Selaci

 


Squalo dello Zambesi (Carcharhinus leucas).

 

I Selaci sono pesci dallo scheletro cartilagineo che permette a questi animali una grande flessibilità nei movimenti. Si riconoscono per la caratteristica forma affusolata e la bocca in posizione ventrale armata di denti aguzzi.

Pesci antichi e idrodinamici

 

I Selaci, chiamati anche Elasmobranchi o Plagiostomi, sono una sottoclasse dei  Condroitti: pesci che possiedono   uno scheletro cartilagineo, nettamente distinti dalla classe dei Pesci ossei, detti Osteitti, dei quali la categoria più grande è rappresentata dalla classe dei Teleostei. La loro posizione tassonomica tra le categorie del mondo animale è cambiata nel tempo. In passato i Selaci erano considerati una sottoclasse dei Pesci, mentre nelle classificazioni attuali rappresentano una superclasse.

I Selaci rappresentano una delle principali sottoclassi di Pesci ed è tra le più antiche nella scala evolutiva. I più antichi resti fossili riguardanti i Selaci consistono soprattutto da denti e risalgono al Devoniano, cioè a circa trecento milioni di anni fa.
 

 

Aspetto, caratteristiche, dimensioni



I Selaci sono accomunati dalla slanciata linea fusiforme o appiattita del loro corpo, dalla pelle ricoperta di squame placoidi e dal cranio prolungato in avanti, con forme a ogiva, a punta o con rostro, a volte anche molto sviluppato, come ad esempio nel Pesce sega. La bocca si apre con una grande fenditura trasversale che di solito è situata nella parte ventrale della testa. I denti sono aguzzi, disposti in più file e si diversificano per forme e dimensioni nelle varie specie: vanno dalle terribili dentature dello Squalo tigre ai dentini del Palombo o alle falangi dello Squalo balena.

 

Anatomia dello Squalo

 



Anche la pelle può rappresentare un organo difensivo complementare di questi Animali, poiché le squame placoidi sono dotate di punte e uncini, soprattutto nelle specie di dimensioni maggiori e si presentano comunque come "denti cutanei" che rendono particolarmente ruvida la pelle di questi Pesci.

Il loro scheletro, pur essendo cartilagineo, a seconda delle condizioni ambientali e delle abitudini alimentari di questi Pesci, può indurirsi se si arricchisce di di sali di calcio.

Per quanto riguarda le dimensioni, tra i Selaci si possono incontrare dei veri giganti marini.
Primo tra tutti è lo Squalo balena, il maggior pesce esistente al mondo nella nostra epoca. Mediamente è lungo tra i dieci e i quindici metri, ma può raggiungere anche venti metri di lunghezza e il considerevole peso di venti tonnellate. Come la Balena, corrispondente mammifero gigante, lo Squalo balena si nutre di plancton e piccoli animali marini che inghiotte grazie al particolare apparato della sua bocca e delle branchie.
Al secondo posto per dimensioni, si trova lo Squalo gigante, conosciuto anche come Squalo pellegrino, Squalo elefante o Squalo rostrato. Può raggiungere i quindici metri di lunghezza e le quattro tonnellate di peso. Si riconosce soprattutto per la forma del muso che presenta una particolare protuberanza nel rostro. Anch'esso si nutre di piccoli organismi marini.
Lo Squalo bianco raggiunge dai dieci ai tredici metri di lunghezza e un peso di tre tonnellate. Possiede la più terribile dentatura che si conosca tra le specie marine ed è soprannominato significativamente "mangiatore di uomini", anche se non corrisponde esattamente alle sue abitudini alimentari. Infatti, pur senza mettere in dubbio la sua voracità, ha una dieta molto eterogenea e sembra che possa divorare anche pesci della sua stessa specie.
Le dimensioni più piccole tra gli squali sono quelle del Gattuccio, noto anche come Rossetta minore e il Boccanera, che può raggiungere un peso di circa quattrocento chilogrammi.
Sempre tra i Selaci, passando nell'ordine dei Raiformi, il Pesce che mantiene il primo posto per dimensioni è la Manta, con i suoi sette metri di "apertura alare" e il peso di duemila e cinquecento chili.
Molto grande e dalla forma strana, è anche il Pesce sega, che raggiunge dai quattro ai cinque metri, di cui un metro e mezzo corrisponde al rostro dentato.

