Moda femminile dal 1900 al 1905

Tra il 1900 e il 1905 si impose la linea a S, proposta dalla casa parigina di Worth, che sostituì il "vitino di vespa", in voga alla fine dell'800. Venne introdotto un nuovo tipo di busto che schiaccia il ventre e i fianchi spingendo indietro il bacino e arcuando il corpo posteriormente, ottenendo un profilo rigido e sinuoso a forma di S.
L'uso del busto, ancora molto diffuso fino al 1904 venne gradualmente superato, dapprima con le creazioni di Poiret, a partire dal 1904, fino a scomparire verso il 1908.

Nel 1901 non ci sono grossi cambiamenti nella moda, uniche novità  si riscontrano nell'abbigliamento estivo: gli abiti delle signore vengono resi più freschi dai merletti molleggiati, che sostituirono quelli rigidi, mentre nei copricapi si afferma il panama e un cappello di tela a falda rialzata.


Il 1902 porta diverse novità  che proseguono anche nell'anno successivo.
Compaiono le prime maniche a kimono.
Lo scollo degli abiti assunse una forma a "V", spesso con l'aggiunta di una fascia di merletto attorno al collo.
Venne introdotta la mussolina trasparente per le camicette e le bluse, che nonostante lo scalpore suscitato presso i gruppi sociali più moralisti, ebbe successo fino all'avvento della Prima guerra mondiale.
Il Tailleur, già  introdotto dalla fine dell'800, rimase più o meno simile, composto da giacchino a bolero e gonna svasata con poco strascico.

Dalla Germania e dall'Olanda di diffuse la moda Réforme, voluta dalla società  protestante. Si trattava di abiti molto austeri, che coprivano interamente il corpo, e di colore soprattutto nero.

Gli Stati Uniti d'America lanciarono la moda della Gibson girl, inventata da Charles Dana Gibson, un disegnatore che lavorava per la Rivista satirica "Life". Gibson propose delle figurine da cui derivò un'immagine femminile simbolo di gioventù e rinnovamento che si diffuse con successo. L'immagine della gibson girl venne ispirata da Camille Clifford, attrice teatrale belga, che divenne la modella ideale per le figurine di Gibson.  La moda delle gibson girls era composta da blusa in mussola leggera con collo alto e cravatta, maniche a gigot strette ai polsi e corsetto dalla vita molto sottile, gonna che si allarga verso il basso, capelli raccolti in alto e cappellino stile canottiere.

Il 1904 è l'anno in cui viene aperto in Rue Aubert il laboratorio di Poiret. Il grande sarto francese, non ancora celebre comincia a proporre le sue invenzioni, ce negli anni seguenti rivoluzioneranno la moda internazionale. Elimina il busto, crea abiti dalle fogge orientaleggianti ed estremamente innovativi, che liberano i movimenti del corpo delle donne, riscoprendo la sua naturale bellezza.

Nello stesso anno il tailler cambia: il bolero viene abbandonato, si usa una giacca lunga con cintura in vita.
Nell'abbigliamento invernale il vecchio mantello si trasforma in una cappa senza maniche lunga fino a metà  coscia.


I cappelli conoscono un momento di grande splendore, diventano più grandi, con falde larghe e ondulate con ornamenti fantasiosi.

Nel 1505 viene proposto il cappello a tricorno, riprendendo lo stile Rococò, ornato con piume di struzzo.

 

A. Cocchi


Bibliografia

V. Maugeri A. Paffumi Storia della moda e del costume. Calderini Editore, Firenze 2005
L. Kybalovà , O. Herbenovà , M. Lamarovà . Enciclopedia illustrata del costume. F.lli Melita Editore, La Spezia 1988
C. Giorgetti. Manuale di Storia del Costume e della Moda. Cantini Gruppo D'Adamo Editore, Firenze
E. Morini. Storia della moda XVIII-XX secolo. Skira editore, Ginevra-Milano 2006
F. Podreider. Guida alla raccolta di stoffe di Rosa Genoni Podreider. Dattiloscritto. Archivio Storico della Società  Umanitaria di Milano.

 

 
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