Urbanistica e architettura nel periodo geometrico

Veduta aerea di Megara Iblea.
Veduta aerea di Megara Iblea. Foto di Davide Mauro

 

 

Nei primi secoli della civiltà greca, nascono le pòleis, città-stato che godevano di autonomia politica ed economica e che si definirono via via  anche nelle forme urbanistiche.

Dal villaggio alla polis

 



Durante tutta l'età geometrica e almeno fino al periodo arcaico, l'urbanistica attraversa una fase sperimentale di definizione e assestamento.
Gli stanziamenti riferibili ai secoli compresi tra l'XI e il VII secolo a. C. si differenziano sia per l'evoluzione attraversata sia per la posizione geografica e le condizioni che si sono verificate nei diversi momenti storici.
Alcuni centri urbani dell'antica Grecia derivano da stanziamenti risalenti all'Età del Bronzo o addirittura ai villaggi neolitici, altri, come ad esempio Atene o Emporios, sull'isola di Chios, sono trasformazioni di precedenti città micenee, altri ancora, come nel caso di Megara Iblea, in Sicilia, sono nuove città sorte con la colonizzazione, infine ci sono le città sorte sorte in modo indipendente come Smirne, nell'attuale Turchia, fondata dagli Ioni fin dal IX secolo, distrutta e ricostruita in forme nuove nel VII secolo. Inoltre accanto a questi vanno considerati anche i santuari, che formano una categoria a parte.

Raggruppando le diverse varianti per risalire ad uno schema di base, durante il Periodo Geometrico si possono quindi individuare alcuni "modelli" di strutture urbanistiche:

- la città di derivazione micenea. Costituita da un nucleo circondato da mura in cima ad un colle dove si trova l'abitazione del cittadino più ricco e influente e abitazioni sviluppate sul pendio a terrazzamenti. In questo caso la forma non è troppo regolare, poiché si adatta alla conformazione del suolo. Si tratta di un modello urbanistico che verrà utilizzato nei secoli successivi per la costruzione dell'acropoli.  Un esempio di questo tipo è rappresentato dalla città di Emporios.

- La città coloniale o di nuova fondazione disposta con forme regolari e strade parallele. Non essendo condizionati da edifici preesistenti, le nuove città potevano distribuirsi liberamente sperimentando nuove soluzioni: la disposizione a griglia delle strade e dei quartieri, geometrica e razionale verrà preferita.  Questo è il modello urbanistico che avrà più successo nei secoli successivi. I  più antichi esempi conosciuti sono quello di Megara Iblea in Sicilia e di Smirne in Turchia.

- il santuario, posizionato sempre in luoghi elevati, composto da costruzioni sacre, aree verdi (bosco sacro) e recinto con accesso per mezzo di una via sacra. L'urbanistica dei santuari si adatta alle funzioni religiose del luogo. Ad esempio i santuari panellenici comprendono anche gli impianti sportivi.

Presso alcuni santuari o nelle vicinanze potevano essere presenti anche le necropoli, la cui distribuzione riprendeva quella degli abitati.

Nonostante le differenze esistenti, l'urbanistica della città dell'antica Grecia mantiene comunque alcuni caratteri generali che si definiscono nel modello della pòlis che inizia a definirsi proprio nel Periodo geometrico.

 

 

 

Emporios

 

L'insediamento di Emporios, sull'isola di Chios, è molto antico, favorito dalle particolari condizioni geografiche, sia per la presenza di un facile attracco marittimo che diventerà poi un porto, sia per un'ampia fertile pianura arricchita da sorgenti d'acqua. 

L'antica città segue una distribuzione frastagliata, adattandosi all'orografia del territorio e si appoggia ai dislivelli che dalla collina digradano verso il mare.

In cima alla collina era posta l'acropoli,  raggiungibile per mezzo di una strada molto ripida e difesa da un muro di cinta. All'interno delle mura sorgeva un grande palazzo, simile al megaron miceneo, articolato in diversi ambienti. Comprendeva anche una zona sacra, poiché in una delle stanze era presente anche un altare, utilizzato per celebrare sacrifici e cerimonie religiose. Si tratta di una costruzione di forma rettangolare, del tipo in antis, con all'ingresso due colonne, poste tra le ali  sporgenti in avanti. All'interno sorgevano tre colonne lungo l'asse centrale, per sostenere le travi del tetto.

I primi stanziamenti risalgono al Neolitico, e i reperti più antichi tra quelli recuperati datano al 6.000 a. C. 

Tracce di distruzioni e ricostruzioni dei villaggi più antichi, soprattutto nel corso del 3.000 a. C. testimoniano l'avvicendarsi diverse popolazioni, fino al momento in cui Emporios si è sviluppata fino a diventare uno dei più grandi centri dell'Egeo.

