Sito archeologico di Uruk. Warka, Iraq. Foto di SAC Andy Holmes (RAF)
I Sumeri sono i fondatori delle prime grandi città della storia. La memoria leggendaria di Ur, Uruk, Làgash, Èridu, Umma, Nìppur, già ricorre nelle Sacre Sritture. Per le caratteristiche già complesse, funzionali e strutturate delle città sumeriche, la loro civiltà è detta "monumentale" o "urbana".
Tra le antiche civiltà della Mesopotamia, In ordine di tempo, la prima a svilupparsi sembra essere la civiltà dei Sumeri, della quale fanno parte i più antichi reperti artistici, ritrovati nelle città di Uruk (odierna Warka) e Ur, nella bassa Mesopotamia, databili a partire del 4.000 a. C. In queste città si concentra la più importante produzione artistica e architettonica dell'ovest asiatico. A quei primi centri urbani seguì a fioritura delle città di Agadè, Lagash e Mari. Già intorno al III millennio a. C. il loro sviluppo politico artistico e culturale raggiunse uno splendore superiore a qualsiasi altra popolazione contemporanea.
Vaso dedicato da Entemena, ensi di Lagash, al dio Ningirsu.
Argento e rame, ca. 2400 a.C.. da Tello, (antica Girsu). Parigi, Louvre
Ai Sumeri si attribuiscono alcune delle prime e più importanti invenzioni dell'uomo:
Il popolo dei Sumeri era organizzato in città-stato, autonome e indipendenti, governate da un re (detto lùgal) che era anche grande sacerdote (èn) e giudice supremo.
L'insieme delle antiche città sumeriche non arrivò mai a costituire un unico stato, ciò ha comportato scontri frequenti e sanguinosi tra città vicine in lotta per la supremazia.
I Sumeri furono più volte sottoposti a invasioni da parte dei popoli circostanti e a partire dal 1800 a.C. vennero soppiantati nel potere dai Babilonesi.
Frammento di iscrizione cuneiforme di Urukagina (o Uruinimgina), ensi di Lagash.
Terracotta, ca. 2350 a.C., scoperta a Tello (antica Girsu).
Le città sumeriche, come tutte le città mesopotamiche, avevano una struttura concentrica e la maggioranza degli edifici erano costruiti in mattoni.
Cinte da potenti mura rafforzate da numerose torri, muri a scarpa e contrafforti, erano dotate di un solido sistema di difesa, sorvegliato da guardie e soldati.
Generalmente, le città più grandi erano difese da almeno due cinte murarie, una più esterna, che divideva la città della campagna, e una più interna che divideva la periferia (dove si trovavano i quartieri popolari e si svolgono le attività quotidiane) dal centro politico e religioso rappresentato dalla cittadella.
Resti dell'antica città di Ur, presso Nassrya, Iraq.
All'interno della prima cerchia muraria si sviluppavano, strade, piazze, e sorgevano le abitazioni e le botteghe. Le abitazioni comuni erano costruzioni semplici, realizzate solitamente con materiali deperibili come argilla cruda, legno, ecc.
Le botteghe erano simili alle abitazioni, per materiali e forme, ma dotate di spazi attrezzati per lo svolgimento delle attività produttive e commerciali. Di queste non è rimasto quasi nulla, tranne qualche traccia nel terreno.
Secondo l'antica concezione mesopotamica la città apparteneva a una divinità e soltanto al servizio del dio protettore e nella sua venerazione la comunità poteva prosperare. Per questo la città stessa era considerata sacra, e ospitava al suo interno una vasta area completamente dedicata alla divinità. Dentro la cerchia muraria più interna, infatti, sorgeva la cittadella: il quartiere sacro dotato di monumentali palazzi-tempio di proporzioni gigantesche: le ziggurat che per gli antichi Sumeri indica "montagne di dio".
Figurina di fondazione del re Ur-Baba di Lagash,
proveniente da Tello, XXII sec. a.C., Parigi Louvre.
Attorno alla ziggurat, sempre nel quartiere sacro, sorgevano palazzi ed edifici amministrativi, piazze, strade, zone attrezzate e predisposte al culto e cerimonie religiose, altri edifici religiosi.
Costruito con materiali non deperibili, come il mattone, il quartiere sacro offre le testimonianze e i reperti meglio conservati oltre alla maggiore concentrazione di opere d'arte ritrovate dagli scavi archeologici.
