Gli affreschi con le Storie della Croce

Piero della Francesca


Piero della Francesca. Incontro della regina di Saba col re Salomone. Storie della Vera Croce. 1452-59.
Affresco. Chiesa di San Francesco, Arezzo.

 

 

La committenza e il tema

 

Gli affreschi della Cappella Bacci nella chiesa di San Francesco ad Arezzo furono eseguiti da Piero della Francesca tra il 1452 e il 1459. I lavori erano stati iniziati nel 1447 da Bicci di Lorenzo, un anziano pittore tardogotico. Questi aveva dipinto la volta e l'arco d'ingresso, ma morì nel 1452, lasciando il lavoro incompiuto.
Giovanni Bacci, umanista colto e legato alla èlite culturale di quel tempo, decise di proseguire gli affreschi già  fatti iniziare dal padre Francesco, chiamò quindi Piero per portare avanti i lavori.
il tema del ciclo, le Storie della Vera Croce, è tratto in parte dai vangeli apocrifi, ma soprattutto dalla Legenda Aurea, scritta da Jacopo da Varagine, grande autore di leggende del Medioevo, arcivescovo di Genova, morto nel 1258.  Dal lungo e ricco racconto sulle vicende miracolose del legno su cui fu crocifisso Gesù,  Piero sceglie alcuni degli episodi più spettacolari, adatti alla rappresentazione in affresco e allo spazio della cappella, ma soprattutto volti a ricollegare il significato teologico con le vicende politiche contemporanee.
Ad esempio, l'episodio biblico dell'incontro della Regina di Saba con il re Salomone allude alla volontà  di riunificare la Chiesa d'Oriente con la Chiesa d'Occidente, dopo la caduta di Costantinopoli, e contrastare l'avanzata dei Turchi. Non a caso, il re Salomone ha il volto del cardinale Bessarione che in quegli anni stava preparando una crociata contro i Turchi per salvare Gerusalemme.

In base quindi a questa volontà  di collegare e paragonare gli episodi della leggenda con un preciso  significato politico e religioso, l'organizzazione delle scene, anzichè svilupparsi secondo il tradizionale percorso lineare del racconto, segue un ordine geometrico di simmetria dove gli episodi sono disposti a coppie contrapposte.
In tutte le scene si trasmette un forte senso di solennità , ogni azione è come bloccata, i personaggi sono molto composti, inseriti in uno spazio prospettico perfetto, le forme vengono riassunte in solidi geometrici, e anche i colori, luminosissimi, seguono un ritmo preciso.

 

 

L'organizzazione degli affreschi

 

L'organizzazione delle scene affrescate nel coro della Chiesa di San Francesco ad Arezzo, non segue uno sviluppo lineare, secondo il racconto, ma un ordine geometrico razionale, che risponde a princìpi di simmetria e rispecchiamento.
Lo spazio delle pareti è diviso a metà , in modo che le scene a destra rispecchino quelle a sinistra, e in tre fasce orizzontali sovrapposte. Così sulle pareti laterali figurano, partendo dall'alto:

nei due lunettoni in alto, due riti

a sinistra: rito degli adamiti con la Morte di Adamo;
a destra: rito del Rientro della Croce.

Nella seconda fascia, due cerimonie di stato:

a sinistra: Ritrovamento e prova della Croce
a destra: Incontro della regina di Saba col re Salomone

Nella terza fascia, in basso, due battaglie:

a sinistra: la Sconfitta di Cosroe
a destra: la Battaglia di Ponte Milvio

La parete di fondo nei due settori di muro che affiancano la finestra ospita due episodi di vita quotidiana in cui si vedono uomini che lavorano:

a sinistra: il Supplizio dell'ebreo
a destra: il Trasporto del sacro Legno

e in basso due annunci:

a sinistra: l'Annunciazione a Maria
a destra: il Sogno di Costantino.

Geometria e simmetria costituiscono quindi la sintassi visiva del ciclo di affreschi, e sostituiscono la tradizionale scansione lineare e cronologica del racconto per immagini.

 

 

La composizione armonica

 

Il ciclo degli affreschi di Arezzo, con le Storie della Vera Croce è un capolavoro dove si possono rintracciare tutte le componenti dello stile di Piero della Francesca.

