Filippo Brunelleschi. Lo Spedale degli Innocenti

Filippo Brunelleschi

Filippo Brunelleschi. Spedale degli Innocenti. 1417-36. Firenze. Piazza Santissima Annunziata
Filippo Brunelleschi. Spedale degli Innocenti. 1417-36.Firenze.
Piazza Santissima Annunziata. Foto di Sailko

 

Primo monumento civile del Rinascimento, lo Spedale degli Innocenti è un modello architettonico di eleganza, proporzione e armonia.

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Il primo esempio di armonia rinascimentale

Realizzato tra il 1419 e il 1445 sul progetto di  Filippo Brunelleschi, lo Spedale degli Innocenti sorge sul lato destro della Piazza Santissima Annunziata, a Firenze.  Nella novità e nell'originalità della costruzione, e per il patrimonio storico e artistico che custodisce, questo monumento, primo esempio architettonico di stile rinascimentale, è uno dei più alti simboli della cultura umanistica fiorentina.
Le caratteristiche architettoniche sono il frutto della fusione tra modelli derivati dall'architettura medievale dei secoli XI e XII ed elementi appartenenti all'antichità romana. Tutte  queste conoscenze sono però interpretate da un punto di vista molto innovativo ed espresse con un gusto tipicamente fiorentino, con quell'impronta particolare che rese inconfondibile lo stile di Filippo Brunelleschi.

Le trasformazioni che l'opera ha subito nel tempo rivelano la sua storia ed il lavoro dei maestri che vi si sono dedicati. Brunelleschi seguì la costruzione fino alla realizzazione del portico, poi, essendo occupato in altre importanti commissioni, lasciò il proseguimento al suo collaboratore Francesco della Luna. Francesco portò avanti il lavoro fino al 1445, con diversi cambiamenti rispetto al progetto di Brunelleschi. Altre modifiche importanti vennero attuate nel 1845 dall'architetto Leopoldo Pasqui.

Lo Spedale degli Innocenti nacque come opera pubblica e svolge ancora oggi la sua funzione civile: era un orfanotrofio che accoglieva i bambini abbandonati e oggi è ancora un'istituzione dedicata all'infanzia e al futuro dell'umanità.

 

 

Caratteristiche generali e aspetto d'insieme

 

Filippo Brunelleschi Spedale degli Innocenti. 1419. Veduta frontale del portico.Firenze.
Filippo Brunelleschi. Spedale degli Innocenti. 1419. Veduta frontale del portico.Firenze.

 


Visto dalla piazza, lo Spedale degli Innocenti ha uno sviluppo orizzontale e presenta due ordini:

  • il pianterreno, con il loggiato brunelleschiano 
  • il primo piano con le finestre.


Il  loggiato,  rialzato rispetto al piano della piazza per mezzo di una scalinata, si compone di nove archi a tutto sesto, sormontati da una trabeazione classica. Questi sono sostenuti da eleganti colonne a fusto liscio, con capitelli compositi dotati di pulvino. Nelle due estremità, il portico è delimitato da due campate con lesene scanalate che inquadrano due ingressi laterali. A destra del portico si prolunga la Seconda Testata, la campata aggiunta da Francesco della Luna nel corso del suo intervento. Dall'ingresso della Seconda Testata si poteva accedere direttamente agli ambienti adibiti alle donne che vivevano nello Spedale. Oggi ospita scale, ascensori e locali del Museo. 

L'essenzialità geometrica delle forme è valorizzata dai colori bianco e grigio dei materiali. Per contenere le spese, Brunelleschi  ha scelto la pietra serena grigia per le membrature architettoniche (colonne, capitelli, trabeazione, archi) e l'intonaco bianco per le pareti. L'elegante e chiaro stacco cromatico grigio e bianco diventerà la sua cifra stilistica: sarà ripreso anche nella Chiesa di San Lorenzo, nella Sacrestia Vecchia, nella Cappella Pazzi e e nella Chiesa di Santo Spirito, a Firenze.

 

 

Andrea della Robbia. Putto in fasce. 1463. Ceramica invetriata. Firenze, Spedale degli Innocenti
Andrea della Robbia. Putto in fasce. 1463. Ceramica invetriata. Firenze, Spedale degli Innocenti

 

 

 

Nei pennacchi tra un arco e l'altro si trovano i dieci medaglioni in ceramica invetriata realizzati da Andrea della Robbia. Rappresentano neonati in fasce,  bianchi su fondo azzurro.

Brunelleschi non aveva previsto il piano superiore: il portico avrebbe dovuto concludersi con un tetto sporgente che lasciava vedere la chiesa a sinistra e il dormitorio a destra.

Tutto il secondo ordine, con un grande salone interno, è quindi opera di Francesco della Luna. Sulla facciata una cornice marcapiano in pietra serena divide il pianterreno dal primo piano, creando uno stacco tra i due livelli e offrendo una pausa rispetto al ritmo continuo di archi e colonne. Il primo piano si distende con una parete liscia intervallata dalle finestre poste in corrispondenza del centro di ogni arco. 

Le finestre sono rettangolari, con semplici cornici e timpani triangolari in pietra serena. Essendo tangente alle finestre, la cornice diventa un lungo davanzale che collega senza interruzione tutte le finestre, sottolineando lo sviluppo orizzontale dell'edificio.

 

 

 

 

Il complesso dello Spedale degli Innocenti visto dall'alto.
Il complesso dello Spedale degli Innocenti visto dall'alto.

