San Vincenzo, la Madonna e il Bambino

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Il dipinto, il cui titolo per esteso è San Vincenzo martire in adorazione della Madonna col Bambino appartiene alla Collezione del Credito Romagnolo di Bologna, è un olio su tela collocabile nel periodo giovanile di Ludovico Carracci.

Nello stile è molto vicino al piccolo Sposalizio di Santa Caterina, e come quello, sembra essere precedente sia al San Francesco che adora il Crocifisso della Pinacoteca capitolina di Roma, sia agli affreschi di Palazzo Fava.

Complesso e ricco di riferimenti importanti, il dipinto mostra come anche nel periodo giovanile Ludovico fosse molto attento alla pittura a lui contemporanea e guardasse soprattutto ai modelli nord-italiani reinterpretandoli sempre in maniera personale. Nell'aspetto generale la figura del San Vincenzo riprende la tipologia riferibile al Parmigianino, ma i panneggi delle vesti rivelano uno studio attento della pittura del Barocci, uno dei maggiori esponenti del Manierismo emiliano.
Anche il dettaglio della Madonna con il Bambino è derivato dallo stesso maestro e lo stesso particolare è stato ripreso anche in una stampa che Agostino Carracci, cugino di Ludovico, aveva realizzato nel 1582. La stretta collaborazione tra i Carracci si nota negli scambi frequenti tra gli artisti soprattutto nei primi anni dell'attività della bottega e dell'Accademia, all'interno della quale Ludovico era la personalità più autorevole, anche perchè più grande di età. A lui vanno riferite diverse idee e soluzioni che poi sono state riprese dai cugini. Il paesaggio del san Vincenzo, ad esempio, è stato ripreso da Agostino in un'altra sua stampa del 1586.
Tra le caratteristiche assegnabili allo stile personale di Ludovico, oltre al suo modo particolare di rappresentare i paesagi e i dati naturalistici va considerato il colore. La gamma cromatica dei dipinti di questa fase è basata soprattutto sullo studio dei contrasti di luminosità, di grande effetto e molto coinvolgenti a livello emozionale. Ludovico inserisce accensioni improvvise di colori puri inserite in contesti tonali più spenti, in un gioco di penombre e luminosità colorate. In questo quadro la dalmatica del san Vincenso si accende con i rossi e ori, come già era successo per il corsetto della Madonna nello Sposalizio mistico di Santa Caterina.

 

A. Cocchi

 

Bibliografia

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