 

Piero della Francesca. Adorazione del Sacro legno. Affresco.  1452-59. Chiesa di San Francesco. Arezzo
Piero della Francesca. Adorazione del Sacro legno. Affresco.
 1452-59. Chiesa di San Francesco. Arezzo

 


All'interno di ogni singola scena inoltre Piero dispone figure ed elementi visivi (colori e forme) secondo un ordine chiaro e razionale. Coerentemente allo stesso principio vengono considerati anche gli intervalli, gli spazi vuoti tra un elemento e l'altro.
Si tratta di un criterio geometrico-matematico, che secondo diversi studiosi corrisponde a principi di armonia musicale (anch'essi impostati sulla matematica) fatti di tempi, di note, e pause. Questo spiega anche l'uso di figure o elementi ripetuti con delle varianti (ad esempio la composizione a croce, o personaggi rappresentati da un lato e dall'altro, l'uso di colori complementari accostati, ecc.) che rinvia a frasi musicali in cui si riprendono gruppi di note e strutture sonore. Spesso in questi affreschi si ritrovano gruppi di figure e intervalli come fossero composizioni con suoni e pause. Lo stesso vale anche per l'accostamento dei colori, sviluppati in sequenze di note cromatiche con varianti su un "motivo" riconoscibile.
Il risultato di questa raffinata organizzazione degli elementi pittorici è il grande senso di equilibrio e chiarezza compositiva delle immagini. L'armonia visiva funziona quindi come l'armonia musicale.

A. Cocchi

 

 

Lo stile degli affreschi

 

La scansione geometrica e la simmetria sono i princìpi su cui Piero della Francesca organizza non solo la distribuzione generale degli affreschi, ma anche gli aspetti formali, i ritmi  i colori e i singoli elementi.

 

Piero della Francesca. Annunciazione. Affresco.  1452-59. Chiesa di San Francesco. Arezzo
Piero della Francesca. Annunciazione. Affresco.
 1452-59. Chiesa di San Francesco. Arezzo

 



A livello compositivo, Piero segue una ripartizione a riquadri geometrici coerente in ogni coppia di scene. Ad esempio nelle due scene di "annunci" che si trovano sulla parete di fondo, a sinistra e a destra della finestra centrale.
L'Annunciazione a Maria è impostata su uno schema compositivo a croce, segnato dalla colonna centrale e dalla linea dell'architrave. Tutte le linee dell'architettura riprendono e moltiplicano questa scansione di orizzontali e verticali e di riquadri che si formano all'interno di questa griglia.

Forme, colori ed elementi del quadro si inseriscono ordinatamente in questo schema.

 

Piero della Francesca. Il sogno di Costantino. Affresco. 1452-59. Chiesa di San Francesco. Arezzo
Piero della Francesca. Il sogno di Costantino. Affresco.
 1452-59. Chiesa di San Francesco. Arezzo

 


Il Sogno di Costantino, a destra della finestra, rispecchia l'Annunciazione, e si imposta sulla croce formata dall'asse centrale del palo della tenda e dalla linea orizzontale della copertura in alto, esattamente corrispondente all'altra, perchè è alla stessa altezza. E anche qui tutti gli elementi visivi si dispongono seguendo la griglia.
La scansione geometrica della scena la ritroviamo anche negli altri episodi: si possono notare le analogie compositive tra il Ritrovamento della Vera Croce e l'Incontro della regina di Saba col re Salomone, o tra le scene delle due battaglie.

Le forme, nello stile inconfondibile di Piero tendono tutte a diventare volumi geometrici luminosissimi, i colori sono chiari e calibrati, la luce è bianca e astratta e risponde alle leggi prospettiche come tutto il resto.  Ogni cosa o personaggio si inserisce armonicamente in uno spazio perfetto e razionale, costruito prospetticamente. Ogni movimento e ogni azione è come congelato come se il tempo si fosse fermato.
Il mondo rappresentato da Piero non è quello esteriore della natura ma sembra essere un mondo tutto astratto, costruito dalla mente razionale dell'uomo.

 

Figure e forme

 

Le figure di Piero della Francesca sono inconfondibili. Sono perfette nel disegno, nelle proporzioni e nella costruzione anatomica, come pure sono esatti i gesti e gli atteggiamenti.
Eppure sono figure strane, impersonali.  Nell'Adorazione del Sacro Legno e nell'Incontro della regina di Saba con re Salomone, i personaggi, elegantissimi, hanno forme che tendono a solidi geometrici (coni, cilindri, sfere) sono volumi colorati e luminosi inseriti prospetticamente nello spazio.
Le teste sono ovoidali, i colli sembrano cilindri o coni, ogni parte dei corpi o i dettagli delle vesti, dei copricapi, delle acconciature diventano coni, sfere, cilindri, ecc. Anche nella testa della regina di Saba troviamo la perfezione geometrica del profilo e la forma cilindrica del copricapo. Tutto quindi viene pensato e costruito razionalmente, in base a principi geometrici astratti.