 

 

La visione della facciata mostra il lato principale dell'opera realizzata da Brunelleschi, ma la costruzione è composta da diversi corpi di fabbrica distribuiti intorno a due cortili interni e occupa un'area a pianta quadrangolare. Sotto al pianterreno si dispongono gli ampi ambienti del piano interrato, mentre sopra si trova un terzo piano con una galleria e un loggiato.


 

 

Le novità dello stile brunelleschiano.

 

Lo Spedale degli Innocenti  è la prima opera architettonica completa di Brunelleschi, con la quale fondò lo stile quattrocentesco fiorentino.  Rispetto al gotico, che rappresentava lo stile ancora presente a Firenze, l'architetto introdusse importanti novità nel gusto e nella generale concezione architettonica.
Il nuovo senso di armonia ed eleganza di forme, l'equilibrio, la sobrietà, i riferimenti all'arte classica e i nuovi rapporti proporzionali sono valori nuovi, diversi rispetto al tardo-gotico. 

 

Le innovazioni introdotte da Brunelleschi sono:

  • il senso di equilibrio, armonia ed eleganza, tipici della visione rinascimentale, espressione del gusto della civiltà dell'Umanesimo.
  • la propensione alla funzionalità. 
  • il suo obiettivo finale: la realizzazione di un'architettura a misura d'uomo, ma in questo preciso lavoro si trattava di realizzare un'architettura anche a misura di bambino, poiché lo Spedale era destinato ad accogliere ed ospitare i bambini abbandonati della città di Firenze.

 

 

 

Questi valori sono ottenuti  soprattutto grazie ad alcuni aspetti architettonici, caratteristici dello stile brunelleschiano, visibili attraverso l'osservazione dello Spedale degli Innocenti:

  • Linearità del disegno
  • semplicità di forme
  • ripresa di elementi classici
  • leggerezza ed elasticità
  • armonia
  • applicazione della prospettiva
  • coerenza con il contesto urbanistico

 

 

Gli elementi dello stile brunelleschiano

 

Filippo Brunelleschi Spedale degli Innocenti. 1419. A sinistra: Giambologna. Statua equestre del granduca Ferdinando I de' Medici. 1608. Bronzo. Firenze
Filippo Brunelleschi Spedale degli Innocenti. 1419.
A sinistra: Giambologna. Statua equestre del granduca Ferdinando I de' Medici. 1608. Bronzo. Firenze

 

 

La linearità del disegno

 

Il primo aspetto stilistico che si coglie osservando lo Spedale degli Innocenti è il disegno semplice e lineare della facciata. Osservando la facciata dello Spedale degli Innocenti, il delicato contrasto tra le linee grigie delle membrature e il bianco dell'intonaco ricorda quello di un disegno tracciato a matita su un foglio di carta. Sembra quasi che Brunelleschi abbia voluto farci vedere il suo edificio come un grande disegno a tre dimensioni.   Sono infatti realizzate in pietra serena grigia: le colonne, gli archi, le cornici e i timpani delle finestre. Queste sono tutte parti strutturali e hanno sempre forme geometriche essenziali: linee rette, cerchi, semicerchi, triangoli, rettangoli.

 

La semplicità di forme

 

Dalla combinazione di queste forme e dai loro rapporti il maestro fiorentino ha saputo ricavare la bellezza e l'eleganza della sua opera, eliminando qualsiasi inutile decorazione. Le forme geometriche e in particolare i poligoni regolari  hanno una bellezza senza tempo: la simmetria, la regolarità e il ritmo suscitano sempre gradevolezza e serenità. Non ne conosciamo esattamente il motivo, ma oggi sappiamo che le forme geometriche semplici sono quelle più facilmente percepibili dall'occhio, preferite anche dai bambini. Le forme geometriche ci appaiono belle in virtù della loro semplicità. 

 

La bellezza delle forme semplici come quelle della geometria piana è uno dei valori estetici caratteristici dell'arte rinascimentale. Si ricollega agli studi delle proporzioni classiche, ma anche agli interessi matematici che molti artisti rivelarono fin dai secoli del Medioevo e nel corso del  Trecento. Molti riferimenti alla geometria e alla matematica si possono rintracciare ad esempio nei taccuini da disegno di cui parla  Cennino Cennini nel suo Libro sulla pittura, ma stanno alla base delle opere di Arnolfo di Cambio, di Giotto, di Simone Martini, e di molti altri maestri gotici. Matematica e geometria erano discipline fondamentali nella formazione degli artisti, basilari per qualsiasi lavoro, perché implicavano concetti come: misura, proporzione, composizione.
Oltre a ciò, le forme geometriche sono associate sempre a significati simbolici, soprattutto religiosi: ad esempio il semicerchio si ricollega alla volta celeste, Regno dei Cieli, il quadrato si riferisce alla vita terrena, il triangolo alla Trinità.
Per questi motivi l'uso dei poligoni regolari nel Quattrocento, come già nell'epoca passata, non è mai casuale, come non è casuale il numero a cui le forme o gli elementi si associano. Su questi temi continueranno a concentrarsi anche altri artisti del Rinascimento.

Nella visione che possiamo avere oggi, anche se abbiamo dimenticato l'intreccio simbolico, le forme geometriche continuano ad apparirci belle in virtù della loro semplicità. Osservando la facciata dello Spedale degli Innocenti, il delicato contrasto tra le linee grigie delle membrature e il bianco dell'intonaco ricorda quello di un disegno tracciato a matita su un foglio di carta. Sembra quasi che Brunelleschi abbia voluto farci vedere il suo edificio come se fosse un disegno a tre dimensioni.

