La Rocca di Cesenatico

La Rocca di Cesenatico

Bibliografia

 

 

Le origini della Rocca di Cesenatico risalgono al 5 settembre 1302, quando fu costruito il Castrum presso il primo scalo marittimo medievale di cui si ha notizia, che si trovava in corrispondenza della foce del fiume Pisciatello, nella zona a monte, all'entrata di Cesenatico. Si trattava di una costruzione di carattere strategico adibita sostanzialmente alla difesa del porto. Proprio  per questo la Rocca di Cesenatico è stata teatro di numerose vicende belliche, risultando più volte danneggiata e ricostruita.
Poco più di un mese dopo della sua primitiva edificazione, il 22 ottobre 1302 i Ghibellini di Federico da Montefeltro, alleati con Uguccione della Faggiola, i Ravennati ed i Cervesi, capeggiati da Bernardino da Polenta, distrussero il castello.
Dopo la costruzione del nuovo porto - avvenuta per opera dei Cesenati nel 1314 - papa Giovanni XXII, inviò da Avignone la riconferma per la costruzione della fortezza.
Nel 1328, con una nuova offensiva, il forlivese Cecco Ordelaffi e Ostasio da Polenta distrussero la torre di guardia del castello e danneggiarono le strutture portuali.
Tra il 1328 e 29 avviene la ricostruzione della Rocca e del porto di Cesenatico per ordine del podestà di Cesena Aimerico di Castro Lucio. Come viene ricordato in una lapide di marmo, i lavori furono sostenuti dai finanziamenti offerti dal Cardinale Bertrando del Poggetto, Legato pontificio, e dall'Arcivescovo di Ravenna.
Ma nuovi episodi di distruzione, dovuti alle intricate e drammatiche vicende storiche, avvengono nel corso del XIV secolo. Nel 1356, il porto subisce un assalto e un incendio per opera delle truppe pontificie al seguito del Cardinale Egidio Albornoz, autore di numerose distruzioni e stragi sanguinose in tutta la Romagna.
Nel 1360 la rocca è oggetto di un'altra offensiva, stavolta per mano di Giovanni Manfredi, spodestato da Faenza, che a capo di uno squadrone di Ungheresi incendia nuovamente il porto.
L'ultimo quarto del secolo vede la Rocca passare da una proprietà all'altra.
Un momento di grande importanza per la storia della Rocca è quello che vede protagonista il Magister Bonachino Ambroni, illustre medico e astrologo cesenate, personaggio di rilievo della storia locale, che venne tenuto in grande considerazione da papa Gregorio XI. Questi, per ricompensarlo della sua opera professionale, lo nominò cappellano del Porto Cesenatico nel 1373. Bonachino Ambroni risiedette quindi nella Rocca, mantenendo l'incarico pontificio fino alla morte, avvenuta nel 1377. La sua presenza, e soprattutto lo Stemma della famiglia Ambroni, murato su un lato del Mastio del Castello sono stati molto importanti anche per gli studiosi, offrendo sicuri elementi di datazione, per risalire alla storia del  monumento.
Nel 1377 il cardinale Roberto di Ginevra concesse l'ipoteca sul Porto di Cesenatico a Guido da Polenta, il quale si insediò nella Rocca.
Nel 1382 Galeotto Malatesta offrì a Guido da Polenta 6.000 fiorini per l'estinzione dell'ipoteca e da questo momento si avvia il lungo periodo di stabilità della dominazione malatestiana.
Dopo esser stata occupata da Braccio di Montone, nel 1465 il papa Paolo II riconsegnò la Rocca a Cesena; durante gli stessi anni probabilmente essa fu fortificata per proteggerla dagli attacchi dell’artiglieria, alla base con la pietra d’Istria che è ancora visibile nei ritrovamenti dei recenti  scavi.

La Rocca è anche famosa anche per aver ospitato Leonardo Da vinci, infatti lui salì su di essa per poter vedere dall’alto il porto di Cesenatico nel 1502. E' in questa occasione che, probabilmente Leonardo tracciò i due famosi disegni del Codice L, conservati alla Biblioteca di Vienna.
In seguito, non ci sono più stati avvenimenti di rilevante importanza riguardo questa rocca, finchè furono asportate le fortificazioni di pietra d’Istria per impiegarle nella costruzione del Fortino napoleonico, usato per contrastare gli attacchi marini inglesi.
Infine, durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’autunno del 1944 un esercito tedesco che stava per ritirarsi, distrusse  la Rocca, con una grande quantità di  esplosivo postagli all’interno.

Per avere un'idea dell'aspetto complessivo della Rocca di Cesenatico, gli studiosi hanno desunto una descrizione, almeno a grandi linee della Rocca, traendo informazioni dagli inventari quattrocenteschi, da antichi disegni e mappe.  Altre notizie si deducono da alcune fotografie precedenti alla seconda guerra mondiale e da una descrizione del 1892, scritta dall'ingegnere comunale Leopoldo Antonelli per la Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna.
Si trattava di una fortezza costituita da una cinta muraria di forma triangolare, un Mastio, o torre principale di pianta quadrata, coronato da una merlatura, un cortile e un Rivellino distaccato dal corpo centrale e inglobato al muro di cinta.
Il Mastio si sviluppava almeno su tre piani con una stanza per ogni piano. Il Rivellino, probabilmente fungeva da deposito di armi e poteva ospitare alcuni soldati.
Per quanto riguarda il materiale di costruzione, la descrizione di Antonelli è confermata anche dai ritrovamenti archeologici: la gran parte della Rocca era costruita in laterizio, mentre il basamento e gli angoli erano rinforzati da blocchi di pietra d'Istria.

Oggi i resti della rocca, recentemente restaurati sono visibili nel Parco Archeologico della Rocca, sulla Strada Statale Adriatica.