Il materiale da costruzione tipico di questa civiltà è il mattone, fondamentale invenzione che ha permesso la realizzazione di intere città. I Sumeri nei loro lavori di edilizia non usavano la pietra, scarsamente presente nel loro territorio. Presso i grandi fiumi era invece molto abbondante l'argilla, con la quale vennero realizzati i mattoni e altri prodotti. Il mattone aveva molti vantaggi: era un elemento piuttosto leggero e di dimensioni modeste, era molto più facile da ottenere rispetto ai blocchi di pietra, consentiva una rapida produzione in serie. Si rivelò quindi molto pratico per le costruzioni, anche quelle di dimensioni notevoli, come le ziggurat o le mura difensive delle città.
I sumeri hanno inventato e utilizzato due tipi di mattone: Il mattone crudo e il mattone cotto.
I sumeri iniziarono a usare i mattoni molto presto, anche se nel periodo più antico, per la difficoltà di reperire la legna da ardere necessaria a cuocerli, facevano uso soprattutto di mattoni crudi, limitando quelli cotti nelle fondamenta e in alcune parti strutturali. Poi il mattone cotto venne impiegato con più frequenza, nelle costruzioni più importanti come i palazzi pubblici, le ziggurat, ecc.
Più tardi, per aumentare la resistenza e la compattezza delle strutture murarie, impararono ad incollare i mattoni con malta di calce e bitume. Introdussero anche nuovi tessuti murari con i mattoni posti a file alternate di piatto e file di taglio, ottenendo la tipica muratura con disegno a lisca di pesce.
L'impiego del mattone però imponeva alcune regole: Ad esempio gli edifici potevano essere costruiti solo su un terreno perfettamente piano. Inoltre le costruzioni in mattoni potevano essere facilmente spazzate via ogni volta che avvenivano le inondazioni. Quindi prima di iniziare la costruzione si creavano dei basamenti o dei terrapieni.
Per ottenere costruzioni molto alte era necessario costruire forme molto stabili e solide: per questo la muratura aveva spessori molto grossi, limitando all'interno il numero delle stanze e la loro ampiezza. Il profilo dei muri esterni inoltre era 'a scarpa' cioè più largo in basso e più stretto in alto. Sempre per non compromettere la stabilità gli edifici avevano poche aperture verso l'esterno: quindi realizzavano porte e finestre erano poche e strette.
Per illuminare e arieggiare i locali interni, considerando anche il clima molto caldo, venivano creati dei cortili interni.
Per le coperture di solito si usava un tetto piano, raramente veniva realizzato il tetto a spioventi. Negli edifici più importanti realizzarono in mattoni anche l'arco e la volta. Per le coperture degli ambienti piccoli, ad esempio le torri si usava anche la cupola. Gli archi e le volte a botte erano usati soprattutto per gli acquedotti e per i ponti.
Con l'argilla e i mattoni crudi i Sumeri realizzarono soprattutto le costruzioni dei quartieri popolari, sia per le abitazioni che per gli edifici produttivi e commerciali. Nelle abitazioni più comuni per le coperture utilizzarono la terra battuta su un fondo di stuoie e uno strato di sterpi.
Casco d'oro di Maskelamdug,
proveniente dal cimitero reale di Ur,
XXVII-XXVI sec. a.C., Bagdag,
Museo Nazionale dell'Iraq
in base ai reperti archeologici la civiltà sumerica si divide in 5 periodi fondamentali:
Carro trainato da equidi, proveniente da Khafaja,
metà del III millennio a.C. Bagdag, Museo Nazionale dell'Iraq
Durante il IV millennio a.C., Superando la struttura del villaggio neolitico, nella Mesopotamia meridionale si svilupparono i primi centri urbani e si formarono le prime città-stato.
In questo momento vennero attuati tre principali tipi di trasformazione: organizzativo, tecnologico, demografico:
L'incremento demografico provocò la concentrazione di numerosi abitanti nei grandi centri urbani. Una delle città sumere più popolose era Uruk, odierna Warka, in Iraq.
Placca a rilievo, proveniente dal tempio di Inanna a Nippur,
metà del III millennio a. C., Bagdag, Museo Nazionale dell'Iraq
Tale sviluppo fu sostenuto da uno straordinario incremento culturale rappresentato da un lato dall'invenzione della scrittura, dall'altro dallo sviluppo dell'arte.
