Arnolfo di Cambio. Monumento Annibaldi

 

Arnolfo di Cambio. Monumento Annibaldi. Part. della testa del giacente. 1276. Marmo. Roma, Chiostro di San Giovanni in Laterano.Arnolfo di Cambio. Monumento Annibaldi. Part. della testa del giacente. 1276. Marmo. Roma, Chiostro di San Giovanni in Laterano.

 

L'attenzione al vero e la naturalezza espressiva di Arnolfo di Cambio sono rivelate con intensità nel Monumento  funebre di Riccardo Annibaldi.

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Mappe concettuali (.pdf) / Riassunti / Materiale didattico

La tomba del notaio apostolico

 

Realizzato intorno al 1276 da Arnolfo di Cambio, il Monumento Annibaldi si trova oggi, in stato frammentario, nel chiostro della chiesa di San Giovanni in Laterano a Roma. E' una delle prime opere sicuramente eseguite da Arnolfo.
Alcuni anni dopo aver terminato il Ciborio di San Paolo, Arnolfo viene incaricato di realizzare la tomba di Riccardo Annibaldi, notaio apostolico morto nel 1276, da sistemare nella basilica di San Giovanni in Laterano. L'altissima qualità del lavoro e gli elementi stilistici hanno permesso un concorde riconoscimento dell'opera alla mano di Arnolfo, mentre è ancora dibattuta la questione dell'aspetto complessivo del monumento.
Della composizione originaria oggi rimangono soltanto alcuni pezzi, trasportati nel chiostro della basilica lateranense. Rimangono: la figura di Riccardo Annibaldi giacente, due frammenti della lastra con il corteo funebre dei chierici, alcuni frammenti di decorazione architettonica e l'epigrafe con il nome del defunto.

La statua giacente di Riccardo Annibaldi ha la testa leggermente girata a sinistra e appoggiata su due guanciali, rivolta verso l'osservatore. E' probabile l'intervento del maestro soprattutto sul viso del defunto.

Uno dei pezzi più belli e integri del complesso scultoreo è la Processione dei chierici, dove vengono rappresentati alcuni fedeli che si accingono alla messa. E' una composizione di grande chiarezza ed essenzialità in cui si coglie la ricerca di equilibrio ed evidenza formale.
I personaggi si dispongono in atteggiamenti contenuti e solenni, le espressioni e i gesti sono forti e decisi, ma composti, senza enfasi. Il gruppo del sacerdote con il chierichetto che sostiene il Vangelo con la testa sorprende per la spontaneità espressiva e l'attenzione verso la realtà: Arnolfo ha descritto questo episodio mostrando efficacemente anche la gestualità delle mani dei personaggi, impegnate a sostenere il pesante volume e le dita del sacerdote inserite tra le pagine. 
 In uno spazio ben definito le figure spiccano isolate, evidenziate dalla loro forte massa plastica sul fondo a mosaico. Sono scolpite con forme ampie, un modellato sintetico intervallato da tagli netti e profondi e con superfici finemente lavorate.
Il fregio con corteo funebre di religiosi è un tipo di iconografia che si riscontra in alcuni monumenti funerari in Francia e in Spagna, mentre in Italia rappresenta una novità. Secondo alcuni studiosi, visto che i piedi delle figure non sono stati realizzati, probabilmente la parte inferiore delle figure non doveva essere visibile e il fregio doveva trovarsi dietro la figura del defunto.

Per il mosaico del fondo Arnolfo si avvale dell'intervento dei Cosmati, una maestranza di artisti molto attiva nella Roma del '200. I Cosmati realizzavano una tecnica che ha avuto particolare successo. Si tratta di un mosaico costituito da frammenti di marmo o pietre, ricavati dalle macerie delle rovine antiche e riutilizzati per decorare pavimenti, altari, cibori, o altri elementi delle chiese romane. Si tratta di eleganti composizioni astratte con colori vivaci e forme geometriche variamente combinate. gli esempi più pregiati sono opera della scuola dei "Cosmati", nome che deriva da Cosma, il celebre artista che ha inventato quest'arte. Arnolfo chiamerà ancora i Cosmati per le decorazioni dei suoi monumenti funebri e cibori.

A. Cocchi

 

 

 

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Bibliografia

 

A. Tomei. Arnolfo di Cambio. Dossier Art. Giunti, Firenze 2006
A. Martindale, Arte gotica. Rusconi, Milano 1990
La Nuova Enciclopedia dell'Arte. Garzanti 1986
F. Negri Arnoldi. Storia dell'Arte. Vol. I. Gruppo editoriale Fabbri. Milano 1985
G.C. Argan. Storia dell'arte italiana. Vol. 1. Sansoni Editore, Milano 1982

 

 
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