L'unicorno selvatico

di E. Giordano

Subito dopo Solinus la storia dell’unicorno “si fa sfrenata”.
La letteratura semitica si deliziò ad esagerarne le dimensioni in modo affatto incredibile. Gli Arabi solevano dire che all’unicorno piaceva trafiggete col corno gli elefanti. Gli Ebrei gareggiarono con gli Arabi nel costruire sull’unicorno storie degne del barone di Munchhausen; essi dicevano che le sue dimensioni erano tali che Noè non aveva potuto farlo entrare nell’Arca e l’unicorno aveva dovuto rassegnarsi a nuotare per tutta la durata del diluvio riposando ogni tanto sulla punta del corno.
Quelli che si recavano nei paesi incantati dell’Oriente, non dimenticavano mai di cercare l’unicorno. E  se realmente lo trovavano, se cioè trovavano il “vero unicorno” , il rinoceronte, spesso rimanevano amaramente delusi.
Invece di una splendida meraviglia animale, vedevano un mostro alquanto repellente.
Marco Polo non potè nascondere il proprio disappunto quando scrisse:

Essi hanno leonfanti  assai selvatici e unicorni che non sono guari minori che leonfanti. E sono di pelo di bufali, e piedi come leonfanti.
Nel mezzo della fronte hanno un corno nero e grosso e dicovi che non fanno male con quel corno, ma con la lingua, che’ l’hanno ispinosa tutta quanta di spine molte grandi.
Lo capo hanno come di cinghiaro, la testa porta tuttavia inchinata verso terra; ed istà  molto volentieri nel fango; ella è molto laida bestia a vedere.
Non è, come si dice di qua, ch’ella si lasci prendere alla pulcella,ma è il contrario…”.

Non fa meraviglia che alla vista di uno spettacolo così deludente la gente affermasse che unicorno e rinoceronte erano due animali diversi.
Non era possibile che questo mostro elefantesco e per nulla bello fosse il famoso unicorno!
Dovevano essere animali diversi, ambedue con un corno, ma per il resto diversi come il giorno e la notte.
Il rinoceronte doveva essere sopraffatto con la forza bruta, mentre l’unicorno si arrendeva più facilmente.
La leggenda dell’unicorno subì la più strana e curiosa evoluzione.
La mitologia cristiana, lentamente ma fermamente, fece diventare l’unicorno uno schiavo delle vergini. Conformemente alla tradizione antica non poteva essere catturato, ma la nuova leggenda cristiana pose una eccezione.
Si, poteva essere catturato, ma non da un uomo.
Dentro la foresta dove l’unicorno muggiva, doveva andare una vergine (sinonimo di purezza) e là  aspettare pazientemente. Poi, dopo un po’ l’unicorno arrivava e deponeva il suo corno ai piedi della vergine, perdeva la sua potenza e fierezza e cadeva addormentato.
I cacciatori che si erano nascosti dietro gli alberi allora venivano e facevano prigioniera la bestia regale.

Eleonora Giordano


Sitografia:

http://www.daltramontoallalba.it/criptozoologia/unicorno.htm
http;//www.bibrax.org/europa_arcaica/mitologia/unicorno.htm 

 

Loading…