Francesco Hayez

Francesco Hayez. Ritratto di Matilde Juva Branca. 1851. Olio su tela. Museo d'Arte Moderna, Milano.Francesco Hayez. Ritratto di Matilde Juva Branca. 1851. Olio su tela. Museo d'Arte Moderna, Milano.

 

Basandosi su un repertorio storico, medievale e patriottico, Hayez abbraccia i temi caratteristici del Romanticismo, ma li esprime con un linguaggio in cui il disegno accademico e classicheggiante si fonde con un colore decisamente espressivo.

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Cenni biografici e produzione artistica

 

Francesco Hayez è un artista molto produttivo, ha avuto una vita lunghissima e una carriera fortunata.
Nasce a Venezia, nel 1791 da una famiglia molto povera, ultimo di cinque figli. La madre, Chiara Torcellan, è di Murano, il padre, Giovanni Hayez è un pescatore francese, originario di Valenciennes. A causa di gravi difficoltà economiche, il bambino viene affidato a una zia benmestante, moglie di Giovanni Binasco, mercante d'arte genovese, proprietario di una galleria di quadri. È lo zio che scopre l'inclinazione artistica di Francesco. Dapprima inrtroduce il nipote presso un restauratore, poi avendo notato il suo talento, lo avvia alla carriera artistica presso lo studio di Francesco Maggiotto. Qui il giovanissimo artista riceva anche una formazione classica, impostata su letture mitologiche e storiche.
Insieme all'amico Demin, inizia a frequentare la collezione di Palazzo Farsetti, che conteneva un'esposizione di gessi tratti da antiche statue classiche. Francesco per tre anni si esercita nel disegno, copiando i modelli in gesso.
nel 1803 frequenta in Accademia il corso di nudo e grazie all'insegnamento di Lattanzio Querena comincia a dipingere.  Per la sua formazione veneziana è importante anche lo studio della pittura di Tiziano, da cui riprende la vivacità e la gamma calda dei colori. Nel 1806 si costituisce a venezia la nuova Accademia e Hayez viene ammesso ai corsi di pittura in cui insegna Teodoro Matteini, che lo avvia alla pittura di genere storico.

 

 

Francesco Hayez. Incontro tra Esaù e Giacobbe. 1844. Olio su tela. cm. 208X300. Brescia, Civica Pinacoteca Tosio Martinengo

Francesco Hayez. Incontro tra Esaù e Giacobbe. 1844. Olio su tela. cm. 208X300. Brescia, Civica Pinacoteca Tosio Martinengo

 


Con una borsa di studio, ottenuta nel 1809 in un concorso molto selettivo, Hayez ottiene un soggiorno di alunnato a Roma per tre anni. Il primo anno il ragazzo viene affidato alla guida del Canova, la cui influienza sarà fondamentale per lo sviluppo del suo stile. Hayez viene accolto come un figlio in quell'ambiente eccezionale che è lo studio romano di Canova: qui ha la possibilità di incontrare gli artisti e i personaggi più eminenti del momento. Inoltre l'appoggio del grande scultore favorisce le sue prime importanti occasioni di lavoro.
Le sculture di Canova esercitano un'enorme suggestione su di lui, tanto da caratterizzare tutto il suo stile. Molte opere di Hayez ripropongono, soggetti, situazioni e caratteristiche riferibili direttamente alle opere canoviane e a quelle di Raffaello, conosciute a Roma. E anche l'incarnato delle figure femminili di Hayez è vicinissimo alla particolare morbidezza delle sculture canoviane e ai dipinti di Raffaello.
In seguito Hayez rimane sostanzialmente a Roma, ma fa alcuni soggiorni a Firenze e a Venezia.
Nel 1813 Hayez realizza il celebre Rinaldo e Armida, inviato all'Accademia di Venezia come prova finale del suo alunnato. Nello stesso anno è tra gli artisti incaricati delle decorazioni in Quirinale.
Nel 1815, Muore Gioacchino Murat, che lo aveva incaricato di dipingere Ulisse alla corte di Alcinoo. Il Quadro di grandi dimensioni verrà poi inviato a Napoli, al re Ferdinando I di Borbone.
Nel 1817 sposa Vincenza Scaccia, appartenente a una famiglia della borghesia romana, abituata a ricevere gli artisti. Nello stesso anno torna a Venezia per realizzare alcuni affreschi nei palazzi signorili veneziani.

