Animali del Devoniano

La vita nel  Devoniano, quarto periodo dell'Era Paleozoica, fu rigogliosa, infatti i resti fossili relativi a questo periodo ci riportano abbondanti esempi di Piante e Animali. Lo sviluppo delle piante erbacee acquatiche e semiacquatice aumentò notevolmente a partire dal Devoniano medio, avviando il processo che porterà alla formazione delle foreste del successivo periodo Carbonifero. Anche la fauna cominciò ad adattarsi alla vita semiacquatica con la comparsa dei primi Anfibi e dei primi Insetti.

Diventano molto importanti i Tetracoralli, gli Echinodermi Crinoidi, i Brachiopodi e i Pesci.  Tra i Molluschi primeggiano i Cefaloidi, tra i quali compaiono nuovi gruppi di Nautiloidi e Ammonoidi. Uno dei tipici Nautiloidi devonici è il Cyrtoceras lineatum, dalla caratteristica conchiglia rigata a forma di cilindro piegato.


Cyrtoceras lineatum, Nautiloide del Devoniano.
Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 

 


Ricostruzione di un fondale marino devonico. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 

Il Devoniano è detto anche Età dei Pesci, perchè i Pesci si moltiplicarono in molte specie diverse e meltre alcuni continuarono a popolare i mari, altri gruppi invasero anche le acque dolci dei fiumi e dei laghi. Attraverso lo studio dei sedimenti in cui si sono conservati i fossili si è potuto capire che nel Devoniano c'era un clima subtropicale, con stagioni aride e piovose similmente a quello delle savane di oggi.

 


Cranio di Dunkleosteus, Placoderma del Devoniano

 

Nei mari si evolsero soprattutto i Placodermi, Pesci corazzati i cui primi esempi risalgono alla fine le periodo Siluriano e che popolarono solo in parte le acque dei mari. Il Dinichtys e il Pterichthyodes sono alcuni dei Placodermi che nuotavano nei mari del Devoniano, ma vanno ricordati i Botriolepidi, la Stensioella e il Dunkleosteus   che vivevano nei fiumi e nei laghi di tutti i continenti.  

 

 
Fossile di Gemuendina sturtzi

 

I Placodermi erano Animali Vertebrati, ma esistevano anche pesci come i Condrichti, che possedevano uno scheletro cartilagineo molto simile a quello dei Selaci di oggi. Tra questi si può indicare il il  Cladoselache, un Pesce di grandi dimensioni, molto simile agli odierni Selaci che si evolse tra il Devoniano e il Carbonifero. I primi Selaci, come ad esempio gli Ibodonti, erano specie soprattutto marine, e anche Tra gli Elasmobranchi comparvero specie anche esclusivamente marine.

 


Piante e animali del Devoniano. 1. Psilophyton; 2. Rhynia; 3. Nematophyton;
4. Duisbergia; 5.Pseudosporocnus; 6.Drepanophycus; 7.Asterocalamites;
8.Taeniocrada; 9.Dinichtys; 10. Gigantostrace o scorpione di mare;
11.Achantodes; 12. Osteolepis macrolepidotus; 13.Cephalaspis;
14. Gemuendina sturtzi; 15. Pterychtys milleri; 16.Pterapis.
Fonte: Enciclopedia Universo. Istituto Geografico De Agostini, Novara. 1971.

 

