Il dipinto, a olio su tela, ora è conservato al Museo Picasso di Barcellona. Realizzato dal sedicenne Picasso, riflette la sua formazione accademica e il pieno raggiungimento dei mezzi tecnici.
Nella scena, un medico (per questa figura posò il padre dell'artista) è seduto al capezzale di una malata dal volto esangue, mentre una suora tiene in braccio il bambino della donna e le porge una tazza.
La scena si svolge in una stanza spoglia, dai muri rovinati dall'umiditÃÂ , e in cui spicca, sulla parete di fondo, la doratura della cornice barocca che incombe come una bocca spalancata, sospesa sui presenti.
Molto enfatizzato è il tono patetico-umanitario, come insistite sono le componenti un po' inquietanti e simboliche allusive alla morte. Il cono d'ombra che sembra entrare nella stanza è una presenza negativa, la mano abbandonata e ossuta della donna ha un aspetto macabro, come pure le sbrodolature rossastre sotto le imposte chiuse della finestra.
La tela è moto grande e un esame radiografico ha rivelato che sotto al soggetto attualmente visibile si trova l'abbozzo per un quadro del tutto diverso, una scena di battaglia. L'abitudine di riciclare le tele saràuna costante del giovane Picasso fino agli anni del primo successo francese, , dettata soprattutto da ragioni economiche - come se l'urgenza di dipingere travolgesse anche la volontàdi cancellare le tracce del proprio lavoro.
Anche questo quadro è fortemente segnato dalla cultura accademica trasmesso dal padre e dagli insegnanti della scuola di belle arti di barcellona, conciliata con il gusto per il patetismo sociale diffuso in quel momento in Spagna.
Esibito all'Esposizione Nazionale di Madrid ottiene una menzione onorevole, e all'Esposizione Provinciale di Malaga ottiene una medaglia d'oro. Sono i primi riconoscimenti ufficiali della sua vita.
A. Cocchi
Bibliografia
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