Nel 1820 si trasferisce a Milano, in seguito alla presentazione all'Accademia Brera del Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri, ora conservato in una collezione privata. E' un'opera di grande impegno, considerata come il manifesto del romanticismo storico che gli porta grande successo e gli permette di conoscere a Milano personalità di spicco come Tommaso Grassi, Alessandro Manzoni, il conte Arese, il Conte Cavour.
Nel 1821 espone Il conte Carmagnola condotto al supplizio, l'opera viene molto apprezzata dal Manzoni, autore della tragedia a cui si è ispirato il pittore.
La sua attività prosegue con la realizzazione di altri quadri di soggetto storico: I vespri siciliani del 1822, l'Ajace d'Oileo, I Profughi di Parga,  opere ispirate alla tragedia di Giulietta e Romeo, come l'Ultimo bacio e gli Sponsali, soggetti religiosi e ritratti. Particolarmente noto è il Ritratto di Alessandro Manzoni. Negli anni seguenti riceve incarichi sempre più prestigiosi, tra i quali gli affreschi eseguiti nel 1837 nella Sala delle cariatidi in Palazzo Reale a Milano.
Nel 1850 viene nominato professore di pittura all'Accademia di Brera.
Hayez continua a dipingere fino alla fine della sua vita. Nei suoi ultimi anni nascono altri capolavori come Il bacio, il Marin Falieri, il Ritratto di Gioacchino Rossini e  la Finestra di Harem del 1881. Muore a Milano il 21 dicembre 1882.

 

 

I colori del Risorgimento

 

Francesco Hayez è il maggiore rappresentante del Romanticismo in Italia, e la sua pittura riflette fedelmente la situazione culturale italiana di metà  '800, che si esprime in tono minore rispetto agli altri paesi d'Europa, ma si inserisce anche nel contesto politico risorgimentale.
Negli anni del Risorgimento e le difficili e complesse condizioni economiche, politiche e sociali che si sono verificate nel nostro Paese in quel periodo hanno ostacolato fortemente anche gli scambi culturali e spesso soffocato la volontà  di cambiamento e innovazione. Fortunatamente, tra gli artisti e gli intellettuali attivi nell'Italia di quegli anni non mancano figure d'eccezione, che hanno saputo esprimersi nella letteratura, nella musica e nell'arte figurativa.

Nel complesso, però, la pittura  italiana dell'800 rappresenta un caso a parte rispetto ai risultati raggiunti negli altri paesi europei da artisti come Friedrich, Turner, Goya o Delacroix, perchè manca soprattutto lo slancio alla sperimentazione e all'innovazione del linguaggio pittorico. Nella pittura italiana dell'800 la ricerca artistica si gioca infatti soprattutto sul soggetto e sulla rappresentazione, perchè orientata soprattutto a raccogliere un sentimento collettivo e ad esprimere messaggi di contenuto morale e politico molto sentito, ma che non poteva esprimersi in modo troppo diretto. La repressione e il rigido controllo esercitati nelle diverse zone d’Italia dai Borboni, dagli Asburgo e dallo Stato Pontificio erano soffocanti.

In questo contesto la pittura di Francesco Hayez è emblematica.
Basandosi su un repertorio storico, medievale e patriottico, Hayez abbraccia i temi caratteristici del Romanticismo, ma li esprime con un linguaggio accademico e classicheggiante, rivolgendosi ai suoi contemporanei italiani.  La sua arte ha avuto grande fortuna critica ai suoi tempi perchè è stata capita ed apprezzata ed ha avuto una forte influenza sulla pittura ottocentesca e sul gusto estetico in Italia.

I legami più stretti si rintracciano tra la pittura di Hayez e la coeva letteratura, ma anche ai soggetti teatrali del melodramma contemporaneo, a quel tempo molto popolare e con la musica di Giuseppe Verdi.

Lontano dalle ricerche espressive e dai risultati della pittura transalpina, dallo sperimentalismo individuale e dalle componenti espressionistiche, il gusto italiano del momento è vincolato al repertorio mitologico e, nelle forme, ai modelli classici.
I quadri di Hayez assecondano solo in parte questo gusto e soprattutto nella prima fase, più vicina agli influssi classicheggianti di Canova e Ingres, oltre a quelli dei maestri rinascimentali, in primo luogo Raffaello. Ma nei soggetti, Hayez propone temi moderni in contesti medioevali, ispirati alla storia nazionale, e inserisce chiari messaggi patriottici.