 

 

La leggerezza e l'elasticità

 

Altro aspetto che conferisce eleganza all'insieme è la leggerezza e l'elasticità delle strutture: gli archi a tutto sesto sono ampi  e sottili nello spessore, riducendo il peso della muratura. Gli archi, inoltre, non si appoggiano direttamente al capitello delle colonne ma sono rialzate su pulvini, ispirati all'architettura bizantina ravennate, ottenendo un'impressione di maggiore slancio. Rispetto agli originali bizantini i pulvini studiati da Brunelleschi sono stati reinventati e ridisegnati dall'artista in funzione del suo progetto, con forme più semplici e geometriche. I pulvini però hanno anche una precisa funzione pratica: sono elementi che ammortizzano i pesi e le trazioni che vengono esercitate sulle colonne dal piano superiore e dagli archi. Convogliando tutte le spinte esattamente sull'asse interno delle colonne si evita che il fusto si spacchi,  scaricandole verso terra.
Le colonne corinzie sono riferite a quelle classiche ma anziché essere imponenti come ad esempio nei monumenti romani, appaiono esili e slanciate, trasmettono un senso di leggerezza ed elasticità.

Così il pianterreno dell'edificio, anziché essere un blocco compatto e pieno, è completamente svuotato dal portico, come se esso non dovesse portare alcun peso.
L'ordine superiore, tagliato visivamente dalla fascia orizzontale della cornice marcapiano, appare più basso rispetto al pianterreno e sembra appena appoggiato sugli archi e sulle colonnine del portico.
Di conseguenza, quello che si percepisce osservando il monumento è la straordinaria leggerezza dell'insieme, mentre si tratta comunque di una costruzione in muratura. 

 

 

Il principio di armonia

 

L'armonia generale e il senso di serenità razionale è trasmesso dalla corrispondenza tra le parti, dalle proporzioni e dalle distanze calibrate degli elementi. L'artista ha creato un gioco e un coordinamento tra di essi, sviluppando un ritmo in cui si alternano il movimento curvilineo degli archi che rimbalza sui capitelli propagandosi in orizzontale, come viene indicato dal distendersi della cornice marcapiano. Il ritmo degli archi, dopo la pausa rappresentata dalla cornice, è ripetuto dalle note chiare e cristalline delle finestre timpanate, secondo una scansione riferita direttamente ad una composizione musicale.

Anche questo non è casuale. Lo studio della musica, era un'altra delle discipline che rientravano nella formazione degli artisti rinascimentali.

 

 

 

Veduta della Piazza Santissima Annunziata. Firenze.
Veduta della Piazza Santissima Annunziata. Firenze. Foto di Grifondoro

 

 

L'applicazione della prospettiva e delle proporzioni

Brunelleschi è considerato l'inventore della Prospettiva lineare, un metodo di rappresentazione grafica, basato su regole geometrico-matematiche, ch permettono di ottenere in un'immagine bidimensionale (disegno o pittura) l'impressione dello spazio tridimensionale. La prospettiva era un formidabile strumento di progettazione che poteva essere applicato per qualsiasi tipo di progetto architettonico o urbanistico. Brunelleschi ne fece largo uso in tutti i suoi progetti, compreso lo Spedale degli Innocenti.
In questo monumento, lo sviluppo orizzontale della costruzione è controbilanciata dalla prospettiva scalare dei piani, degradanti in altezza andando da basso verso l'alto. Brunelleschi ha applicato il principio prospettico dell'illusione delle distanze alla sua costruzione e questo accorgimento fa sì che l'edificio sembri più alto e venga visto come un organismo armonioso.  L'impressione visiva diventa quindi più importante della misura reale, perché ciò che conta è che il progetto sia funzionale all'uomo. Le misure e le caratteristiche architettoniche non valgono per l'edificio in sé ma sono pensate per essere fruite e vissute dall'uomo. In questo caso, soprattutto perché destinato ai bambini, lo Spedale non doveva avere un aspetto imponente, ma offrire un'immagine serena, accogliente e distesa. Era quindi importante che il raccordo con la piazza avvenisse senza creare un impatto troppo monumentale e con proporzioni calcolate secondo una scala adatta alla comunità infantile.

 

 

Il rapporto coerente con il contesto urbanistico


Altro elemento importante dell'opera e concezione tipicamente rinascimentale è l'intento urbanistico. Tutto il lavoro di progettazione non si è limitato soltanto allo studio dell'edificio inteso singolarmente. L'architetto si è preoccupato anche di inserirlo nell'ambiente in cui doveva sorgere, occupando tutto un lato della piazza Santissima Annunziata.  Brunelleschi anziché imporre la massa chiusa di un palazzo affacciato sulla piazza, realizza l'inserimento della sua costruzione in modo armonioso. Senza contrapporre lo spazio pieno di un blocco architettonico a quello vuoto della piazza, svuota la massa dell'edificio mediante il portico, evitando il contrasto netto tra la massa piena e solida della costruzione e lo spazio ampio e vuoto della piazza e realizzando una perfetta sintesi tra le due entità.
Infatti, la proporzione tra il volume pieno dell'edificio e il vuoto della piazza si risolve nel loggiato, che fa da filtro e ne permette un'equilibrata compenetrazione. Così piazza ed edificio si definiscono l'un l'altro come due valori opposti, e appaiono tra loro perfettamente armonizzati.

I principi sui quali Brunelleschi ha impostato la costruzione dello Spedale degli Innocenti vennero seguiti per la progettazione della piazza e di tutti gli altri edifici che vi sorsero. La Chiesa della Santissima Annunziata, iniziata da Michelozzo e portta a compimento da Leon Battista Alberti, ha un portico che richiama quello brunelleschiano. Lo stesso vale per il portico della Chiesa dei Servi, progettato da Antonio da Sangallo il Vecchio

 

 

La funzione

 

 

Andrea della Robbia. Putto in fasce. 1463. Ceramica invetriata. Firenze, Spedale degli Innocenti.

