Quest'opera, dipinta da Pellizza da Volpedo nel 1885-97, puàààಠessere considerata una delle tante propedeutiche al suo lavoro finale, Il quarto stato. E' direttamente riferito alla situazione politica contemporanea e al successo ottenuto dai socialisti dapprima con le elezioni generali del 1895, poi con quelle successive del 1897 in cui venne registrato un largo consenso popolare.
Come nel dipinto finale, giàààà in questo studio preparatorio i lavoratori avanzano verso lo spettatore, compatti e solidali nel loro cammino di affermazione dei propri diritti.
E' inevitabile il confronto con altri precedenti illustri in cui si affrontano tematiche simili come ad esempio La Libertàààà guida il popolo di Delacroix, ma a differenza del grande artista francese, in questo dipinto viene evitato qualsiasi riferimento ad azioni violente. Gli atteggiamenti sicuri e tranquilli dei lavoratori di Pellizza non sembrano mossi dalle passioni rivoluzionarie degli eroi romantici, quanto piuttosto da una serena e tenace decisione di portare avanti il proprio pensiero. Non a caso uno dei riferimenti piààà๠diretti di questo dipinto àààਠla Scuola di Atene di Raffaello, da cui sono tratti misura, armonia, rispondenze di gesti e spontaneitàààà , nonchàààਠsintesi e chiarezza formale.
Trattandosi di un dipinto preparatorio, al contrario del Quarto stato, i contorni delle figure non sono ben definiti, e l'esecuzione pittorica sembra essere stata molto piààà๠veloce. Ma proprio questa indefinizione, sapientemente calibrata, con un'immagine piààà๠definita al centro e via via piààà๠sfocata ai bordi, accresce il senso di moltitudine e di movimento.
I volti sono sbiaditi, alcune figure addirittura trasparenti: con questo Pellizza vuole trasmetterci l'anonimato delle figure, che nonostante siano quasi senza identitàààà , perchàààਠconsiderati tali dalla classe dirigente, insieme possono riuscire nel loro intento, e definirsi meglio anche come individui man mano che avanzano nella loro lotta di classe.
La massa di persone assomiglia proprio ad un fiume in piena, da qui il nome "fiumana", che ricollegandosi alla forza della natura, avanza serrato verso un futuro migliore.
Il colore àààਠsteso principalmente per macchie e filamenti, e risalta il contrasto cromatico tra la strada, polverosa e bianca nella luce piena del sole, e la massa degli uomini, costruita dalle macchie blu, gialle, verdi, tracciate a tratti e puntini.
Anche dal punto di vista geometrico, la composizione di Pellizza offre una chiara valenza simbolica. La piramide con il vertice in avanti risponde all'idea di una societàààà fondata su una larga base (i cui limiti si perdono oltre il bordo del quadro) e da un vertice composto da pochi personaggi, che rappresentano il gruppo "eletto" dei lavoratori.
Sullo sfondo, persino del cielo plumbeo appena rischiarato sull'orizzonte turchese sembra in netto contrasto con il sole accecante del primo piano, un chiaro rinvio simbolico a un passato "scuro" che si vuole lasciare alle spalle, per avanzare verso la luce.
Il dipinto rimase incompiuto.
E. Pasqualone
Bibliografia:
Anna Maria Damigella. Pellizza da Volpedo. Giunti editore 1999
Emma Bernini Roberta Rota Storia dell'arte-il Settecento e l'Ottocento. Laterza editore 2000
Giulio Carlo Argan. L'arte moderna. Sansoni editore 2002
Giorgio Cricco, Francesco Paolo di Teodoro. Itinerario nell'arte. Zanichelli editore 2008