Claude Monet

Claude Monet, Il palazzo Ducale a Venezia.1908 circa. olio su tela. Brooklyn Museum, New York.
Claude Monet, Il palazzo Ducale a Venezia.1908 circa. Olio su tela, 81,3×99,1 cm, Brooklyn Museum, New York

 

 

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Cenni biografici e attività artistica

 

Oscar Claude Monet nasce a Parigi il 14 novembre 1840, ma trascorre l'infanzia nel porto di Le Havre, perché il padre e lo zio gestiscono un negozio di forniture marittime. Coltiva la sua vena espressiva fin da bambino e intorno ai quindici anni realizza le sue prime caricature a matita e carboncino, vendendole nel negozio del padre. La tecnica si affinerà  in seguito, quando introduce le lumeggiature e poi il pastello.
Nei due anni seguenti il disegno si allontana dalla caricatura e si carica di una psicologia più sottile.
Nel 1856 incontra il pittore Egene Boudin, il suo primo maestro, che lo indirizza verso la pittura, lo incita ad abbandonare la caricatura, gli insegna a osservare la natura e le cose e a dipingere, il paesaggio all'aperto. L'insegnamento di Boudin rappresenta uno stimolo fondamentale nella formazione di Monet e nello sviluppo del suo stile.
Sulla spiaggia a Trouville, del 1860 è un'opera di Boudin in cui si può già  parlare di pre-impressionismo. C'è molta immediatezza visiva e grande senso dello spazio. La pittura è tutta giocata sul colore e sugli effetti di luce e di atmosfera. Boudin è un personaggio molto stimolante per Monet, ancora sedicenne, che viene incoraggiato ad andare avanti. Monet impara presto ed espone la sua prima opera a Rouen, insieme al suo maestro.

Verso il 1858, come racconterà  lui stesso, Monet incomincia a 'vedere' e a 'dipingere'. Dice: "In quel momento mi si aprirono gli occhi e cominciai a capire veramente la natura". E' un'affermazione importante, indica che il 'vedere', cioè l'osservare le cose, attraverso la pittura serve a 'capire'. Cioè che la percezione visiva e la pittura  hanno uno scopo conoscitivo,  implicano una crescita culturale, uno sviluppo della conoscenza.  L'atteggiamento di Monet verso la pittura è e proprio quello di una crescita continua che funziona attraverso la ricezione di imput visivi, l'elaborazione degli stimoli attraverso un filtro interiore e la restituzione di immagini nuove.

Tutto il periodo giovanile di Monet è fatto di incontri importanti che arricchiscono sempre la sua visione personale. Ma ha avuto il suo peso anche la figura del padre, che ha sempre sostenuto la sua predilezione per la pittura e nel 1859 lo manda a Parigi, presso una zia, perché continui la sua formazione artistica.
 
Parigi è piena di occasioni interessanti. Monet entra all'Accademia Suisse, che non è una vera scuola, poiché non ci sono lezioni e insegnanti, ma ci sono i modelli per potersi esercitare nel disegno. Tra gli altri giovani artisti, fa amicizia con Pissarro, con il quale  frequenta  la "Birreria dei martiri" luogo d'incontro  di  artisti e intellettuali. Qui conosce i pittori già  affermati come Corot Delacroix e poeti come Baudelaire.
Corot è uno dei maestri dei futuri impressionisti, insieme a Boudin e Courbet. Soprattutto l'influenza di Corot è determinante per gli artisti più giovani, ne viene assimilata soprattutto la tecnica, estremamente libera e nuova. Corot infatti introduce l'uso della spatola per stendere il colore come se fosse una materia plasmabile. La Birreria dei martiri è il luogo storico in cui, spontaneamente, attraverso scambi di idee, conversazioni, incontri, Monet e gli altri amici pittori fondano le basi dell'impressionismo. Un'altra importante occasione di arricchimento culturale per il gruppo degli impressionisti è offerta dal salon dove vengono esposte le opere dei paesaggisti della Scuola di Barbizon, della quale il massimo rappresentante è Theodore Rouseeau.

Nel 1860 Monet interrompe la sua attività  artistica perché fa il servizio militare, viene mandato in Algeria. Monet rimane affascinato dall'atmosfera esotica e dai colori di questo paese. Ma l'anno successivo si ammala e viene rimpatriato. Appena rientrato a Parigi dipinge Nello studio, del 1861 ora al Museo d'Orsay di Parigi. Si tratta dell'opera che conclude il periodo della sua formazione.  Da qui in poi Monet inizia la sua ricerca espressiva tutta basata sul colore e la sua luminosità  propria, eliminando via via il chiaroscuro e i passaggi graduati. Poi eliminerà  anche il disegno prospettico e si concentra sullo studio della luce e delle qualità  dei colori.