Altri ritrovamenti, del XIII secolo, sono riferiti al periodo miceneo, e alla tradizione micenea sembrano ricollegarsi anche le tracce più recenti e importanti risalenti all'VIII-VII secolo a. C., in corrispondenza all'immigrazione degli Ioni. In questa fase la città si distingueva tra l'acropoli e l'abitato.


In un punto centrale della città, su un terrazzo sostenuto da robuste mura si trovava una sorgente.

Fuori dalle mura, sono state ritrovate le fondamenta delle abitazioni cittadine, distribuite degradando verso il basso sul pendio della collina, a terrazzi.
Si tratta di case di diverse dimensioni che vanno da quelle a locale unico a quelle strutturate su più stanze. Tutte sono state costruite in pietra e molte di esse presentano colonne in funzione di sostegno alle coperture sia negli ambienti interni che all'esterno. 

In epoca arcaica si è sviluppata l'acropoli, comprendente il tempio di Atena e il megaron.

 

 

  

Megara Iblea

 

Tra quelli finora conosciuti dall'archeologia, l'impianto urbanistico di Megara Iblea è tra i più antichi esempi di città disposte a griglia.

Megara Iblea è stata fondata dai coloni greci nell'VIII secolo a. C., in età geometrica.
Gli scavi condotti sul sito hanno permesso di ricostruire le diverse fasi in cui si è sviluppato questo centro coloniale greco.
Con l'insediarsi dei primi coloni il territorio è stato suddiviso in un primo reticolo geometrico in tanti  appezzamenti simili, assegnati ai singoli abitanti e collegati da strade parallele. Al centro venne lasciato un vasto piazzale libero in cui inizialmente si disposero alcuni altari e depositi alimentari.

Nella seconda fase, seguendo sempre la stesso schema a griglia, cominciarono a sorgere quartieri residenziali e nuove strade, allargando la città. Nel centro prese forma l'agorà: sul vecchio piazzale si costruirono i portici (stoài), un edificio con funzioni amministrative (printanéo). Si sviluppò anche l'area sacra: alcuni piccoli templi, in antis o a tholos, sorsero presso gli altari e si aggiunsero una sala per i banchetti onorari (hestiatòrion) e un tempio dedicato agli eroi (Heròon).

 

 

Smirne

 

Smirne, nell'attuale Turchia, era un'antica città affacciata sullo Ionio e favorita da un golfo che fu un  porto tra i più importanti del Mediterraneo.
L'origine di Smirne è antichissima, i primi insediamenti risalgono al III millennio a. C. e nel 1500 a. C. fece parte dell'impero Ittita.
Nel IX secolo a. C. venne occupata dagli Ioni e forse in questo momento la città assunse un primo assetto a griglia, con strade parallele tra loro.

Nell'VIII secolo, dopo la sua distruzione, venne ricostruita completamente con un intervento che rappresenta il primo esempio di pianificazione urbana. Tutte le strade sono state tracciate a reticolo seguendo un orientamento perpendicolare nord-sud ed est-ovest
La città si distribuì seguendo sempre le stesse direttrici, espandendosi  in modo regolare. Presenta l'agorà, dove sono stati ritrovati i resti di edifici pubblici e religiosi tra i quali un tempio importante.

Le abitazioni rinvenute dagli scavi archeologici erano ampie e con uno o due piani. Il pianterreno era costituito di due stanze e un cortile interno.

 

 

 

Il tempio greco nel periodo geometrico

 

L'origine del tempio greco risale all'Età Protogeometrica, l'esempio più antico tra quelli finora conosciuti risale al X secolo a. C. ed è l'Heròon di Lefkandì, sull'isola di Eubea.

Durante tutto il Periodo Geometrico, con il costituirsi dei più importanti santuari, il tempio greco comincia a prendere forma, e a delinearsi nelle sue caratteristiche essenziali.
Dai resti archeologici non rimangono di essi che le tracce delle fondamenta, seppellite sotto altre costruzioni sacre di epoche posteriori. I Greci avevano infatti l'abitudine di costruire sempre sullo stesso luogo i nuovi templi dedicati alla stessa divinità.

Le conoscenze attuali sui più antichi templi greci, oltre che sulle testimonianze scritte e sulle tracce delle fondamenta, sui numerosi modellini fittili che gli antichi greci portavano nei santuari come ex-voto, oggi conservati in alcuni dei più importanti musei archeologici. Da questi oggetti, miniature dei templi esistenti allora, si ricavano molte informazioni importanti. La forma del tempio, fin dall'inizio, è rettangolare,  con tetto a due falde spioventi.  Le dimensioni, anche se maggiori rispetto a quelle delle abitazioni, sono abbastanza contenute, non raggiungono mai le proporzioni gigantesche dei templi egizi o delle ziggurat mediorientali e rispetto ad essi sono estremamente semplici.
I materiali utilizzati erano: la pietra per le fondamenta e lo zoccolo di sostegno; legno per le strutture portanti dei muri, le colonne e per le travature del tetto; argilla per le pareti; paglia per la copertura del tetto. 
Le costruzioni in marmo inizieranno solo dal Periodo Arcaico.

