Theodore Rousseau

Theodore Rousseau. Grande quercia, Apremont. 1850-52. Olio su tela. Parigi, Louvre
Theodore Rousseau. Grande quercia, Apremont. 1850-52. Olio su tela. Parigi, Louvre

 

I paesaggi di Rousseau rivelano uno sguardo contemplativo, in cui la pittura sembra rivelare la vita segreta delle piante e degli organismi viventi, catturando ogni effetto atmosferico e ogni sensazione.

 

Cenni biografici e produzione artistica

 

Pierre Etienne Theodore Rousseau nacque a Parigi nel 1812 da una famiglia di commercianti, che riconobbero l'interesse del figlio per la natura e l'arte e lo incoraggiarono a seguire questa strada. Iniziò a dipingere e a disegnare intorno al 1821 ancora giovanissimo nel bosco di Bois de Boulogne, nella periferia di Parigi.
Dal 1826, dopo un soggiorno nella campagna dove ebbe modo di esercitarsi nella pittura entrò nell'atelier del pittore Jean Remond e successivamente entrò nell'Ecole des beux Arts dove divenne allievo di Guillon-Lethier. Nonostante la sua giovane età  si recava spesso nella foresta di Fontainbleu,dove trovava spunto per i suoi dipinti ma anche al Louvre dove ebbe modo di osservare le opere dei maestri fiamminghi e francesi del '600 da cui eredita la volontà  di volere dipingere un paesaggio da una altezza elevata per poter rendere l'infinità  dello spazio ma anche la trasparenza dell'aria e le varie sfumature di colore nella distanza. Dopo una prima esposizione che non ebbe successo decise di compiere un viaggio nell'Alvernia e qui sviluppò la sua tecnica e la sua concezione estetica. Infatti dipingeva sul posto e questo permetteva che l'opera fosse molto più realistica e rappresentasse perfettamente il sentimento provato dal pittore davanti al paesaggio.
Rousseau è considerato l'inventore della cosidetta pittura en plein air,utilizzata poi anche successivamente dai pittori della corrente impressionista. Nel 1831 una sua opera venne accettata al Salon, ma si trovò spesso in contrasto con l'ambiente artistico dei pittori ufficiali, che non apprezzavano il suo realismo e l'assenza di soggetti; fu infatti molto innovativo e pioniere del paesaggio moderno. Divenne amico di Delacroix, Huet e Sand e fu un forte sostenitore della pittura romantica, soprattutto per quanto riguarda il realismo del suo modo di vedere ed interpretare la natura.

Per tutti gli anni '30 viaggiò spesso nella campagna francese e soprattutto a Barbizon,dove con gli amici Millet, Corot e Daubigny diede origine alla scuola che prese il nome proprio dal piccolo villaggio ai confini della foresta di Fontainbleu, dove si riunivano per riscoprire la purezza della natura in un luogo incontaminato. Questi artisti non vogliono idealizzare la realtà  bensì si sentono umili di fronte ai sentimenti e alle suggestioni provate nell'osservare lo spettacolo della natura.
I barbizonniers si riunivano perché profondamente delusi dalla politica e dalla società  industriale del tempo e sentivano di trovare solamente nel contatto con la natura la realizzazione di quella semplicità  e purezza che erano state alla base del fermento della borghesia nella sua fase di sviluppo.
Così Rousseau è sospinto verso la ricerca della rappresentazione di ogni minimo particolare del vero e il conflitto doloroso che si creò perché la natura muta divinizzata è indifferente ai desideri degli esseri umani, aprì le porte anche del Realismo.
Un influenza notevole sulla scuola di Barbizon ebbe sicuramente la pittura inglese di paesaggio che gli artisti francesi conobbero ai Salon, in particolare quella di John Constable. Quest'ultimo aveva in comune con Rousseau lo stesso obiettivo, cioè quello di voler fare grandi composizioni basandosi esclusivamente sull'osservazione della natura ed entrando il più possibile nella realtà  delle cose. Da Constable Rousseau apprende anche l'utilizzo della pennellata libera e morbida e rifiuta il chiaroscuro.
Nei quadri di Rousseau la bellezza fugge e si manifesta in certe impressioni, in effetti momentanei e passeggeri e l'essenza della pittura è proprio quella quella di riuscire ad afferrare un aspetto variabile in un determinato momento, anticipando così l'Impressionismo.
Nel 1852 diventò cavaliere della legione Fontainbleu e nonostante il sostegno degli amici si sentì sempre incompreso e fu un uomo molto inquieto e deluso dalla sua epoca. Nel 1867 gli venne data la medaglia al valore all'Esposizione Universale, poco prima della sua morte a Barbizon.

 

A. Zanchini

 

Bibliografia


G.Cricco, F.P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte- dal Barocco al Postimpressionismo,Zanichelli
D. Durbé, Anna M. Damigella La Scuola di Barbizon, Fratelli Fabbri Editori
K. Clark Il paesaggio nell'arte. Garzanti editrice

 

 
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