Andrea della Robbia. Putto in fasce. 1463. Ceramica invetriata. Firenze, Spedale degli Innocenti.

 

Destinato ad accogliere i bambini abbandonati, lo Spedale degli Innocenti di Firenze è il primo brefotrofio in Europa oltre ad essere anche il primo edificio in stile rinascimentale.  

 

Perchè si chiama 'Spedale degli Innocenti'?

 

Il termine 'spedale'  anziché  'ospedale' deriva dal nome antico in dialetto fiorentino, che veniva usato per indicare un luogo di accoglienza, gli 'Innocenti' erano i neonati che venivano abbandonati.

La sua funzione è indicata nei raffinati  Medaglioni con i Bambini in fasce, in ceramica invetriata, realizzati da Andrea della Robbia nel 1463.

 

 

 

 

La ruota degli esposti nello Spedale degli Innocenti.
La Finestra ferrata con la Rota degli Esposti. 1660. Spedale degli Innocenti. Firenze

 


L'idea della costruzione venne da Francesco di Marco Datini, un ricco mercante di Prato che, lasciò in eredità mille fiorini all'Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze per costruire una struttura capace di  garantire il ricovero, la cura e l'educazione dei bambini abbandonati. L'Ospedale di Santa Maria Nuova era anche  la sede dell'Arte della Seta e degli Orafi, a cui apparteneva lo stesso Brunelleschi. La corporazione investì quindi il denaro ricevuto incaricando Brunelleschi del progetto. Benché si trattasse di un lascito ingente, l'architetto nel suo lavoro di progettazione ha dovuto comunque contenere i costi, scegliendo materiali adatti ma non troppo costosi. Per l'opera di muratura ha impiegato il mattone rifinito con l'intonaco bianco e per le parti strutturali ha scelto la pietra serena, molto meno cara del marmo.

Al tempo di Brunelleschi era stata disposta una pila: una sorta di culla di pietra posta all'estrema destra del portico per deporre i bimbi abbandonati che venivano poi raccolti e accuditi dalle balie che offrivano il loro servizio nell'istituto. La prima bambina che fu accolta si chiamava Agata Smeralda e fu lasciata sulla pila il 5 febbraio del 1445. Le balie erano donne sole o ragazze madri accolte insieme al loro bambino. I bambini ricevevano un'educazione, imparavano un mestiere, le bambine imparavano a tessere o ad occuparsi di lavori domestici, lavorando per le famiglie agiate di Firenze. Ricevevano una dote che permetteva loro di sposarsi o entrare in un convento. Alcune sceglievano di rimanere nell'istituto per tutta la loro vita, occupandosi dei bambini.

Nel 1660 la pila fu sostituita dalla Rota degli Esposti: una pietra girevole inserita in una finestra ferrata, che rimase in uso fino al 1875 quando fu definitivamente chiusa. Ma l'istituto continuò la sua opera di accoglienza e di educazione dei bambini e delle donne.

 

 

La storia della costruzione

 

  • Il lavoro venne iniziato da Filippo Brunelleschi il quale diresse i lavori fino al 1427, data dell'ultimo pagamento.   Il progetto risale al 1419, e secondo le scarse notizie, la prima colonna del loggiato venne posta nel 1421. Il maestro eseguì sicuramente il portico della facciata e stabilì l'assetto dei due corpi di fabbrica ad esso perpendicolari, ma  già dal 1425 fu affiancato da altri collaboratori, essendo lui troppo occupato con altri incarichi, soprattutto con i lavori della Cupola di Santa Maria del Fiore nella stessa Firenze. 
    Diverse modifiche e ampliamenti si sono susseguite lungo i secoli, ma la documentazione su questi lavori e  su chi li ha condotti è lacunosa e poco chiara. Ad oggi risulta ancora  molto difficile individuare esattamente tutte le parti che erano previste nel progetto del maestro fiorentino per distinguerle dalle aggiunte  o dalle variazioni eseguite da altri.
     
  • Sappiamo però che dal 1427 Francesco della Luna, amico di Brunelleschi, venne nominato suo sovrintendente alla fabbrica degli Innocenti. Francesco continuò i lavori sotto le direttive del maestro, poi ne prese la direzione nel 1436 e li portò a termine nel 1449. Fu lui che costruì  la Testata destra del portico, con una campata cieca in cui si trovava l'ingresso all'area delle donne. 
     
  • Nel 1439 venne completata la facciata sopra al portico. Francesco della Luna innalzò il  piano con le finestre sopra al portico di facciata per ottenere un salone coperto adibito a soggiorno per i bambini. Si tratta di una scelta che non corrispondeva al progetto di Brunelleschi dove invece il portico doveva concludersi in alto con una tettoia e lasciar vedere i corpi di fabbrica più alti della chiesa a sinistra e del dormitorio a destra. 
    Lo stesso architetto realizzò il Cortile degli uomini, il Cortile delle donne e l'area destra dello Spedale, con gli ambienti destinati alle ragazze e alle donne. 

    Per tutte le digressioni rispetto al disegno  del maestro, Francesco della Luna ricevette diverse critiche da Brunelleschi: riguardo alla facciata venne osservata la mancanza delle paraste nelle due ali del piano superiore che avrebbero proseguito coerentemente quelle della testata, correggendo la differente spaziatura tra le nove finestre centrali e quelle laterali. Nel Cortile degli Uomini il Brunelleschi rilevò un altro errore nell'architrave, non conforme al disegno classico.
     
