Architettura Santo Stefano Rotondo-Roma

La chiesa di Santo Stefano Rotondo è situata all'interno di un giardino nei pressi del primo tratto dell'Acquedotto Neroniano, circondato da mura romane.
Si entra attraverso un porticato ad archi, sostenuti da cinque colonne di granito. Nonostante le dimensioni imponenti, l'esterno e la facciata sono piuttosto disadorni e questo accresce ancora di più la sorpresa che si può trovare all'interno.
La pianta, in origine, era composta da una croce greca iscritta in un cerchio, ma articolata internamente in modo complesso. Gli spazi infatti erano divisi in due ambulacri concentrici a colonne che intersecavano i quattro bracci della croce, e un nucleo centrale cilindrico.
Su questa prima impostazione si sono aggiunte le modifiche realizzate nel corso del tempo. Tra queste, il primo intervento importante è voluto da Innocenzo II: il portico esterno che caratterizza l'ingresso e le tre arcate interne che tagliano diametralmente lo spazio centrale. L'altro intervento importante è quello effettuato da Bernardo Rossellino nel 1453, e riguarda il consolidamento delle coperturre e l'abbattimento dell'ambulacro esterno e di tre bracci della croce. Oggi rimane solo uno dei primitivi bracci della croce e corrisponde al vestibolo d'ingresso.
Entrando quindi dal vestibolo, si giunge direttamente nell'ampio ambulacro circolare, corrispondente al giro in origine più interno.
L'ambulacro interno è diviso dal corridoio concentrico e dall'area centrale tramite una fila di 22 colonne architravate che reggono la parete cilindrica del tiburio. Si tratta di colonne di marmo pregiato, di diversa età  e provenienza e con capitelli ionici.
In alto sul tamburo si possono notare le finestre, che danno luce all'interno: alcune sono ad arco, altre sono murate, altre ancora sono a bifora e risalgono ai lavori eseguiti da Rossellino in età  rinascimentale.
Attorno all'ambulacro circolare si nota un muro in cui sono inserite 34 colonne antiche in marmo e granito, sostenenti gli archi (anch'essi murati) che delimitavano l'ambulacro esterno.
Al centro della chiesa si trova lo spazio circolare corrispondente al cilindro del tiburio, molto più alto rispetto alle altre parti della chiesa e  concluso da un soffitto piano.
Il diametro del vano rotondo è tagliato da tre archi, di cui quello centrale più ampio, sostenuti da due enormi colonne centrali e due pilastri di ordine corinzio. Sotto l'arcata centrale, affiancato dalle due colonne, si trova l'altare, circondato da un recinto marmoreo.
Tutti gli interni e i pavimenti sono coperti la lastroni policromi di marmo pregiato decorato con strisce bianche. Nell’unico braccio rimasto della croce si può vedere che la decorazione pavimentale fu fatta su tre grandi registri di diverse porporzioni ed è composta da riquardi di dimensioni diverse, racchiuse in una cornice di marmo bianco. àˆ evidente che non si badò a spese per fare questi pavimenti, infatti fra questi marmi vi sono le varietà  più importanti del mediterraneo utilizzate in età  Imperiale.
L'illuminazione è invece prodotta dalla una serie continua di finestre sul tiburio e da piccoli oculi e finestrelle a forma di croce sul muro perimetrale.

S. Candoli e M. Zoffoli

 


 

Biblografia e sitografia:

Hugo Brawdernburg. Le prime chiese di Roma IV-VII secolo
AA. VV. Chiese e cattedrali. in: Italia Meravigliosa
Eliza Crasher. Corso d'arte, manuale II
                         
www.romaspqr.it"
www.isarteromadue.com"
www.wikipedia.org"
www.margalli.altervista.org"

 

 
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