D'estate torna a Le Havre, dove ritrova Boudin e conosce il pittore olandese Jongkind. In autunno è ancora a Parigi, e  incontra  i futuri impressionisti Renoir, Bazille, Sisley.
Non interrompe mai il lavoro, continua a dipingere sempre all'aperto e spesso con i suoi amici pittori. Uno dei luoghi preferiti del gruppo è un villaggio nella foresta di Fontainebleu: qui si possono studiare bene gli effetti dello spazio, della luce e dell'atmosfera.
In questa occasione Monet conosce Courbet, che per un certo tempo diventa suo maestro.  Courbet è un pittore realista, Monet ammira molto le sue opere, ma più che al realismo e alle componenti simboliche della sua pittura è interessato alla tecnica. Courbet insegna a Monet la sua tecnica che consiste nel preparare le tele con una tinta scura. Su questa base poi vengono disposti i colori e le luci. Il Ritratto di J.F. Jaquemart con l'ombrello del 1865 appartiene a questa fase.

Dopo queste esperienze Monet decide di affrontare i salons parigini ed espone nel 1865 due tele che vengono abbastanza apprezzate. Partecipa al Salon anche nel 1866 con altri due quadri, tra cui Camille in abito verde del 1866, che ritrae la donna che sposerà  nel 1870. L'opera suscita reazioni contrastanti tra i critici. Nel 1866 Monet realizza anche un altro quadro fondamentale, un capolavoro che segna una svolta, e in cui supera anche la fase del fondo scuro: Donne in giardino del Museo D'Orsay a Parigi. Il quadro, trionfo di luce e di colore, non viene compreso e viene rifiutato dalla giuria.
Monet e gli altri impressionisti si trovano a subire le conseguenze della fortissima speculazione a cui è sottoposto il mercato dell'arte di metà  '800, e conducono una vita molto difficile.

Negli anni tra il '66 e '69 Monet è interessato soprattutto alla descrizione dei luoghi. La Terrazza sul mare a Sante Adresse, del Metropolitan di New York, del 1867 appartiene a questo momento. Monet inizia a dividere le pennellate in tocchi distinti. Qualche anno dopo Monet realizza I gladioli del 1873. Il processo della divisione dei colori e dell'effetto di luminosità  è andato avanti.
Spesso Monet lavora con gli altri amici. Per esempio nel '69 va insieme a Renoir in una casetta a Saint Michel, vicino Parigi e dipingono gli stessi soggetti. Una delle vedute realizzata da entrambi i pittori è la celebre Grenouillere. Il confronto mette in luce uno dei punti nodali dell'impressionismo: si sperimenta l'effetto del diverso modo di percepire di ognuno di fronte agli stessi stimoli visivi, in base ad un principio di libertà  di espressione individuale.  Gli impressionisti si rendono conto che la percezione visiva segue gli stessi meccanismi, ma nello stesso tempo cambia da una persona all'altra. E quindi la visione è un fatto soggettivo, che deve essere liberato da qualsiasi costrizione esterna.

nel 1870 scoppia la guerra franco-prussiana e Parigi è assediata. Monet, dal porto di Le Havre vede le navi prese d'assalto. Quindi parte per L'Inghilterra e va a Londra, dove trova Pissarro, che si è rifugiato là  prima di lui. Monet continua a lavorare, sempre con i suoi ritmi intensi e sempre en plan air. Finita la guerra, Monet non torna subito in patria. Fa un breve soggiorno in Olanda, continuando sempre a lavorare.  Ne riporta alcune tele come I mulini a Zaandam, del 1872. Nello stesso anno è di nuovo in Francia. Il gruppo di artisti che si era disperso con la guerra si ricompone, riprendono a lavorare insieme. Monet lavora ad Argenteuil ed il primo a raggiungerlo è Renoir. Monet dipinge Le regate ad Argenteuil, uno dei capolavori più famosi dell'impressionismo, e Renoir realizza varie tele con lo stesso soggetto e ugualmente celebri. Il 1873 è il momento della massima vicinanza stilistica tra i due artisti, dipingono opere molto simili. E' una fase di forte sinergia espressiva. Tutti e due sono alla ricerca di una visione della natura che sia fonte di sensazioni pure. Sempre nel 1873 Monet dipinge I gladioli.
In questo periodo, Monet lancia la proposta di fare un'esposizione collettiva, pensando che avrebbe anche potuto migliorare la difficile situazione economica in cui tutti gli impressionisti si trovavano. L'idea era stata già  esposta da Bazille, alcuni anni prima della sua morte, avvenuta durante la guerra del 1870. Ci sono varie discussioni e tutti i preparativi, finché il 25 aprile del 1874, nello studio parigino del fotografo Nadar si inaugura la prima mostra degli impressionisti, col titolo di Mostra della Società  anonima degli artisti pittori, scultori e incisori. La mostra viene criticata ferocemente, ma gli artisti rilanciano con una seconda mostra nel 1876. La critica resta sempre ostile, ma l'esito finanziario è stato meno grave. Nonostante tutto, ognuno porta avanti la sua pittura. Monet predilige sempre i paesaggi e le marine, ma si rivolge anche a scene della vita parigina, come nella Stazione di Saint Lazare, del 1877, di cui esegue sette versioni diverse. Studia anche l'effetto del movimento come nella Rue Montorgueil imbandierata del 1878.

