Tempera su tavola

Pittura su supporto ligneo

Preparazione della tavola lignea

Impannaggio

Preparazione alla pittura

Pittura

Bibliografia

 

La tecnica della pittura su supporto ligneo è conosciuta fin dall'antichità, e caratterizza tutte le opere che, anche se di grandi dimensioni, fin dal momento della loro ideazione vogliono essere "mobili", cioè non fisse e assoggettate all'architettura come nel caso dell'affresco e delle tecniche pittoriche murali. Ciò ha permesso agli artisti di realizzare questi lavori nella propria bottega e poi portarle o farle recapitare a destinazione. Nei secoli del medioevo era particolarmente diffusa la pittura a tempera su tavola, spesso associata ad altre tecniche come l'applicazione della foglia d'oro, la punzonatura, il graffito e l'ageminatura.



La preparazione della tavola lignea



Anzitutto andavano selezionate le assi di legno per il supporto: in genere venivano preferiti i legni di pioppo, di tiglio o di salice. le tavole andvano poi tagliate secondo l'andamento radiale del tronco, per evitarne, col tempo, l'incurvatura. Il legno doveva essere scelto con cura, facendo attenzione che fosse ben secco, cioè stagionato correttamente e che possibilmente no fossero presenti i nodi, molto fastidiosi per la pittura. Se questi non si potevano evitare andavano tolti, gli alveoli erano riempiti con un impasto di segatura e colla poi livellati a raso della superficie. le assi costitutive della croce venivano unite con cornici e traverse fissate sul tretro con chiodi. Per stuccare tutti i fori e le fessure presenti sulla superficie lignea l'artista medievale usava il gesso che agiva come legante.


Impannaggio



L'operazione successiva era quella dell'impannaggio o "incamottatura". si trattava di stendere della tela di lino sulle giunture delle tavole. L'impannaggio potevaessere totale o parziale, cioè limitato ai punti di giuntura. la tela veniva fatta aderire al legno  mediante colla, pioli di legno, chiodi o elementi ad incastro. La funzione dell'impannaggio era quella di rendere più elastico il supporto evitando che gli effetti dei movimenti naturali del legno (contrazioni, dilatazioni, curvature, ecc.) potessero danneggiare o creare crepe sugli strati preparatori e sulla pittura.


Preparazione alla pittura



Per ottenere una superficie perfetta da poter dipingeredovevano essere stesi gli strati preparatori  in modo da avere una superficie della massima levigatezza, evitando avvallamenti o disomogeneità. Per non far assorbire troppo il colore inoltre la superficie non doveva essere porosa ma molto compatta.
Per prima cosa veniva raschiata la tela di lino già incollata con una lama, per togliere eventuali disomogeneità anche nel tessuto, poi si stendeva un impasto composto da gesso, colla di pesce o di coniglio e acqua.
Il gesso aveva diversi vantaggi: assorbiva una parte del legante che veniva mescolato ai colori, impediva il contatto diretto della pittura con il legno e faceva presa molto velocemente. La colla mescolata al gesso rendeva l'impasto più elastico e quella di pesce era preferita, perchè più dura e resistente. L'aggiunta di olio, generalemnte di lino, completava la preparazione dell'impasto, lo rendeva impermeabile e ne facilitava l'essiccazione, dopo un giorno o due.

L'impasto ottenuto veniva steso sul supporto con un pennello di setola, poi spioanato e lisciato con le mani. Infine l'artista medievale passava alla pulitura e levigatura della superficie.

Una volta preparato il supporto, l'esecuzione del dipinto su tavola nel Medioevo iniziava delineando i contorni dell'immagine con un carboncino di salice. Completato il disegno si definivano anche le ombreggiature. Con una penna d'oca veniva tolto il carbone in eccedenza e i segni aggiuntivi in modo da ottenere un disegno pulito. Con un pennellino imbevuto di acqua e inchiostro si ripassava il disegno definitivo. Nel caso in cui il dipinto prevedeva l'applicazione di foglia d'oro, in questa fase, prima di procedere alla pittura, si definivano i campi da trattare con la doratura utilizzando uno stiletto metallico.

 

Pittura



le pellicole pittoriche delle tavole medievali sono composte da legante, che caratterizza il tipo di tecnica scelta e da pigmento, che determina il colore. Nella tecnica a tempera di solito veniva utilizzato come legante il rosso d'uovo, ma poteva essere utilizzata anche una colola animale o il lattice di fico.
Per la scelta dei colori l'artista poteva utilizzare tutti i pigmenti a lui noti. Questi potevcano essere di tipo naturale, come quelli tratti dalle terre, dai minerali, o estratti da vegetali o di origine animale; oppure potevano essere ottenuti artificialmente mediante manipolazioni di sostanze o miscugli.
Le tecniche per la stesura dei colori sono innumerevoli e variano a seconda dei periodi, delle scuole e dei singoli artisti. Ma anche all'interno di una stessa opera si può osservare come il modo di dipingere possa cambiare in fubnzione dell'effetto e del significato voluto. Così l'artista usava modi diversio per ottenere incarnatri, tessuti, sfondi, capelli, ecc. In genere, e soprattutto nei dipinti medievali più antichi, si procedeva per stesure sovrapposte di colore, come veviva spiegato da Teofilo nella Schedula diversarum artium del XII secolo.
Più avanti, verso la fine delm Medioevo e soprattutto nel '300, si diffuse la tecnica della velatura. Con il colore più diluito e imbevuto di legante si ottenevano pennellate più trasparenti. E' una tecnica che permetteva passaggi tonali più graduali, utili per ottenere maggiori effetti di volume e profondità.
I colori smaglianti delle tavole medievali, quella aprticolare brillantezza, sono dovuti ad un'ultima fase operativa: la verniciatura, necessaria per proteggere e dare lucedntezza ai colori. La pittura a tempera è infatti un pigmento opaco e piuttosto fragile. La vernice finale è una sostanza trasparente che veniva ricavata dalla resina degli alberi e mescolata ad olio. Stesa sulla pittura già finita e ben asciutta questo tipo di vernice reagisce alla luce creando un fenomeno di riflessione che fa aumentare il contrasto visivo dei colori. E' questo effetto che rende i dipinti medievali così vivi all'occhio.

 

A. Cocchi



Bibliografia



M. Cordaro, L.Ficacci. I dipinti su tavola dal Medioevo al Quattrocento. in: Art e Dossier n. 28, ottobre 1988, Giunti, Firenze.

D. Campini. Giuntan Pisano e le croci dipinte romaniche. Milano, 1966

la Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986.

Loading…