P: Termini artistici con iniziale P

Elenco dei termini artistici con iniziale P:

 

 Si elencano in ordine alfabetico i termini artistici con iniziale "P", seguiti da una breve definizione sintetica. Per gli approfondimenti e gli esempi cliccare sui link.

 

 

Paliotto

s. m. paramento che copre la parte anteriore o posteriore di un altare. (Approfondimento)

 

Pantocrator

Rappresentazione di Cristo col solo busto e benedicente (Approfondimento)

 


Parasta

Pilastro incassato nel muro con funzione di rinforzo. (Approfondimento)


Parnaso

Nel mito greco, monte sacro a Febo e alle Muse. (Approfondimento)


Paratattico

Composizione in cui gli elementi sono posti gli uni accanto agli altri su un unico piano. (Approfondimento)


Patina

 ‘strato verdastro o d'altro colore prodottosi per ossidazione su oggetti metallici antichi’, ma per estensione è riferibile anche a dipinti e sculture. (Approfondimento)


Peduccio

Base pensile di sostegno dell'imposta delle volte a vela o a crociera. (Approfondimento)

 


Pentimento

Modifica o rifacimento parziale di un disegno, dipinto o scultura. (Approfondimento)

 



Peplo: s. m. parte dell'abbigliamento delle antiche donne greche e romane, costituita da un lungo e largo lembo di tessuto, passato sotto il braccio destro e fissato con una fibbia metallica sulla spalla sinistra.

Peristasi: s.f. il colonnato che circonda il nàos del tempio periptero. Più in generale il termine significa recinto.

Peristilio: s. m. cortile con portici e colonne, posto all'interno della casa greca e romana.

Piattabanda: s. f. ‘arco a intradosso poco rialzato, costruito di mattoni o conci di pietra su una luce piccola, porta o finestra’ (av. 1798, F. Milizia). Raccordo architettonico orizzontale, che si configura pertanto come un architrave, ma è costituito da un sistema di conci a ventaglio. Calco sul fr. plate-bande, propr. ‘banda piatta’ (1508).

Pieve: s. f. ‘chiesa parrocchiale dalla quale dipendevano altre chiese e filiali’, ‘pievania’. Lat. plebe(m) ‘plebe, popolo’, poi nel lat. tardo ‘gruppo di fedeli’ (V. plèbe, che ne costituisce l'allotropo dotto), col der. mediev. plebanu(m); 1) tanto nell'Africa cristiana quanto più tardi nella Gallia merovingica, plebs nell'accezione di ‘territorio ecclesiastico’ e di ‘parrocchia di campagna’ è completamente sconosciuto e in questi territori la parola non ha che il valore abituale di ‘comunità dei fedeli’, di solito in opposizione al ‘clero’, 2) il significato di ‘territorio ecclesiastico’ è sicuramente attestato solo dall'inizio del IX sec., negli atti d'un concilio tenuto a Roma, riappare a Trento, nelle decisioni d'un altro concilio intorno alla metà dello stesso secolo, infine nell'ultimo venticinquennio sempre del sec. IX lo si ritrova in alcuni diplomi imperiali che si riferiscono all'Italia e nella stessa epoca è adottato dalle cancellerie di diversi sovrani d'Italia, 3) in Italia plebs dà prova di vera vitalità in Toscana, dove lo si incontra nei più antichi documenti longobardi, cioè dalla metà del VII secolo, nei due significati di ‘comunità dei fedeli’ e di ‘territorio ecclesiastico’, in Romagna lo si ritrova in questo secondo significato dalla seconda metà dell'VIII secolo, ed è frequente più tardi; in Lombardia invece nel IX secolo è presente solo in qualche diploma imperiale o reale, nelle carte private appare solo nel X sec., 4) a sud della Toscana infine non sembra essere mai stato diffuso, benché plebs ‘territorio ecclesiastico’ sia stato utilizzato negli atti del concilio tenuto a Roma nell'826, e più tardi le lettere di Nicola I, a partire dall'860, lo conoscano nelle due accezioni


Pinacoteca: s. f. ‘edificio destinato a conservare, raccogliere ed esporre opere pittoriche’ (1476, C. Landino). Vc. dotta, lat. pinacotheca(m), dal gr. pinakotheke, comp. di pínax, genit. pínakos ‘quadro’ (d'orig. indeur.) e -theke ‘-teca’.

Plateresco: a. m. stile decorativo caratteristico dell’architettura spagnola, contraddistinto da esuberanza ornamentale, dallo spagn. Platero ‘argentiere’, da plata ‘argento’.

Polifora: s. f. finestra divisa verticalmente in più luci (aperture) da colonnette o pilastrini. V. bifora o monofora.

Polittico: s. m. ‘dipinto o rilievo in avorio, terracotta, alabastro e sim., suddiviso architettonicamente in più pannelli, destinato all'altare d'una chiesa’ (1716, F. Buonarroti). Gr. poly-, da polýs ‘molto’ (d'orig. indeur.).

