Gli architetti

La costruzione intesa come opera di muratura richiedeva la competenza di un uomo di mestiere.
Negli antichi documenti è indicato come "magister", "aedificator", "fabricator", "caput magister", "architectus" , "artifex", ecc.
A parte qualche eccezione, i grandi cantieri medioevali erano diretti da un magister murario con opportune cognizioni tecniche e ampia esperienza, formatata anche mediante lavori in luoghi diversi e viaggi.
Per lungo tempo la dignità  professionale dell'architetto è scarsamente riconosciuta, perchè appartenente alle cosiddette "arti meccaniche". Ma la sua posizione sociale si trasforma con lo svilupparsi delle città  e l'emergere della borghesia. Soprattutto in Italia, con l'affermarsi dei comuni, alla fine dell'XI secolo, e l'incremento delle attività  commerciali e artigianali, la figura dell'architetto è particolarmente apprezzata, come attestano diverse lapidi commemorative.  
Pertanto, a quel tempo il lavoro dell’architetto era altamente qualificato e la sua professione aveva una considerazione piu' alta rispetto a pittori e scultori.
In Italia, comunque si registra una certa consapevolezza del ruolo d i maestri e scultori da alcune opere firmate risalenti all'Alto medioevo: una testimonianza significativa è rappresentata dalla firma del maestro stuccatore Paganus nell'intradosso di una finestra del Tempietto longobardo di Cividale, o della firma di Vuolvinius sullo sportello dell'Altare d'oro di Sant'Ambrogio a Milano.
Il riconoscimento sociale dell'architetto comincia a manifestarsi in Europa a partire dal XII secolo, ed è attestato anche dal salario più alto rispetto agli operai, documentato dai pagamenti. Lo status più elevato emerge anche nelle numerose raffigurazioni e nella presenza di lapidi tombali, come quella dell'architetto Hugues De Libergier, nella Cattedrale di Reims, del XIII secolo.
Nel cantiere, in maniera diretta, avviene anche la formazione degli architetti, che apprendono con la pratica del lavoro i "segreti del mestiere". Abbiamo però notizia di architetti che sanno leggere e scrivere, conoscono le regole della geometria e delle proporzioni. Esemplare in questo senso, è la figura di Lanfranco, che dall'iscrizione sull'abside del Duomo di Modena, è indicato come "doctus e aptus".
Le conoscenze geometriche e matematiche si diffondono soprattutto nel corso del Trecento, con l'uso del disegno progettuale che è alla base dell'architettura gotica.
Molto importante è soprattutto la formazione degli architetti presso gli ordini monastici, come quelli cistercensi, benedettini, e gli ordini mendicanti. I cantieri monastici favoriscono gli scambi di idee e soluzioni costruttive grazie alla presenza di frati esperti nerlle tecniche costruttive e promuovono vere e proprie scuole nelle diverse arti.


L'architetto doveva soddisfare sia le finalità  religiose del clero, sia i desideri dei cittadini che volevano una chiesa che li rappresentasse e qualificasse la città  in gara con le altre.
Doveva valutare se utilizzare i materiali locali o procurarsene altri, conoscere le caratteristiche e le risorse del luogo. Decidere se usare pietre, se sfruttare la leggerezza e la praticità  dei mattoni.  Se rivestire l’edificio con marmi per renderlo più prezioso o sfruttare qualche cava vicina.
Inoltre il magister murario aveva  non solo la responsabilità  dell'opera, ma anche quella delle squadre di di operai, muratori, tagliapietre, carpentieri, che rappresentavano centinaia di persone alle sue dipendenze.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia:

E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull'arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell'arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008
M.M.Elia Città  e lavoro intellettuale, in Storia dell'arte Italiana . Vol. 1 Questioni e metodi. Giulio Einaudi Editore, Torino 1979

 

 
Approfondimenti
Loading…