 

 

Luce e colore

 

Negli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo, i colori e la luce concorrono insieme agli altri elementi stilistici a creare un'immagine di perfezione astratta.

La luce, bianca, fredda e innaturale, è un'invenzione dell'artista, non corrisponde alla luce naturale (si potrebbe paragonare all'odierna luce di un neon) è una luce mentale. Simbolo stesso di razionalità , investe le scene secondo i rigorosi principi geometrico-matemetici della prospettiva. Contribuisce, insieme alle ombre, alla costruzione dello spazio, tanto che ci fa vedere perfettamente a fuoco anche le cose più lontane. La luce rende la pienezza dei volumi, rivela ogni forma come un solido geometrico luminosissimo,  aumenta la solennità  delle figure scultoree.
E' di grande bellezza l'episodio dei due cavalieri nell'Adorazione del Sacro Legno in cui i personaggi esattamente contrari l'uno all'altro, per posizione e per colori complementari, si sottopongono al gioco di opposti tra luce e ombra con una costruzione simmetrica impeccabile.

Lo studio della luce ha suggerito a Piero anche l'invenzione straordinaria dell'effetto "notturno" nel Sogno di Costantino. Il violento fascio di luce proiettato dall'angelo sulla tenda dell'imperatore ricorda quello di un riflettore moderno. Ed è molto suggestivo anche l'effetto di controluce dell'angelo stesso.

I colori chiarissimi e brillanti, accostati a contrasto, rispondono alle leggi di armonia e ritmo che ricordano quelle della musica. Anch'essi, nella loro purezza e qualità  cromatica, sono elementi che tendono all'astrazione, giocano sui contrapposti e si dispongono ordinatamente nello spazio.

 

Spazio e tempo

 

Un'altra particolarità  dello stile di Piero della Francesca in questi affreschi sta nella rappresentazione dello spazio e del tempo. Tutti i personaggi sembrano come bloccati, immobili. Ogni gesto sembra come congelato all'improvviso, anche in situazioni dove il dinamismo sembrerebbe essenziale.
Ad esempio, nelle battaglie c'è un grande senso di confusione, con l'intrigo di uomini, cavalli, lance, spade,  stendardi e bandiere. Si vede gente che si scontra, che cade, che muore, che uccide. Ma presi singolarmente, i personaggi sembrano tutti bloccati, statici, come se il tempo si fosse fermato per incantesimo.
Eppure la posizione dei cavalli e i gesti dei soldati, sono esatti, come pure il loro inserimento nello spazio prospettico. Ma è proprio questa esattezza che toglie l'effetto del movimento.
Piero non vole rappresentare lo svolgersi dell'azione nel tempo. Si allontana dalla rappresentazione realistica del dinamismo e cerca invece la rappresentazione astratta della perfezione. Piero toglie (astrae) il tempo della realtà , e secondo una concezione intellettuale ci restituisce un'immagine perfetta e senza tempo. Nello spazio esatto della geometria tutto è perfetto e immobile, perchè risponde alle stesse leggi matematiche. In una dimensione perfetta il tempo non esiste, perchè è intesa come una visione eterna.


A. Cocchi

 

 

 

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Piero della Francesca. Mappa concettuale

Piero della Francesca

Mappa concettuale con cenni sulla vita e sintesi sulle opere princpali. Autore: A. Cocchi
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La mappa concettuale di Geometrie fluide propone una sintesi chiara e facile da studiare sulla vita e sulle opere principali di Piero della Francesca. Ogni immagine scelta come esempio è accompagnata da una breve spiegazione. 

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Bibliografia

 

M. Bussagli Piero della Francesca. Dossier Art n. 71. Editrice Giunti, Firenze 1992
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
E. Forssman. Dorico, ionico, corinzio nell'architettura del Rinascimento. Editori Laterza, Bari 1988
L. H. Heydenreich Il Primo Rinascimento. Arte italiana 1400-1460. Rizzoli Editore, Milano 1979
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III
E. Bernini, R. Rota Eikon guida alla storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, Bari 2006

 

 
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