto Leone VIII, emanando un atto secondo cui era compito dell’imperatore scegliere il pontefice.
Ottone I di Sassonia morì il 7 maggio del 973 a causa di un’intossicazione alimentare, e il suo successore fu il figlio, Ottone II.

G. Cassarino 

 

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
Arte medievale. Mappa concettuale

Arte medievale.
Mappa concettuale sulle correnti e gli stili artistici del Medioevo. Esempi e caratteristiche. Autore: A. Cocchi
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Bibliografia

 

C. Colombo, A. Dionisio, N. Onida, G. Savanese. Opera. Atrchitettura e arti visive nel tempo. vol. 1 Dalla preistoria al Gotico. Sansoni editore-Rizzoli, Milano 2017.
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986
F. Prina. L'arte ottoniana. Un'arte religiosa e politica.  in: La Storia dell'Arte. L'Alto Medioevo. vol. 3. Electa editore, Bergamo 2006
C. Spanio. L'oreficeria altomedievale. Oreficeria "arte divina". in: La Storia dell'Arte. L'Alto Medioevo. vol. 3. Electa editore, Bergamo 2006
Jean-Pierre Cuvillier Storia Della Germania Medievale: Nascita Di Uno Stato (VIII-XIII Secolo)
G. Scherr. La Germania.Duemila anni di vita tedesca descritti istoricamente”
C. Grimberg ”Storia Universale”
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2006

 

 
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