Fiorisce infatti l'arte figurativa nella scultura, nel rilievo, nella glittica ( tecnica di intaglio delle pietre dure e preziose). Di quest'epoca sono anche i primi esempi di architettura monumentale religiosa. I complessi monumentali di Uruk (attuale Warka), testimoniano la grandiosità dell'architettura di questa fase.
Nell'arte di questo periodo si privilegiano temi legati ai cicli della natura, ai lavori agricoli e alle divinità protettrici della vita e della fertilità.
Oltre a statue, rilievi, oreficeria e sigilli, appartengono a questo periodo importanti esempi di architettura monumentale.
Già in questa fase la scultura sumerica offre una produzione molto diversificata sia nella tipologia degli oggetti, che nelle tecniche e nei materiali. Accanto alle statue, si conservano rilievi in forma si lastre figurate, stele e vasi rituali, sigilli a cilindro. Tra i materiali utilizzati, vari tipi di pietra, conchiglie, pietre preziose, oro, argento, rame.
La statua delle prime formazioni urbane della civiltà sumerica è espressione del rapporto tra il fedele e il dio.
Le opere sono di stile naturalistico, ma hanno tratti generici. Rappresentano figure umane, atteggiate in pose convenzionali e ieratiche. Hanno volti inespressivi, tratti stilizzati e occhi sgranati in uno sguardo fisso, per evocare trascendenza e spiritualità. L'atteggiamento generale è quello di devozione e rispetto e evoca la preghiera.
Spesso queste figure rappresentano personaggi di rango elevato,come i re-sacerdoti, riconoscibili dalle acconciature e dagli abbigliamenti, ed hanno quindi una funzione sociale ed ideologica. Tra gli esempi più interessanti: il Busto di fedele proveniente da Uruk, e la Testa femminile rinvenuta a Warka, conservati al Museo di Bagdag. Ma nel periodo protostorico la pietra è lavorata ancora con una tecnica semplice e tra la fine del IV e l'inizio del III millennio questi oggetti mantengono sempre questo caratteristico atteggiamento umile e devoto del fedele di fronte alla divinità.
In corrispondenza all'invenzione della scrittura, in questo periodo vengono realizzati sigilli a cilindro lavorati a rilievo con scene sacre, di caccia, di guerra. Questi sigilli erano strumenti economici e servivano per riconoscere i proprietari e controllare le merci e le proprietà. Testimoniano quindi che i Sumeri erano una civiltà ricchissima, dedita al commercio. Venivano rotolati sull'argilla cruda, imprimendo l'impronta e poi facendola indurire per conservarla. La forma del cilindro permetteva di sigillare anche superfici molto ampie.
Alla fine del periodo protostorico compare la tecnica del rilievo, eseguita su grandi vasi di pietra rituali o su lastre e stele. Le decorazioni sono di carattere sacro e celebrativo.
Busto di Fedele, fine IV millennio a.C.,
Bagdag, Museo Nazionale dell'Iraq
L'opera proviene da Uruk, odierna Warka ed è conservata al Museo di Bagdag.
Secondo gli studiosi, è probabile che rappresenti un re-sacerdote, riconoscibile per alcuni dettagli: ha una specie di corona e i capelli legati dietro la nuca, una barba di forma ovale, scolpita in modo schematico con solchi orizzontali. Porta un gonnellino e una cintura. Ha le mani appoggiate sullo stomaco con i pugni chiusi e nell'insieme la posa è statica e rigida. Alcune parti dell'anatomia sono resi in maniera più naturalistica e conferiscono un certo vigore: le spalle e le braccia muscolose, il viso con le guance rotonde e le labbra carnose. Altri tratti invece sono molto stilizzati: gli occhi a mandorla cerchiati con bitume nero, le sopracciglia incise la barba rigata. Questi ultimi elementi aumentano il senso di immutabilità, eternità, staticità.
Nell'insieme lo stile è rappresentato da una sintesi tra naturalismo e astrazione.
Questa Testa Femminile, rinvenuta presso gli scavi archeologici dell'antica Uruk, attuale Warka, è conservata al Museo di Bagdag.
E' un'opera molto raffinata, e tra le più belle dell'arte sumerica protostorica. Si tratta di una scultura in gesso alabastrino, che probabilmente rappresenta la dea Inanna, madre degli dei.