  • L'inaugurazione dello Spedale degli Innocenti avvenne con una cerimonia solenne l'11 aprile del 1445, mentre la chiesa fu consacrata nel 1451 da Sant'Antonino, vescovo di Firenze.
     
  • Nel 1458-59  Giovanni di Francesco, allievo di Andrea del Castagno, dipinse l'affresco raffigurante il Padre Eterno con i santi martiri innocenti sulla porta della chiesa.
     
  • Ma i lavori proseguirono: il Cortile degli uomini venne completato nel 1470 da Stefano di Jacopo Rosselli, e ornato dai graffiti con le insegne dell'Arte della Seta. Venne anche aggiunta la galleria con le finestre rettangolari sopra al loggiato per ospitare gli appartamenti dello Spedalingo e altre stanze di uso amministrativo.
     
  • Nel 1487 nei pennacchi degli archi del loggiato vennero inseriti otto tondi in ceramica invetriata bianchi e azzurri con la rappresentazione dei bambini in  fasce, realizzati da Andrea della Robbia.
     
  • Nel 1493 nel Cortile delle Donne, su un lato del  portico al primo piano fu realizzato il Verone: un ampio terrazzo con loggiato a pilastrini di mattoni utilizzato come stenditoio. 
     
  • Agli inizi del XVII secolo lo Spedale si arricchì di opere volute dalla famiglia Medici.
    Tra queste il Busto di Francesco I de' Medici, realizzato dallo scultore fiorentino Giovanni Battista Sermei e posto sotto al loggiato, sul timpano della Finestra ferrata.
     
  • Nella lunetta della stessa finestra si trova anche l'affresco del  pittore fiorentino Bernardino Poccetti con l'Allegoria celebrativa di Francesco I del 1609.
     
  • Intorno al 1610 l'anziano  Bernardino Poccetti, in cambio dell'accoglienza nello Spedale, realizzò alcuni affreschi.  Sotto al portico eseguì gli affreschi delle due lunette alle estremità e la volta sopra alla porta principale. Sulla parete di fondo del Refettorio delle Donne, oggi chiamato Salone Poccetti,  dipinse la Strage degli Innocenti e scene di vita dei neonati. 
     
  • Al 1612 risale il suo affresco con la Disputa di Santa Caterina, nella prima saletta.
     
  • Nel 1660 nella parte settentrionale del portico venne realizzata la Rota, una pietra girevole inserita in una finestra, che serviva per deporre i neonati che venivano lasciati allo Spedale. La Rota sostituì la vecchia Pila e rimase in  funzione a lungo finché non venne definitivamente chiusa nel 1875 con un'inferriata. Di qui il nome attuale Finestra ferrata. Intorno alla finestra, nello stesso 1660 Agnolo Gori dipinse i Putti con cartiglio.
  • Nel 1842 un terremoto danneggiò lo Spedale, lesionando soprattutto le colonne del portico brunelleschiano.
  • Nel 1845 l'architetto Leopoldo Pasqui si dedicò al restauro e consolidamento delle parti rovinate e negli stessi anni  Gasparo Mantellini dipinse ad affresco la scena con Gesù tra i fanciulli, sulla porta di destra.
  • Nel 1875, in occasione della chiusura della Rota, venne posta una lapide in cui Isidoro del Lungo, scrittore e storico della letteratura, ricordando l'abbandono dei bambini  indicò: “il segreto rifugio di miserie e di colpe”.
     
  • Nella seconda metà dell'Ottocento l'ingegnere e architetto Luigi Fusi progettò e diresse la moderna trasformazione di alcuni locali dello Spedale per adeguarli alle nuove esigenze di ospitalità e assistenza.
     
  • A partire dal 1895 l'Istituto decise di adibire il Verone ad area di giochi per i bambini e le balie.
    Oggi il Verone  ospita il Caffè del Verone dove si può ammirare lo spettacolare panorama sulla città di Firenze.

 

 

I modelli e l'innovazione

 

Per quanto riguarda i modelli d'ispirazione, nella progettazione dello Spedale degli Innocenti di Firenze, sembra che Filippo Brunelleschi si sia riferito, oltre che agli esempi dell'antichità classica, anche a quelli della tradizione toscana. Tra questi:

  • le logge e gli archi, molto presenti nella tradizione fiorentina
  • gli ordini classici, soprattutto nelle colonne
  • le trabeazioni e le cornici riprese dall'antichità
  • il tema dell'edicola con timpano, derivato da modelli romani
  • le volte a crociera e a vela di tradizione romanica

 

 

 

Filippo Brunelleschi. Spedale degli Innocenti. 1419. Chiostro degli uomini. Firenze

Francesco della Luna. 1419. Cortile degli uomini.  Spedale degli Innocenti. Firenze

 

Il portico e gli archi


L'uso di logge con archi a tutto sesto non è nuovo a Firenze, l'esempio più diretto è offerto dalla vicina Loggia della Signoria.
Esiste anche un prototipo di costruzione ospedaliera dotato di portico esterno a volta nell'Ospedale di Lastra a Signa, vicino a Firenze, realizzato nel 1411. Nonostante l'apparente diversità, esistono alcuni elementi in comune tra la Loggia di Lastra a Signa e quella brunelleschiana negli archi e nei particolari delle volte, che dimostrano la conoscenza diretta di Brunelleschi.
Ma ciò che è più sorprendente è l'originalità e la libertà creativa con cui Brunelleschi fonde elementi appartenenti a stili diversi per giungere a risultati del tutto nuovi.

 

Trabeazione e arco dello Spedale degli Innocenti.