 


Sistema sensoriale


I Selaci possiedono uno sviluppato sistema sensoriale.
Gli occhi sono protetti dalle palpebre e talvolta da una membrana nittitante, cioè una terza palpebra che oltre alla funzione protettiva, serve a mantenere l'umidità dell'occhio e permettendone comunque la visibilità. Cambia la loro posizione sul capo a seconda delle specie: nelle Razze gli occhi sono posti in alto sopra la testa, negli Squali si trovano invece ai lati.
Gli orecchi sono provvisti di una sostanza mucosa e di piccoli otoliti che servono per mantenere l'equilibrio.
Anteriormente alla bocca si trovano le narici, dotate di recettori olfattivi, mentre il senso del gusto è dovuto ai bottoni gustativi presenti nella bocca di questi animali. Il tatto è consentito dai numerosi recettori sensoriali distribuiti su tutto il corpo dell'animale. Oltre agli organi della linea laterale, che permettono di orientarsi, evitare ostacoli e localizzare prede o pericoli, questi animali possiedono sotto la pelle della testa alcune vescichette, dette ampolle di Lorenzini, che svolgono funzioni analoghe.

 



Organi interni

 

Nei Selaci l'apparato digerente, è composto dalla faringe, da un esofago dotato di muscolatura robusta, dallo stomaco a forma di sacco e dall'intestino corto e rettilineo con una valvola a spirale che assicura una più ampia superficie di assorbimento. La respirazione è dovuta alle fenditure branchiali provviste di lamelle sulle pareti interne.
Questa classe di Pesci è dotata di un sistema circolatorio semplice: il cuore è composto da un cono arterioso con diverse valvole, un ventricolo un atrio e un seno venoso. In questi animali il sangue contiene maggiore quantità di urea rispetto agli altri vertebrati.



Riproduzione

 

I selaci hanno sessi separati e con fecondazione solitamente interna. Depongono uova di solito grandi, ricche di tuorlo e protette da un solido guscio corneo.




Abitudini e comportamento


La maggior parte dei Selaci sono Pesci marini e possono avere abitudini pelagiche, come gli Squali o bentoniche come le Razze.
Sono carnivori molto voraci e distruggono grandi quantità di pesci e animali acquatici.
Spesso hanno un carattere molto aggressivo e alcune specie sono particolarmente pericolose. Le specie più innocue per l'uomo sono quelle più grandi come ad esempio lo Squalo balena o lo Squalo gigante. Le specie più piccole, come ad esempio il Gattuccio o il Boccanera, hanno comportamenti molto simili ai loro esemplari maggiori, comprese voracità e ferocia, anche se proporzionate alle dimensioni.
Tra i giganti dei Raiformi, la Manta è sicuramente possente, ma innocua per l'uomo.


Tra i Selaci il nuoto di quasi tutte le specie di Squaliformi è dato da cadenzate torsioni del corpo. Gli Squali possono nuotare molto velocemente con un movimento serpentino del corpo e sbattendo la robusta coda falciforme. Ma nonostante le caratteristiche idrodinamiche del loro corpo, essendo privi di vescica natatorie, non possono mantenersi "a galla" da fermi, pertanto sono costretti a nuotare continuamente.
Nei Raiformi invece, come nella Manta, nella Torpedine o nella Razza, il nuoto, affidato al movimento ondulatorio delle sviluppatissime pinne pettorali di questi Pesci, assomiglia più ad un volo. La coda non ha funzione propulsiva ma funge da timone.

Altri particolari comportamenti sono legati alle diverse specie e a volte sono singolari. Ad esempio molti Selaci scavano i fondali sabbiosi servendosi del rostro, ma in alcuni casi, come ad esempio nel Pesce sega, il rostro può trasformarsi anche in una efficace arma di difesa.

Tra i Selaci presenti anche nel Mare Adriatico troviamo la Razza, il Gattuccio, il Nasello, il Palombo.

 

Evoluzione

 

I primi Selaci comparvero circa trecentomila anni fa, nel Devoniano e le specie attuali mostrano ancora diverse caratteristiche somatiche ed anatomiche simili a quelle dei loro predecessori, conosciuti attraverso i reperti fossili.
Tra i resti fossili ritrovati, ci sono soprattutto i denti, molto più grandi di quelli delle sottospecie attuali, che hanno permesso di capire che si trattava di animali che potevano superare i venticinque metri di lunghezza, contro i ventidue raggiungibili soltanto dai più grandi esemplari dello Squalo balena. Ma, a parte le dimensioni, le somiglianze tra i Selaci di oggi e i loro avi sono molto forti.

 

 

Asaki San

 

 

 

 

Bibliografia


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