Il gusto fortemente naturalistico e il sapiente trattamento nella lavorazione della pietra testimoniano che si tratta dell'opera di un grande maestro. Si può notare la resa sensibile nella modulazione delle superfici per rendere l'espressività della bocca e la morbidezza delle guance e del mento che danno al volto un insieme di dolcezza e severità. I solchi delle sopracciglia dovevano essere riempiti con bitume o lapislazzuli, nelle cavità degli occhi sarebbero state incastonate conchiglie, lapislazzuli e altre pietre. Sulla testa, due fori servivano probabilmente per fissare un fermaglio dell'acconciatura in lamina d'oro lavorata a incisione. Il risultato era di grande effetto anche per il colorismo dei materiali.
Nell'antica città di Uruk sono stati rinvenuti grandiosi complessi monumentali che costituiscono i quartieri sacri dedicati alle divinità sumeriche, come quello della dea Inanna e del dio Anu.
Si tratta di numerosi edifici realizzati tra la fine del IV e l'inizio del III millennio a. C. che costituiscono un punto di riferimento e modello per le costruzioni successive della tradizione architettonica della Mesopotamia.
Sono stati riportati alla luce templi di dimensioni e tipologie diversificate, e altri edifici sacri, oltre a palazzi, cortili e un originale edificio, la cosiddetta sala dei Pilastri, interpretato come osservatorio astronomico o calendario solare, per i giochi di ombre proiettate dal sole negli equinozi e nei soltizi.
Tra i più grandiosi edifici sacri di questo complesso è da ricordare il Tempio Bianco di Uruk, dedicato al dio del cielo Anu. Sorge su una piattaforma artificiale alta circa 15 metri ed è dotato di lunga scalinata di accesso. L'edificio è costruito in calcare bianco intonacato a calce all'esterno e misura 30 X 77 metri. Lo spazio interno è articolato in una navata centrale e contrafforti con nicchie.
Accanto al Tempio Bianco sorge il Tempio di Inanna, madre degli dei, molto elevato dal livello del terreno e con una struttura di tempio-torre dalla quale deriverà la ziggurat.
L'edificio ha un cortile e un portico con colonne e semicolonne rivestite con mosaici a motivi geometrici. I mosaici sono realizzati con coni di terracotta con la base colorata e inseriti nel muro come chiodi in file ordinate e la base colorata a vista. Questo edificio aveva probabilmente anche funzioni direzionali per la città.
Vaso dedicato da Entemena, ensi di Lagash, al dio Ningirsu.
Argento e rame, ca. 2400 a.C.. da Tello, (antica Girsu). Parigi, Louvre
Il Periodo Protodinastico sumerico è compreso tra il 2900 e il 2350 a.C.
Nei maggiori centri urbani (Ur, Uruk, Lagash, Umma, Eridu a sud e Adab, Nippur, Shuruppak in Mesopotamia centrale, Kish, Eshnunna, Assur, Mari a nord più i territori del Khuzistan e dell'Iran) si assiste a un forte incremento demografico e a una maggiore organizzazione delle città-stato.
Frammento di una stele recante l'iscrizione "Ur-Nanshe, figlio di Gunidu,
per Ningirsu". Lagash, Proto-Dinastico III (ca. 2500 a.C.)
da Tello, (antica Girsu). Parigi, Louvre
Il palazzo diventa il centro organizzativo del potere politico, mentre al tempio resta il centro religioso ed economico, mentre nel periodo precedente il tempio era l'unico centro del potere della società sumerica. Appartiene comunque al tempio la legittimazione divina del re.
Tale divisione dei poteri determina un maggiore controllo tra centro e periferia dello stato. Nella produzione artistica è comunque molto evidenziato il concetto della discendenza divina dei re sumeri.
Tra il 2240 e il 2230 ca. la civiltà sumerica si diffuse dal Golfo persico alla Siria, e i sovrani, primo tra tutti il re Sargon, puntano al rafforzamento dei legami con i sudditi.
L'arte figurativa esprime questa devozione verso il re non più dovuta a valori divini ma alla dignità e al valore umano del personaggio. La Stele di Naramsin, rinvenuta a Tello, ora al Louvre, racconta in modo sintetico e unitario, le vittorie del re e non quelle del dio.
Altro interessante capolavoro è la Testa di Sargon, proveniente da Ninive, conservata al museo di Baghdag, raffinatissimo ritratto dai tratti nobili e regali che restituisce la dignità umana del personaggio storico.