Le sue opere, soprattutto giovanili, appartengono allo stesso gusto moderato e popolare anche nello stile, perchè sono resi non con un'atmosfera che sta a metà  tra il distacco neoclassico e l'inclinazione sentimentale.
Le composizioni cromatiche dei suoi dipinti sono studiate su accostamenti molto gradevoli e accattivanti, la combinazione dei colori segue regole rigorose, calibrati  sempre secondo principi di equilibrio visivo impeccabile.
Ma accanto alle scelte di carattere estetico, i colori di Hayez sono spesso veicolo di messaggi politici, assumendo una specifica funzione simbolica. Frequenti sono, ad esempio le allusioni al tricolore, che declamano l'unità  d'Italia.

Tra i sui personaggi storici o biblici si possono inoltre riconoscere i volti di noti esponenti politici sostenitori del Risorgimento

 

 

Francesco Hayez. Ritratto di Camillo Benso di Cavour. 1864. Olio su tela. cm. 69X64. Milano, Pinacotecadi Brera.
Francesco Hayez. Ritratto di Camillo Benso di Cavour. 1864. Olio su tela. cm. 69X64. Milano, Pinacotecadi Brera.

 

 

Accanto alla produzione dei quadri "storici" va inoltre accostata  quella in cui l'artista veneziano raggiunge i risultati espressivi più alti: i ritratti.  E nei ritratti di Hayez sono effigiati diversi protagonisti del Risorgimento italiano.
Emblematico, in questo senso è il Ritratto del Conte Arese in carcere, dove il nobile appartenente ai moti carbonari del 1820-21, viene rappresentato in catene nella fortezza dello Spielberg. Ma acquista un'eco politica anche il magnifico Ritratto di Cristina Belgiojoso Truivulzio, uno dei più belli della pittura dell'Ottocento, dove la principessa in esilio è rappresentata con colori e composizione rigorosissimi.

Un'altra delle componenti proprie allo stile di Hayez è il realismo, che si esprime soprattutto nei ritratti e nei nudi femminili, che hanno provocato grande scandalo proprio per quell'insistita e voyeristica resa tattile e l'"eccessiva" verità . Uno dei quadri che meglio rispondono a questa visione è il celebre ritratto della ballerina Carlotta Chambert, presentato come Venere che scherza con due colombe.

 

 

Francesco Hayez. Venere che scherza con due colombe. Ritratto della ballerina Carlotta Chabert. 1830. Olio su tela. cm 183X137. Trento Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
Francesco Hayez. Venere che scherza con due colombe. Ritratto della ballerina Carlotta Chabert. 1830.
Olio su tela. cm 183X137. Trento Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.



Il grande successo di Hayez sta soprattutto nella sua piena aderenza alla cultura e alla mentalità  degli italiani di quegli anni, ed è favorito dalle sue scelte espressive.
Hayez, tuttavia, già  nel periodo giovanile, conosce la situazione artistica contemporanea anche fuori dall'Italia, e oltre all'influenza di Raffaello, Tiziano e Veronese, e del contemporaneo Canova, è fortemente condizionato dall'opera dei pittori neoclassici in genere e di Ingres.
Le opere più decisamente romantiche della sua produzione compaiono soprattutto a apartire dagli anni '20, come sono il Carmagnola, chiaramente ispirato agli studi anatomici di Gericault per la sua Medusa, e l'espressivo Autoritratto del 1822.


A. Cocchi

 

 

 

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Francesco Hayez. Mappa concettuale

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Arte del Romanticismo. Mappa concettuale

Romanticismo.

Mappa concettuale con caratteri generali dello stile ed esempi dei principali esponenti.  Autore: A. Cocchi
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Bibliografia

 

C. Bertelli, G.Briganti, A. Giuliano Storia dell'arte italiana Electa-Mondadori vol. 4
C. Castellaneta, S. Coradeschi. L'opera completa di Hayez. Classici dell'arte Rizzoli, Milano 1966
F. Mazzocca Hayez,. Dossier Art Giunti, Firenze 1998
M. Monteverdi. Neoclassicismo e aspetti accademici del primo romanticismo italiano. in: Storia della pittura italiana dell'Ottocento. Vol. I. Bramante Editrice, Busto Arsizio, 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986

 

 
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