Per quanto riguarda gli spazi interni esistono soluzioni diverse.
In gran parte dei templi più piccoli, all'interno in genere c'era un unico ambiente. Il tempio di dimensioni più grandi poteva essere diviso in senso longitudinale in navate con file di colonne di legno.
Nei casi in cui i templi presentavano divisioni interne, come ad esempio l'heròon, un tempio funerario, lo spazio poteva dividersi tra un atrio, una sala, un corridoio (a volte affiancato da piccoli ambienti accessori) e una  stanza detta naos (cella). 
Il naos dei templi greci è sempre di dimensioni modeste, perché era destinato solo alla divinità, poteva contenere la sua statua e le offerte votive. I fedeli non vi potevano entrare, l'accesso era consentito solo ai sacerdoti e le funzioni religiose si svolgevano sempre all'esterno.  In alcuni casi la cella era divisa in due navate con una fila centrale di colonne di legno. 

In continuità con la tradizione Micenea, il tempio greco sorge sempre in cima ad una collina, spesso nella posizione un tempo occupata dalla reggia micenea, circondata da una cinta di mura. In molti casi quelle stesse aree murate, dopo la decadenza delle città minoiche verranno occupate dalle future acropoli greche.

Fin dalle origini il tempio greco si presenta con delle varianti, come le ante d'ingresso, le peristasi, l'abside e l'opistodomo, da cui derivano diverse tipologie.  Quelle finora rintracciate sono il tipo in antis e il tipo periptero.
 

 

Il tempio in antis

 

 La più semplice tra le forme templari ideate dalla civiltà greca nel Periodo Geometrico è il tempio in antis, una costruzione a pianta rettangolare e un lato spesso absidato, una forma che ricalca un tipo di abitazione molto diffusa in età geometrica. La casa greca comune rappresenta quindi il modello generatore del primo tempio greco. Il motivo di questa derivazione è probabilmente religioso: gran parte dei santuari di quel periodo, ritrovati a Samo, Argo e Corinto, sono dedicati a Hera, dea protettrice della casa e del focolare domestico.


Un altro importante legame è quello con la civiltà micenea. dall'antica dimora reale micenea deriva infatti l'ingresso con due ante laterali (per questo è detto "in antis"), spesso accompagnato anche da due colonne.

Il tempio in antis quindi è una costruzione di forma rettangolare rettangolare, sviluppata nel senso della lunghezza. Su uno dei lati corti l'ingresso presenta le ante, prolungamenti delle pareti lunghe in avanti, tra le quali, o davanti ad esse, si possono trovare due colonne
Lo spazio che si forma tra le ante è una sorta di piccolo portico e funge da atrio. Il locale all'interno della struttura è il naos, la cella che doveva custodire il simulacro della divinità. Il tetto era a due spioventi, impostato su travature lignee e ricoperto di paglia.  Alcuni dei primi templi erano anche dotati di abside nella parte posteriore, che verrà poi eliminata nei templi in antis dei periodo successivi.
Appartiene al tipo con abside il Modellino di Perachora, che presenta un tetto a spioventi molto alto. Altro esempio importante è il Modellino del tempio di Argo, conservato al Museo Archeologico di Atene, risalente al 680 circa a. C.

 

Il tempio periptero

 

 Il tempio in antis è la forma più semplice del tempio greco, ma non è l'unica, già dal Periodo Protogeometrico esistevano i templi circondati da un giro esterno di colonne, ancora in legno: la peristasi

Si costruisce quindi la seconda tipologia di tempio greco: il tipo periptero
Tracce di questi antichi templi sono state ritrovate in luoghi che nei tempi successivi sono divenuti importanti santuari: Samo, Efeso, Argo, Eretria, Ishtmia, Mileto, Thermos.

Esempi di questo tipo sono l'Heròon di Lefkandì, risalente ancora al Protogeometrico; il Dafnephorion di Eretria, dotato di abside e in seguito dedicato ad Apollo;  il Tempio ritrovato nel Santuario di Apollo a Thermos, in Etolia, modificato in più fasi durante il Periodo Geometrico fino al VII secolo; il Tempio di Artemide ad Efeso.

Il primitivo Heraion di Samo, periptero, era un tempio dedicato alla dea Hera. Le sue tracce sono riemerse sotto a quelle del più celebre tempio d'età arcaica. Aveva una pianta rettangolare lunga circa 32 metri e una cella divisa in due navate da una fila centrale di colonne lignee.

A. Cocchi.

 

 

 

 

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Bibliografia

 

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