 

 P. P. Pollini, N. Pletto, E. Racchini, L. Gentili.

 


 

 

 

The Fortress of Cesenatico

 


Park of the Fortress and the remains of wall and the Ambroni Heraldic Shield

 

The origin of the Rocca di Cesenatico (Fortress) dates back to 5th September 1302, when a Castrum near the first medieval maritime stop ever known was constructed, located on the mouth of the Pisciatello River. It was a strategic construction used mainly to defend the port. Exactly for this reason, the fortress of Cesenatico was the stage of several battle events and consequently was damaged and reconstructed several times.

Just over a month after the first construction, on the 22nd October 1302, the Ghibellini of Federico da Montefeltro, allied with Uguccione della Faggiola, the Ravennati and the Cervesi, led by Bernardino da Polenta, destroyed the castle.

 




The Fortress of Cesenatico. Remains of the walls

 

 

After the construction of the new port - a joint work of the people of Cesenatico in 1314 - Pope John XXII sent from Avignon the go ahead for the construction of the fortress. In a new attack in 1328Cecco Ordelaffi and Ostasio da Polenta, from Forli, destroyed the look-out tower of the fortress and damage the structure of the port. The reconstruction of the fortress and the port  took place between 1328 and 1329, by order of Aimerico di Castro Lucio, mayor of Cesena. As commemorated in a marble memorial stone, the works were supported by the financial help offered by Cardinal Bertrand du Pouget, Papal legate, and by the Archbishop of Ravenna.
But new episodes of destruction happened during the 14th Century, result of complicated and dramatic historical events. In 1356, the port endures an assault and a fire by Papal troops instructed by Cardinal Egidio Albornoz, originator of numerous destructions and bloody massacres all over the Romagna region.

 


Remaisn of the fortress of Cesenatico. Remains of the base covered by Istrian stone.

 


In 1360 the fortress was the object of another offensive, this time by Giovanni Manfredi, a deposed from Faenza, who led a squadron of Hungarians to set the port on fire once more.

The last quarter of the century saw the fortress change property. A very important moment for the history of the fortress is when Magister Bonachino Ambroni illustrious doctor and astrologer from Cesenatico and an important person in the local story, was worthy of consideration by Pope Gregory XI. To recompense him for his professional services, the Pope nominated him Chaplain of the Port of Cesenatico in 1373. Bonachino Ambroni therefore moves to the fortress, and keeps the Papal task until his death in 1377. His presence and especially the Coat of Arms of the Ambroni family, walled on one side of the look-out tower were very important for the scholars and supplied reliable information about the history of the monument.

In 1377 Cardinal Robert of Geneva approves a mortgage on the Port of Cesenatico to Guido da Polenta, who installs himself in the fortress.

In 1382 Galeotto Malatesta offers Guido da Polenta 6,000 Florins to cover the loan and from this moment on, a long period free of conflict with the Malatestas starts.

 


Remains of the fortress of Cesenatico. View of the archaeological excavations.



After being occupied by Braccio di Montone, in 1465Pope Paul II handed the fortress back to Cesena; it was probably also during this period that its based was fortified with Istrian stones, which is still visible in the findings of recent excavations. It was reinforced in order to protect it from artillery attacks.

The fortress is also famous for giving accommodation to Leonardo da Vinci, who had climbed it to be able to see the Port of Cesenatico from the top, in 1502. It is probably on this occasion that Leonardo sketched the two famous drawingsof the Codice L, kept at the National Library of Vienna.
After this, there were no relevant events concerning the fortress, until the Istrian stones were removed to be used in the construction of the Napoelonic Fort, used to fight the English naval attacks.

Finally, during World War II, in the autumn of 1944, the German army who was about to retreat, destroyed the fortress using a great quantity of explosives.

To have an idea of the whole of the fortress of Cesenatico, the scholars figured out a description, at least an outline, gathering information from the 1400's inventory, and from old drawings and maps. Other information was taken from pictures from before the Second World War and from a description of the 1892, written by the town's engineer Leopoldo Antonelli, for the Superintendence of Monuments of Ravenna.

It was a fortress built with town-walls of triangular shape, a look-out tower or main tower of square plan, crowned by battlements, a yard and a ravelin detached from the main body and incorporated in the town-walls.

The look-out tower developed at least on three floors, with one room per floor. The ravelin probably acted as a deposit for weapons and could accommodate some soldiers. As for the materials used, Antonelli's description is confirmed also by archaeological findings: the majority of the Fortress was built with hollow bricks, while the base and the corners were reinforced by blocks of Istrian stone.

Today the remains of the fortress, recently revived, can be seen in the Archaeological Park of the Fortress, located on the Strada Statale Adriatica.



 P. P. Pollini, N. Pletto, E. Racchini, L. Gentili. , edited by A. Cocchi

Trad.: A. Sturmer

 


  

Bibliografia

 

B. Ballerin, Rocca, torre e fortino del Cesenatico. in: Romagna arte e storia n. 49, 1997, Editrice Romagna arte e storia, Rimini 1997

F. Santucci, Cesenatico, da porto di Cesena a Comune Edizioni Il ponte vecchio, Cesena, 1995
D. Gnola, Storia di Cesenatico Edizioni Il ponte vecchio, Cesena, 2001
D. Gnola, Cesenatico nella storia Edizioni Il ponte vecchio Cesena, 2008
M. Marini Calvani (a cura di), Schede di Archeologia dell'Emilia-Romagna, Bologna 1995
B. Farfaneti, Cesenatico romana. Archeologia e territorio, Ravenna 2000
C. Dondi Il porto di Cesenatico lo pensò Leonardo? in:www.bper.it/gruppobper/incontri
www.archeobo.arti.beniculturali.it

 

 
Approfondimenti
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