Alessandra Cocchi attraverso i suoi Rilievi ci restituisce, poeticamente, il profilo segreto di un linguaggio onirico che si articola per intimi grafemi che, riemergendo da un subconscio materico-cartaceo, si disvelano in tutta la loro "leggerezza": una leggerezza che si associa, indubbiamente, ad una indiscussa precisione e determinazione del segno creativo. La carta utilizzata dall'artista non è quindi banale supporto, bensì sostanza prima: materia colore resa viva e feconda da una luce sapientemente catturata per additarci così le infinite e raffinate possibilitàespressive di uno dei materiali più comuni della nostra quotidianità. Ma diremmo, anche, lavori da ascoltare, oltre che da vedere: grafemi che nascono, quasi impercettibilmente, dal silenzio dello spazio-carta, per trasmutarsi in veri e propri "segni neumatici" di un intimo canto dell'anima.
Johnny Farabegoli