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Il bar delle Folies-Bergéres

Il bar delle Folies-Bergères è l’ultimo quadro di Manet, un olio su tela ammirabile ora al Courtauld Institute di Londra.
Il dipinto viene accettato ed esposto al Salon nel 1882; esso costituisce il testamento del pittore, poiché ne mostra l’evoluzione del percorso artistico.
La scena è ambientata in un bar in gran voga in quell’epoca a Parigi; la prima impressione è quella di trovarsi di fronte ad una scena convenzionale, in cui la cameriera al centro del dipinto ci guarda assorta. Sul bancone, Manet dipinge sulla sinistra varie bottiglie di champagne e birra, mentre sulla destra vi sono un bicchiere con delicati fiori dai colori pastello e un vassoio colmo di mandarini.
Su quello stesso bancone si appoggia la cameriera, che ascolta mesta l’avventore del bar, visibile nel riflesso dello specchio alle spalle della ragazza.Lo specchio occupa tutto lo sfondo, e ci mostra il locale affollato e inondato dalle luci dei lampadari. La gente assiste allo spettacolo che si sta svolgendo nella sala, come testimonia il dettaglio delle gambe di un trapezista nell’angolo in alto a sinistra.
Attraverso l’espediente dello specchio, l’osservatore del quadro si trova catapultato all’interno della scena, come se fosse l’avventore del bar a cui si rivolge la cameriera.
L’idea dello specchio è tratta probabilmente dall’opera Al caffè di Gustave Caillebotte o da alcuni ritratti di Degas.
Un altro elemento estraniante (oltre allo specchio) è la posizione del bancone stesso, che sembra affacciarsi direttamente sulla sala. Se così fosse, il cliente (e quindi lo spettatore) sarebbe sospeso a mezz’aria.
Questo quadro racchiude tutti gli elementi caratteristici della pittura di Manet: la natura morta, l’ambientazione contemporanea e la rappresentazione frontale.
I colori sono vivaci e luminosi, e le pennellate rapide riescono a rappresentare in modo realistico ed esauriente la folla e l’intera ambientazione.

G. Varsi


Bibliografia:

Giorgo Cricco e Francesco Paolo di Teodoro; Itinerario nell’arte, dal Barocco al Postimpressionismo; Zanichelli; 2006
John Rewald; La storia dell’Impressionismo; Oscar Studio Mondadori; 1976
Corriere della Sera; Manet; Rizzoli Skira; 2003

 

 

 
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