Tra il 2240 e il 2230 ca. la civiltà sumerica si diffuse dal Golfo persico alla Siria, e i sovrani, primo tra tutti il re Sargon, puntano al rafforzamento dei legami con i sudditi.
L'arte figurativa esprime questa devozione verso il re non più dovuta a valori divini ma alla dignità e al valore umano del personaggio. La Stele di Naramsin, rinvenuta a Tello, ora al Louvre, racconta in modo sintetico e unitario, le vittorie del re e non quelle del dio.
Altro interessante capolavoro è la Testa di Sargon, proveniente da Ninive, conservata al museo di Baghdag, raffinatissimo ritratto dai tratti nobili e regali che restituisce la dignità umana del personaggio storico.
Nell'architettura sacra, rispetto allo schema tripartito del periodo precedente (navata centrale e nicchie e ambienti laterali) i templi del periodo protodinastico mostrano maggiori variazioni nelle tipologie, anche se, generalmente conservano una pianta rettangolare. In primo luogo si distinguono il tempio alto, con struttura a torre, e il tempio basso, più esteso in orizzontale. Inoltre gli edifici sacri, avendo anche un ruolo economico, si articolano attorno al santuario vero e proprio con cortili e ambienti secondari destinati a magazzini per le merci, ambienti di residenza per i funzionari, laboratori artigianali e forni per il pane.
Accanto all'architettura templare sorgono i palazzi reali, anch'essi grandiosi complessi molto articolati, che in genere si sviluppano con una serie di quartieri (con funzioni diversificate) attorno a un cortile centrale.
Placchetta neosumerica a bassorilievo
Il periodo Neosumerico è compreso tra il 2120 e il 2004 a.C.
In seguito all'invasione del popolo dei Guti e la conseguente caduta della dinastia di Akkad, la Mesopotamia conosce un nuovo periodo di grande splendore, stabilità politica e prosperità economica sotto la II dinastia di Ur. Il re Ur-Nammu e i suoi successori incrementano l'attività edilizia in base a un programma di organizzazione e centralizzazione dello stato.
Gudea, principe di Lagash. Statua in diorite dedicata al dio Ningishzida,
2120 a.C. (periodo neo-sumerico), dalle rovine di Girsu, Telloh (Iraq meridionale).
Le espressioni artistiche più importanti si riscontrano soprattutto nell'architettura monumentale delle Ziggurat, nelle statue di raffinata fattura e nell'oreficeria dei ricchissimi corredi regali.
L'architettura neosumerica è conosciuta attraverso i resti archeologici delle città di Ur, Sippar e Nippur. Nella città di Ur, il quartiere sacro, difeso da mura imponenti, era composto da numerosi edifici, sistemati in maniera organizzata attorno alla grande ziggurat fatta costruire da Ur-Nammu e dedicata al dio Nanna, protettore della città. Tra gli edifici sacri sorgono il grande edificio a pianta quadrata del Tesoro dei dinasti di Ur, la residenza delle sacerdotesse del dio Nanna, le tombe reali e quelle della III dinastia.
Le mura difensive hanno profilo a scarpa, sono doppie e con vani interni accessibili in più punti, rafforzate sia all'esterno che all'interno da robusti contrafforti. Le porte di ingresso sono munite di torri.
Arte delle civiltà Mesopotamiche. Mappa concettuale.
Principali tecniche, prodotti artistici, esempi. Autore: A. Cocchi
Quali sono le novità che le grandi civiltà della Mesopotamia introducono nell'arte? La mappa di Geometrie fluide presenta in uno schema chiaro esempi di opere e tecniche artistiche che caratterizzaronono la rivoluzione culturale del IV Millennio avanti Cristo.
R. Bossaglia Storia dell'arte. Dall'Antichità al Gotico Internazionale. Principato Editrice, Milano 2003.
AA.VV. Vivere l'arte. libro per il docente. Bruno Mondadori Editore, Milano 2008
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerari nell'arte. Vol.I
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.I
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol I
S. Pernigotti Gli artisti nell'antico Egitto Dossier in Archeo. Attualità del passato. anno XVII n.1 (191) gennaio 2001
E. Ascalone I sumeri. Quando la regalità scese dal cielo in AA.VV. La Storia dell'Arte. Le prime civiltà Vol. I Electa 2006
AA.VV. Egitto. Archeologia e storia. Vol. I Folio editrice