Predella: s. f. ‘largo gradino di legno che fa da base ad un mobile’ (sec. XIV, S. Gregorio volgar.), ‘gradino ampio dell'altare’ (av. 1498, Vespasiano da Bisticci), ‘parte inferiore del polittico e della pala d'altare, divisa in più parti’ (av. 1574, G. Vasari). Vc. longob. “Anche bredel ‘tavoletta’ era forse penetrato prima con i Goti: friul. bredule, parm. mirand. moden. bardella, mil. veron. brela (< *bridilo); ma le forme con p- (bresc. predela ‘piccola lastra di pietra’, mantov. romagn. pradella, moden. predèla, genov. predella, predolone, tosc. predella, metaur. predol, abruzz. pratela, sicil. pradella ‘sgabello’ ecc.) mostrano il rincalzo longobardo. Qui ci troviamo dinanzi a un vocabolo che nelle lingue germaniche ha un significato generico, quello di ‘assicella’; e perciò non si riesce ancora bene a vedere se il prestito è avvenuto per indicare sia lo ‘sgabello’ sia la ‘predella’, o se l'una nozione derivi secondariamente dall'altra.

Prospettiva: s. f. ‘rappresentazione piana d'una figura spaziale, che riproduce la visione che nella figura ha un osservatore in una certa posizione’ (1304-08, Dante), ‘disegno in prospettiva’ (1448-55, L. Ghiberti), ‘previsione, possibilità’ (av. 1808, M. Cesarotti). Vc. dotte, lat. prospectu(m) (da prospectus, part. pass. di prospicere ‘guardare innanzi’, comp. di pro ‘davanti’ e *specere ‘guardare’, d'orig. indeur.), coi der. prospectare, prospectivu(m) (lat. tardo), prospectore(m) ‘che guarda avanti’ (lat. tardo) e prospectione(m) ‘previdenza’ (lat. tardo). Nel senso di ‘tabella, specchietto’, prospetto ricalca il fr. prospectus (1798: si veda: Serianni Norma 214). Prospettore e prospezione sono l'ingl. prospector (1857) e prospection (1908 in questa accez.): “deriva dalla parola prospector generalizzatasi nell'America Settentrionale per designare i ricercatori di miniere, formata da prospect = prospettiva nel senso figurato di speranza” (Enc. it. XXVIII 360).

Protiro: s. m. arco sorretto da due colonne, che orna la porta centrale d'ingresso d'alcune chiese e basiliche, vestibolo nella casa greco-romana. Nelle chiese paleocristiane e romaniche sorta di piccola edicola, o breve avancorpo, spesso aperto sui lati, posto sulla facciata (raramente laterale) a proteggerne e sottolinearne l’ingresso principale. Solitamente formato da due colonne o pilastri poggianti su leoni stilofori e sorreggenti una volta a botte. La dimensione del p. è varia, dagli esempi fortemente aggettanti di età romanica, alle strutture aderenti alla parete in età gotica.

Protome: s. m. ‘testa umana o animale, in rilievo, usata nell'arte antica come elemento decorativo’. Gr. protome ‘testa, busto’, da protémnein ‘tagliare’, comp. di pró ‘davanti’ (V. pro-) e témnein ‘tagliare’ (d'orig. indeur.). Protomoteca è formato sul modello di biblioteca e sim.

Pulvino: s. m. ‘elemento architettonico di pietra liscia o lavorata compreso tra il capitello e l'imposta di due o più archi’ (av. 1452, L. B. Alberti: LN XVIII [1957] 9). Elemento del capitello d’ordine ionico, inserito tra l’abaco e l’echino, avvolto alle estremità in modo da formare ricadenti volute. Elemento architettonico in forma di piramide tronca rovesciata compreso tra il capitello e l’imposta di due o più archi, in pietra liscia o lavorata, con funzione di ripartire sulla colonna il peso delle strutture sovrastanti; è tipico dell’architettura bizantina e ravennate. Vc. dotta, lat. pulvinu(m) ‘cuscino’ (V. pulvinàre), per la forma.

Putto
Le figure di putti vendemmiatori di allusione eucaristica appartenenti all'arte paleocristiana fin dalla fine del I secolo. Nei dipinti del Cimitero di Domitilla a Roma e negli esempi scultorei dei primi sarcofagi cristiani la figura del putto con l'uva ricorre con una certa frequenza. Si tratta di un soggetto che i primi cristiani fanno derivare da un motivo tipico della decorazione tombale romana, alludente al culto di Dioniso. Nell'arte cristiana dei primi secoli cambia significato: viene riferito al sangue di Cristo, al mistero eucaristico e al Giudizio finale.

 



Glossario a cura di A. Severi e A. Cocchi

 

 

 

 
Approfondimenti
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