Il clima di tipo subtropicale che caratterizzava questo periodo, spinse i Pesci del Devoniano ad adattarsi anche durante le stagioni aride, quando i laghi si prosciugavano e rimanevano soltanto piccoli stagni. I pesci di allora, come quelli di oggi, potevano respirare mediante le branchie che permettevano loro di ricavare dall'acqua l'ossigeno necessario alla sopravvivenza. Ma negli stagni delle stagioni aride del Devoniano, nella poca acqua rimasta l'ossigeno era ormai consumato, mentre invece era presente fuori dall'acqua, nell'aria circostante alla riva dove veniva prodotto dalle  prime piante terrestri. Un pesce intrappolato in un piccolo stagno che si sta prosciugando, per sopravvivere deve avere non solo la possibilità di respirare, ma anche quella di mangiare e di mantenere la pelle umida. Poteva avere quindi due possibilità di salvarsi.  La prima fu quella di seppellirsi nel fango proteggendosi secernendo una sorta di muco e cadendo in letargo per tutta la stagione arida. E questa è la cosiddetta estivazione, un fenomeno che interessò i Dipnoi, pesci dotati di rudimentali polmoni, e che continua ancora nei Dipnoi odierni. L'altra soluzione fu quella di abbandonare lo stagno prosciugato e spostarsi verso una pozza d'acqua più grande.    Sfruttando questa nuova risorsa, un gruppo di Pesci Crossopterigi, i Ripidisti, impararono ad d abbandonare la pozza prosciugata e a trascinarsi sulla terraferma almeno per il tratto sufficiente a raggiungere un'altra pozza d'acqua più grande. Per fare questo iniziarono a respirare utilizzando come polmone la vescica natatoria. Alcuni Pesci del Devoniano svilupparono quindi, insieme alle branchie, nuovi organi di respirazione che si possono considerare forme simili ai polmoni.
Ma l'eccessiva esposizione all'aria poteva provocare una pericolosa disidratazione della pelle ed era necessario ritornare al più presto nell'acqua. Avendo pinne muscolose, sorrette da una robusta ossatura, tre gruppi di Pesci: i Dipnoi, i Celacantidi e i Ripidisti, impararono a trascinarsi sul fango e sulle rive utilizzando le pinne pari, come se fossero arti rudimentali, perraggiungere più in fretta un'altra pozza d'acqua. La conquista della terraferma dei primi tetrapodi è quindi dovuta proprio alla necessità di rimanere vicino all'acqua. La pelle però divenne via via più resistente all'essiccamento.

Le pinne di forma lobata, come quelle dell'Holoptichius, nelle specie successive diventarono via via più muscolose e sostenute da uno scheletro robusto, permettendo all'animale, uscito dall'acqua, di muoversi, almeno strisciando, anche sulla riva. E' la prima tappa che permetterà il passaggio dai Pesci ai primi Anfibi. Uno degli esemplari di questa fase del Devoniano è l'Eustenopteron, un Pesce capace di respirare anche fuori dall'acqua e di strisciare sulla terra per brevi tratti. Si svilupparono anche gli organi di senso più adatti alla vita terrestre, come l'udito e l'olfatto.
Tra i Crossopterigi Ripidisti uno degli animali che è sopravvissuto alla Preistoria è la Latimeria chalumnae che vive ancora oggi sui fondali delle acque interne del Mozambico.
Gli Anfibi, trovandosi davanti ad un ambiente non ancora sfruttato, divennero ben presto i dominatori incontrastati delle zone costiere, lacustri e paludose del mondo preistorico, con enormi possibilità di espansione ed evoluzione. Gli Anfibi primitivi appartengono al gruppo degli Stegocefali, detti anche Labirintodonti, per via della struttura labirintica dei denti e si distinguono in diversi ordini. Gli Ichthiostegidi derivarono direttamente dai Crossopterigi e a loro volta sono i progenitori di tutti gli altri Anfibi. Tipico rappresentante di questi èl'Ichthyostega, il primo Anfibio, comparso alla fine del Devoniano, 345 milioni di anni fa. Nonostante avesse già degli arti per camminare, aveva ancora un aspetto "da pesce". Un altro animale con caratteristiche simili è il Celacanto, che si credeva anch'esso scomparso, mentre invece è stato rintracciato in alcuni esemplari ancora viventi nei mari del Madagascar.  Si tratta di un pesce di un metro e mezzo di lunghezza e 60 kilogrammi di peso.

Anche tra i Pesci marini  le pinne pari furono interessate ad importanti rtraformazioni per rendere l'animale più agile nei suoi movimenti nell'acqua. Nei Pesci più primitivi le pinne pari erano appendici poco mobili, di forma triangolare, utili soprattutto per il bilanciamento del corpo. Gradulamente divennero più sottili e le ossa, dette raggi, si fusero insieme. si distinsero due tipi di forma: la pinna raggiata, visibile ancora oggi nei Salmoni e nelle Aringhe e la pinna lobata, caratteristica dei Pesci ossei.