Dopo l'ultima mostra degli impressionisti, nel 1877, l'esistenza di Monet attraversa un momento tra i peggiori. Oltre alle precarie condizioni economiche della sua famiglia, la moglie Camille si ammala gravemente e muore nel 1879, lasciandogli due figli molto piccoli. 
Nel 1880  Monet fa una prima mostra personale che comincia a portargli un certo successo. Ma il primo grande successo arriva all'esposizione di Londra, poi seguono Bruxelles, New York, Stoccolma.  Dopo il 1880 segue un periodo di viaggi e successi internazionali.
dal 1890  acquista una bella proprietà  e si trasferisce a Giverny con i figli e la seconda moglie, Alice. Si apre una fase nuova nella sua pittura, che lo porta a superare l'impressionismo.
A partire dal 1890, nel periodo della maturità , Monet usa un procedimento nuovo, che si era già  preannunciato alcuni anni prima. Produce dei dipinti in "serie", dedicandosi, cioè, più volte allo stesso soggetto. Tra le serie più famose di Monet, quella dei Pioppi, del 1891,  la serie della Cattedrale di Rouen, realizzata tra il 1892 e il '94 e infine quella delle Ninfee, alla quale si dedica fino alla morte.
Quando vengono esposte le Cattedrali, nel 1895 a Parigi, è un trionfo. L'evento cattura l'attenzione di tutto il mondo artistico e Monet riceve l'ammirazione di tutti e specialmente degli altri artisti.

In vecchiaia Monet si ritira a Giverny e dedica tutte le sue cure alla pittura, alla casa e al suo giardino. Chi ha visitato la casa di Monet ne parla come di un luogo magico, un piccolo universo di colori e riflessi. La casa e il giardino di Monet rappresentano un altra opera d'arte del grande artista. Qui egli riunisce ciò che ama di più, e allestisce la sua collezione di quadri. Ma il giardino è il capolavoro più perfetto per lui, inesauribile fonte di ispirazione, piena di colore e di profumi. La maggior parte dei dipinti che l'artista realizza fino alla morte nascono da questo giardino.
Negli ultimi anni è colpito da altri due gravi lutti: nel 1911 muore la seconda moglie, Alice e tre anni dopo perde il figlio Juan, colpito da un male incurabile. Monet, in seguito a un incidente, si rovina la vista e continua a dipingere quasi cieco.  I giornalisti Rene Gimpel e Georges Bernheim visitano lo studio di Monet nel 1918 e descrivono le loro impressioni. Raccontano di essersi trovati in un grande salone pieno di quadri molto grandi su tutte le pareti e sul pavimento. Vedevano acqua, cielo e ninfee colorate dappertutto, uno spazio misterioso, magico e irreale  che sembrava non avere nè inizio nè fine.
Monet lavora alle Ninfee fino all'ultimo momento, lasciando un ultima versione incompiuta. Muore nel 1926 a Giverny.

A. Cocchi

 

 

 

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Impressionismo. Mappa concettuale

Impressionismo

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Bibliografia

 

L. Rossi Bortolatto. L'opera completa di Claude Monet. Classici Dell'arte Rizzoli, Milano, 1966
G. G. Lemaire. Monet. Dossier Art. Giunti, Firenze 1990
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerario nell'arte vol. 3 Dall'età  dei lumi ai nostri giorni Zanichelli, Bologna 1996
G.C. Argan L'Arte Moderna 1770/1970 Sansoni, Firenze 1980
AAVV La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti 1986
G. Dorfles, F. Laurocci, A. Vettese. Storia del'arte. L'Ottocento. Vol. 3. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2005

 

 
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