Gli archi a tutto sesto della loggia brunelleschiana hanno il profilo (parte interna) piatto e non a sezione triangolare come nella gran parte degli esempi gotici. Ciò dipende dal fatto che si tratta di archivolti, cioè trabeazioni di ispirazione classica piegate a semicerchio in forma di archi. L'idea sembra ispirata dal tipo di arcate presenti nel Battistero di Firenze

Anche l'architrave che corre tangente agli archi è un preciso ricerimento classico, caratterizzato da modanature digradanti.


Le campate definiscono spazi perfettamente cubici, perché riportano le stesse misure in altezza, larghezza e profondità. Tale misura corrisponde inoltre al fusto delle colonne, e definisce anche il passo dell'intercolunnio, secondo un principio di coerenza e proporzione perfette. Questa soluzione è basata sul principio del modulo.

 

I rapporti proporzionali dello Spedale degli Innocenti.

I rapporti proporzionali dello Spedale degli Innocenti.

 


Le volte che coprono le campate all'interno del portico non sono più quelle ogivali dello stilegotico, ma sono  sono  volte a vela, così chiamate per la loro somiglianza con una vela quadrata gonfiata dal vento. La soluzione adottata da Brunelleschi deriva dallo studio delle chiese paleocristiane e bizantine, dove si trova questo tipo di soffitto.

 

 

 

Interno del portico dello Spedale degli Innocenti.

Interno del portico dello Spedale degli Innocenti.

 

 

 

Le colonne e i capitelli


Anche le colonne stesse, le mensole e i capitelli compositi sono classiche, ma tra i capitelli e le imposte degli archi sono inseriti dei pulvini. La loro funzione è quella di elevare le imposte degli archi, ammortizzare le spinte e dare più slancio alle strutture. I pulvini, elementi tipici dell'architettura bizantina più che di quella romana, sono stati ripresi in alcune chiese romaniche toscane, come nella Chiesa dei Santi Apostoli di Firenze. In quest'ultimo caso, si tratta di una costruzione risalente al X secolo, ma ai tempi di Brunelleschi si pensava  fosse una chiesa paleocristiana del  IV o V secolo.
Altro elemento originale è la trabeazione, che non deriva da esempi classici ma dal Battistero fiorentino di San Giovanni, modello molto importante per Brunelleschi. Da questo, nonostante le evidenti differenze, derivano anche le eleganti finestre a edicola, dotate di timpano triangolare.

 

Il modulo

 

Per ottenere l'armonia visiva  della costruzione Brunelleschi ha applicato il principio geometrico e matematico dei rapporti modulari. Ogni parte dell'edificio si rapporta con le altre e con l'insieme in base ad un'unità di misura costante. Riprendendo un principio già utilizzato nel mondo antico dai Greci e dai Romani, individuò nella sua opera l'unità di misura, detta modulo, facendola corrispondere all'altezza della colonna, compreso il capitello. Il modulo misurava dieci braccia fiorentine, corrispondenti a cinque metri e 84 centimetri. L'altezza della colonna (modulo) determina quindi tutte le altre misure. Ad esempio nella facciata: 

  • la larghezza dell'arco è uguale a un modulo  (rapporto 1:1)
  • la profondità dell'arco è uguale a un modulo (rapporto 1:1)
  • l'altezza delle finestre è uguale a mezzo un modulo (rapporto 1:2)
  • l'intera altezza dell'edificio è uguale a tre moduli (rapporto 3:1)
  • l'altezza da terra alla fine della cornice marcapiano è uguale a due moduli (rapporto 2:1)
  • l'altezza del primo piano è uguale a un modulo  (rapporto 1:1)

 

Questa regola essenziale e i rapporti semplici che vengono sviluppati determinano il senso di equilibrio e di armonia che possiamo percepire osservando questa affascinante facciata. Lo stesso principio è stato applicato da Brunelleschi sull'intero progetto.

 

 

La pianta dello Spedale degli Innocenti

 

Filippo Brunelleschi. Pianta dello Spedale degli Innocenti. 1419. Firenze.

Filippo Brunelleschi. Pianta dello Spedale degli Innocenti. 1419. Firenze.

 

La pianta dello Spedale copre un'area  quadrangolare a forma di trapezio rettangolo . Gli ambienti della costruzione si dispongono su tre piani, dei quali il pianterreno è quello principale. Gli altri due piani sono il seminterrato e il piano superiore.

Nel pianterreno tutti gli ambienti si sviluppano intorno a due cortili porticati: uno centrale, quadrato, detto Cortile degli Uomini e e uno rettangolare disposto in senso longitudinale, detto Cortile delle Donne.
Entrando dall'ingresso principale posto nella loggia affacciata su Piazza della Santissima Annunziata ci si trova nel Cortile degli Uomini, concepito come fulcro dell'intera costruzione. 
Perpendicolari rispetto al loggiato della facciata sono posti la Chiesa, a sinistra e il dormitorio dei bambini, tra i due cortili. Completano la planimetria il Refettorio, altre sale e locali di servizio che costituivano l'area abitativa.

Nel piano seminterrato trovano posto altri ambienti, come il refettorio, le aule in cui i bambini ricevevano un'istruzione di base e i laboratori nei quali imparavano un mestiere.

Nel Piano superiore si trova la Galleria con una importante collezione di opere d'arte.

 

 

 

Gli ambienti interni nei diversi piani


Tutti gli spazi dello Spedale sono progettati a misura di bambino: garantiscono spazio, comodità e libertà di movimento. Sono pensati per accogliere i loro giochi e offrire un ambiente sereno e razionale. La scelta del modulo quadrato è stata adottata da Brunelleschi per ottenere proporzioni semplici e chiare da cui risultano ambienti rassicuranti e gradevoli. Un principio di libertà di percorsi e spostamenti è visibile nel modo in cui sono collegati i vari ambienti e nei diversi ingressi che rendono indipendenti le singole aree dell'edificio.
Da tutti questi punti di vista il progetto Brunelleschiano è di una sorprendente modernità.