Alla fine del Devoniano, 345 milioni di anni fa comparve il primo vertebrato terrestre e anche il primo Anfibio: l'Ichthyostega, che nonostante le zampe per camminare, aveva ancora un aspetto e abitudini "da pesce". Un altro animale con caratteristiche simili è il Celacanto, che si credeva anch'esso scomparso, mentre invece è stato rintracciato in alcuni esemplari ancora viventi nei mari del Madagascar.  Si tratta di un pesce di un metro e mezzo di lunghezza e 60 kilogrammi di peso.

 Alcune specie dei periodi precedenti continuano a svilupparsi e ad evolversi, ad esempio tra i Cefalopodi si evolvolsero i Nautiloidi e comparvero gli Ammonoidi che avranno grande diffusione nei periodi successivi fino ad estinguersi nel periodo Cretaceo.  Per la particolare evoluzione che hanno subito, gli Ammonoidi sono molto importanti  dal punto di vista stratigrafico.

 


Colonia di Tetracoralli del Devoniano. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 

Tra le forme fisse continuano ad evolversi  gli Antozoi, che comprendono anche i Coralli di oggi, comparsi già a partire dall'Ordoviciano e rappresentati sia da forme che vivevano isolate sia da Animali con tendenza coloniale. Caratteristici del periodo Devoniano sono i Tetracoralli Calceola e Cyathophyllum, che scomparverto alla fine dell'era Paleozoica, per essere superati da altri ordini più evoluti.

 


Calceolo Sandalina, Tetracorallo del Devoniano. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 

Accanto ai Tetracoralli ebbero grande diffusione i Tabulati e gli Stromatoporidi.

Gli Echinodermi devonici sono rappresentati soprattutto l'Euzonosoma, l'Edioaster già presente nel Siluriano e il Furcaster, che si estinsero alla fine del periodo.


Euzonosoma, stelleroide del Devoniano. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 

 
Furcaster palaeozoicus del Devoniano. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977 

 

Tra gli Artropodi nel Devoniano si evolsero le ultime forme di Trilobiti, ma cominciarono a diminuire di numero rispetto ai periodi precedenti.


Trilobite e Asteroide. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 


Trilobite Phacops rana del Devonico. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto.
Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

 

Nell'ultima fase del periodo, il Devoniano inferiore, si assiste ad una devastante crisi dell'intero ecosistema che portò alla scomparsa di moltissime specie. Comparvero però i primi Insetti che iniziarono a diffondersi sulla terraferma.

 

 

Asaki San

 

Approfondimenti sugli Animali del Devoniano

 

Ammonite

Botriolepidi

Cefalaspidi

Celacanto

Cladoselache

Dinichtys

Dolicosoma

Dunkleosteus

Eustenottero

Euzonosoma

Gemuendina

Holoptichius

Ictiostega

Stensioella

 

Animali preistorici da colorare

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 Animali dell'Era Paleozoica

   
  Animali del Cambriano   Animali dell'Ordoviciano  Animali del Siluriano
 
     
  Animali del Devoniano   Animali del Carbonifero   Animali del Permiano
 

Animali dell'Era Mesozoica

     
Animali del Triassico Animali del Giurassico Animali del Cretaceo
 

Bibliografia:

 

V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977

L.B. Halstead, G. Caselli. Evoluzione ed ecologia dei dinosauri. Eurobook Londra, 1976; Vallardi Industrie Grafiche per l'edizione in lingua italiana, Lainate (MI) 1976

L. Cambournac, M.C. Lemayeur, B. Alunni, E. Beaumont. Dinosauri e animali scomparsi. Edizioni Laurus, Bergamo.

P. D'Agostino. Dinosauri dalla A alla Z. De Agostini editore, Novara 2010

D. Meldi, S. Boni, L. Cecchi. Dinosauri dalla A alla Z. Origine, evoluzione, estinzione. Rusconi Libri S.p.a. Santarcangelo di Romagna

M. La Greca, R. Tomaselli. La natura questa sconosciuta. Vol.3. Istituto Grografico De Agostini. Novara 1968

Enciclopedia Universo. Istituto Geografico De Agostini, Novara. 1971.

 

 
Approfondimenti
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