Lo stile e le opere di Bacon

Negli anni Cinquanta realizza ritratti di amici eseguiti su commissione. Questi dipinti mantengono un carattere piuttosto misterioso e sinistro: figure incorporee e spettrali, volti argentei e sfocati, corpi che svaniscono nell'oscurità  nero-inchiostro e in questo decennio realizza i lavori più importanti.
Nel decennio successivo, i suoi personaggi iniziano ad apparire in uno spazio meglio definito e brillantemente illuminato. Non si tratta più di presenze vaghe e indistinte, ma di figure che possiedono solidità  e volume, unitamente a un'accresciuta espressività .
Una volta raggiunta la piena maturità  stilistica, Bacon porta all'esasperazione l'attenzione rivolta al soggetto, come se l'artista perseguisse un unico obiettivo: quello di penetrare i misteriosi e oscuri meandri dell'animo umano. Un viaggio nell'interiorità  dell'individuo e al tempo stesso nell'attualità  di una società  sconvolta, scandito dalle figure anonime che urlano nelle loro gabbie, dalla sensualità  e dall'erotismo provocatoriamente esibiti e dal senso della morte presenti nei suoi capolavori.
Negli ultimi anni l'opera di Bacon subisce ora un processo di riduzione all'essenza del racconto, in alcuni casi spinto fino all'estremizzazione, con poche macchie di colore raggrumato in uno sfondo neutro.
In un mondo ancora in preda all’orrore della seconda guerra mondiale, Bacon riduce le sue figure umane a esseri urlanti. Il grido di aiuto nel silenzio e nella solitudine diventa quasi un suo marchio di fabbrica.
Attraverso il paradosso della deformazione, fissa sulla tela tutto cio’ che di un volto o di un corpo colpisce i sensi nel profondo.
Il suo atelier era una fonte caotica ed inesauribile di immagini e ritagli di giornale (gerarchi nazisti, incidenti d’auto, scatti dei suoi modelli), ed il cinema di Ejzenstejn, i testi di radiologia o con fotografie di presunte apparizioni, denotandone un percorso artistico ed un immaginario assolutamente personale.
Lo specchio di un horror in cui i suoi personaggi crocifissi si accasciano o si dissolvono urlando dopo il fallimento del loro tentativo di conferire significato alla propria esistenza, abbattendosi e frantumandosi.
Guardando i suoi quadri si avverte la sensazione di stare assistendo ad un'esperienza vissuta, come presenziare ad un incidente stradale o subire un intervento chirurgico in anestesia locale, a tal proposito Bacon confessa "si tratta di un tentativo per far sì che la figurazione raggiunga il sistema nervoso nel modo più violento e straziante possibile". La vera pittura è una misteriosa e ininterrotta lotta con il caso, misteriosa perchè la vera essenza può agire direttamente sul sistema nervoso.
La bocca è sempre stata la parte del corpo umano che più di tutte ha attirato l'attenzione di Bacon e l'artista ha sempre ritenuto che la bocca, molto più degli occhi, fosse il vero e proprio specchio dell'anima umana.
Soggetto ricorrente dei quadri di Francis Bacon è l'essere umano con immagini grottesche che suscitano incubi. Affronta la realtà  cercando di rendere nel modo piu’ nudo e crudo l’apparenza, ponendo al centro dell’opera la figura umana, costruendo intorno ad essa spazi minimi, false prospettive per corpi che sembrano liquefarsi, in movimento, vivi e allo stesso tempo degradanti sotto la patina che li ricopre e li maschera. Si fa interprete di una pittura figurativa che esprime in tutta la sua violenza lo squallore e la desolazione della condizione umana.

Nella scelta del suo repertorio, Bacon trae spunto da varie fonti:
-  artisti del passato, come Vélazquez o Van Gogh
-  gli album fotografici di Muybridge
-  spezzoni di film
-  riferimenti letterari (Isherwood, Kafka, Sartre, Camus e Becket)
-  la vita quotidiana.

Elena Visani

 
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