 


Il Seminterrato

 

 Nel piano seminterrato trovano posto diverse sale, tra cui le aule in cui i bambini ricevevano un'istruzione di base e i laboratori nei quali imparavano un mestiere.
Diversi locali sono oggi adibiti a Museo dove si trovano esposti manufatti e opere d'arte che raccontano la storia dell'Istituto degli Innocenti. Particolarmente belli sono il Salone delle compagnie, diviso in due navate con volte a crociera su pilastri quadrangolari e ornato di affreschi e il Salone Borghini, di strutture analoghe e oggi destinato alle mostre d'arte.

 

 

Il Pianterreno


Al pianterreno si trovano:

  • la Chiesa di Santa Maria degli Innocenti
  • Il Cortile degli Uomini
  • la Sala di Lettura
  • il Refettorio degli Uomini
  • Il Dormitorio dei bambini
  • Il Cortile delle Donne
  • l'Area delle Donne
  • il Refettorio delle Donne
     

 

La Chiesa di Santa Maria degli Innocenti

 

la Chiesa situata a destra e dotata di un ingresso indipendente. E' ad aula unica,a pianta rettangolare e sviluppo longitudinale. Era stata prevista nel progetto di Brunelleschi ma assunse l'aspetto attuale nel 1786 con l'opera di Bernardo Fallani. All'interno si trovano affreschi e diverse opere di pregio. 

 

Il Cortile degli Uomini

 

il Cortile degli Uomini è posto al centro, inteso come nucleo architettonico di tutta la costruzione e spazio di rappresentanza istituzionale che ancora oggi è utilizzato. Ampio e di forma quadrata, è stato concepito anche per offrire lo spazio ai giochi dei bambini. E' presente nel progetto di Brunelleschi ma la realizzazione, avvenuta tra il 1439 e il '45, spetta a Francesco della Luna, il quale ha reinterpretato questo cortile con una certa libertà rispetto al disegno brunelleschiano.

Questo spazio deriva dal chiostro monastico ma è anche equivalente alla corte d'onore dei palazzi signorili rinascimentali: spazio di rappresentanza ma anche di passaggio e collegamento dal pianterreno al piano nobile e a tutte le parti dell'edificio.

Una curiosità: il Vasari nella Vita di Brunelleschi racconta che Brunelleschi tornato da Milano, controllò il proseguimento dei lavoro allo Spedale e notando un errore nell'architrave sgridò pesantemente Francesco della Luna. Francesco si era infatti ispirato all'architrave del Battistero di San Giovanni, ma non sapeva che quell'elemento architettonico era l'unico dettaglio del monumento romanico che non rispettava le proporzioni classiche, come invece aveva rilevato il maestro, dicendo. "Un error solo è in quello edifìzio, e tu l'hai messo in opera".

Il piano superiore al portico appartiene al completamento eseguito da Stefano di Jacopo Rosselli, nel 1470. Corrisponde alla galleria coperta con le stanze riservate allo spedalingo.  Tutte le superfici murarie presentano una decorazione a graffito con motivi geometrici che riprendono e vivacizzano le forme architettoniche. Nei peducci tra un arco e l'altro si inseriscono i medaglioni dipinti con Putti classicheggianti. Nel piano superiore i settori di parete tra le finestre sono ornati da semplici cornici ovali  che racchiudono stemmi e simboli riferiti all'Arte della Seta.

All'interno del portico è ancora visibile la bella lunetta in ceramica invetriata bianca e azzurra con L'Annunciazione, opera della bottega dei Della Robbia.

Il Cortile degli Uomini è preceduto da uno stretto corridoio in cui si entrava dalla porta principale al centro del loggiato. Il corridoio è affiancato sui due lati da due stanzette quadrate; quella a destra è la Sala Grazzini, dove oggi è allestita la Sala immersiva del Museo.
Sul lato opposto del Cortile, in asse rispetto al corridoio di ingresso si sviluppa un secondo corridoio in fondo a che porta all'originario Refettorio degli Uomini.

 

La Sala di lettura

 

Adiacente al Cortile degli Uomini si trova l'antica Sala di Lettura, con copertura a volta e affreschi sul soffitto. Attualmente è usata come sala riunioni.
 

Il Refettorio degli Uomini

 

Il Refettorio degli Uomini oggi ospita l'Archivio Storico, un altro dei locali più prestigiosi del piano terreno. E' un ambiente suggestivo con volte affrescate con rosoni e motivi vegetali classicheggianti dai colori delicati sui toni del giallo e del verde. L'Archivio conserva un importante patrimonio storico: sono catalogati migliaia di documenti riguardanti tutti i bambini e sulle balie ospitati nello Spedale nel corso dei secoli,i lavori di costruzione, i contratti, i conti, ecc.

 

Il Dormitorio dei bambini

 

Il Dormitorio dei bambini si trova tra i due Cortili, è una sala rettangolare lunga e con la parete di fondo leggermente concava. Vi si poteva entrare direttamente dal loggiato esterno per mezzo della porta d'ingresso posta l'estremità destra.
Oggi è chiamato Salone Brunelleschi ed è utilizzato per convegni, mostre, concerti e spettacoli.

 

 

 

 

Il Cortile delle Donne

 

Rispetto al Cortile degli Uomini il Cortile delle Donne ha un aspetto più sobrio e lineare. E' diverso nella forma e nelle proporzioni: lo spazio è più stretto e si sviluppa in lunghezza.
Prevale l'eleganza semplice delle esili colonne ioniche che si susseguono in una lunga seguenza ritmica, sorreggendo gli archi a tutto sesto. L'effetto di leggerezza è accentuato dal loggiato nel piano superiore, con colonnine e tetto spiovente, la cui sporgenza nasconde alla vista il piano superiore posto più indietro. Sotto al portico il soffitto con volte a crociera accompagna un gradevole gioco di sfumature tra luci e ombre.

Lo spazio rettangolare del Cortile delle Donne rispetta precise proporzioni: corrisponde a cinque moduli quadrati (il lato lungo misura cinque volte quello corto) circondato da un elegante colonnato ionico con volte a crociera. Fa parte della zona costruita da Francesco della Luna. Vi si poteva accedere passando dalla testata destra del portico, con l'ingresso sulla piazza, che conduceva al vestibolo.  Oggi nel vestibolo è stata inserita una scala che conduce ai piani superiori.
Su un lato del loggiato al primo piano si affaccia lo Stenditoio del Verone.

 

 

Il Refettorio delle Donne

 

All'estrema destra della costruzione si trova l'antico Refettorio delle Donne, oggi chiamato Sala Poccetti, corredato dai due ambienti di servizio: il Lavabo e l'Anti-lavabo. Sono gli ambienti aggiunti da Bernardino Poccetti nel XVII secolo. La sala, coperta da volta a padiglione e vele ospita l'affresco con la Strage degli Innocenti dipinta dal Poccetti sulla parete di fondo.

Oggi è adibita a conferenze, meeting e piccoli eventi.

 

 

Piano superiore

 

La Galleria

 

Al piano superiore, sopra al loggiato brunelleschiano trova spazio la Galleria, costruita dal 1436 al 1438 da Francesco della Luna. Qui per molto tempo era ospitata la prestigiosa collezione d'arte dello Spedale. E' una sala di forma rettangolare e allungata con soffitto a capriate di legno. Le opere esposte sono dipinti, tabernacoli e sculture appartenenti allo Spedale e provenienti dalla Chiesa di Santa Maria degli Innocenti.

 

 

Il Verone

 

Sopra al portico del del Cortile delle Donne si trova un secondo Loggiato che si affaccia sulla città di Firenze. E' un ampio terrazzo con loggiato a pilastrini di mattoni che fu realizzato  nel 1493.  Una parte del Loggiato è occupato dal Verone, l'antico stenditoio in cui le balie mettevano ad asciugare i panni.
Oggi vi si trova il Caffè del Verone.

 

 

 

 

Lo Spedale degli Innocenti oggi

 

 

Il capolavoro di Brunelleschi continua ancora oggi a mantenere la sua funzione sociale, destinato soprattutto ai più piccoli. L'Istituto degli Innocenti, fondato nel XV secolo è ancora attivo e continua ad operare per la promozione e la difesa dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in collaborazione   con il Governo italiano, la Regione Toscana, il Comune di Firenze, con UNICEF (Innocenti Research Centre) ed altri enti pubblici e privati di livello locale, regionale, nazionale e internazionale.


L'istituto oggi svolge tre importanti funzioni: 

 

  • l'accoglienza, l'educazione e il sostegno per madri in difficoltà e bambini in affidamento, tramite tre case famiglia, due asili nido e una scuola materna
  • l'attività di studio e ricerca sull'infanzia e l'adolescenza mediante un centro di documentazione collegato anche ad alcuni uffici dell'UNICEF
  • la tutela del patrimonio storico-artistico mediante la riqualificazione e la promozione dell'Istituto e della cultura dell'infanzia.

Lo Spedale degli Innocenti è aperto al pubblico in diversi spazi, grazie ad un attento intervento di restauro e un efficace adeguamento funzionale progettato da Ipostudio di Firenze. Tra gli ambienti disegnati dal team di architetti si segnala il Museo, posto al terzo piano, il Caffè del Verone, con vista panoramica sulla città, la Biblioteca, l'Archivio, la Sala convegni. L'istituto è molto attivo e organizza  eventi culturali e convegni. 

Per accedere alla sezione aperta al pubblico sono state realizzate due porte mobili in bronzo, inserite nei due ingressi laterali  a destra del portico brunelleschiano. Una di esse conduce al piano seminterrato dal quale si sviluppa il percorso di visita agli spazi del museo. L'altra porta, all'estremità dell'ala destra, immette ai locali istituzionali, di rappresentanza e ad altre sale collegate al museo.
Il team di architetti del gruppo Ipostudio ha creato un moderno sistema di scale e ascensori per collegare cinque piani e poter raggiungere tutti gli ambienti che sono stati ricavati nell'edificio dalle trasformazioni che fanno parte della sua storia.

 

A. Cocchi

 

 

 

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Bibliografia e sitografia

 

AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
A. Blunt Le teorie artistiche in Italia dal Rinascimento al Manierismo. Piccola Biblioteca Einaudi, Giulio Einaudi Editore, Torino 1966
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
E. Forssman. Dorico, ionico, corinzio nell'architettura del Rinascimento. Editori Laterza, Bari 1988
L. H. Heydenreich Il Primo Rinascimento. Arte italiana 1400-1460. Rizzoli Editore, Milano 1979
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
P. Murray L'architettura del Rinascimento italiano. Editori Laterza, Bari, 1987
N. Pevsner Storia dell’architettura europea. Il Saggiatore, Milano 1984
R. Wittkower Princìpi architettonici nell'età dell'umanesimo. Giulio Einaudi editore, Torino 1964

WWW. Italica.it

 

 
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